venerdì 8 novembre 2024

Ho visto il film "Parthenope", una nuova speranza?

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Benpasciute e benpasciuti a tutte e tutti dal vostro eterogeneo Fantozzi ragionier Ugo! Oggi c'è sciopero nazionale dei trasporti, e io me la sono fatta a piedi, perché io sono anche un discreto camminatore, per il blog questo e altro! Sabato sera scorso con una mia amica sono andato al cinema Adriano a vedere il tanto chiacchierato nuovo film di Paolo Sorrentino, "Parthenope". Devo dire che la prima cosa che mi ha colpito è stata che la sala era piena, molte persone di ogni età nella hall dell'Adriano smaniavano per andare a vedere la nuova opera di Sorrentino, e la sala oltre che piena era anche un po' viva, lo spettacolo suscitava un po' di dibattito! Vi dico subito che qualcuno mi ha detto che con questo film Sorrentino è passato "dalla grande bellezza alla grande monnezza", e a me non è sembrata così, anzi io ci ho visto un filo conduttore positivo tra la "grande bellezza" e "Parthenope", e questo filo conduttore potrebbe essere proprio la speranza. Avere una speranza è una motivazione molto potente, tanto che c'è chi dice che senza speranza non si vive... Poi ho saputo che c'è anche chi ha preso in giro questo film, per esempio il solito Crozza, che ha fatto uno sketch col quale accusava Sorrentino di aver fatto un film "lento". Insomma io ne so qualcosa perché la musica che mi piace viene talvolta accusata di essere "lenta", dalla musica lenta ai film lenti, insomma. Ma io direi che Sorrentino cerca di rappresentare cinematograficamente la libertà e diciamo anche un po' di spiritualità. Nel film il personaggio del professore di antropologia interpretato da Silvio Orlando dice che la verità è indicibile, e io non credo di essere proprio d'accordo, ma in un certo senso potrebbe essere proprio così, e una cosa del personaggio di Parthenope che mi è piaciuta è la sua radicale curiosità, per esempio quando chiede al professore qual è l'oggetto di studio dell'antropologia, e il professore risponde che è "vedere", e che non è facile "vedere", pochi ci riescono... Che cosa avrà voluto dire Sorrentino con questo? Probabilmente suppongo si tratti di vedere la vera umanità che è celata dentro ognuno di noi...


Fantozzi ragionier Ugo

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