venerdì 15 novembre 2024

La fiaba di nonno Elpho o la fiaba del folle

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Un giorno, un vecchio Elpho, che passeggiava sul limitare del bosco, vide una piccola costruzione fatta a forma di fungo da dove venivano strani rumori metallici. Il vecchio Elpho che era curioso come una scimmia, si avvicinò all'edificio e bussò al portone. Nessuno venne ad aprire ma l'Elpho, che era molto caparbio, continuò a bussare, ancora e ancora, ma nessuno veniva ad aprire. Eppure sentiva i rumori metallici che provenivano dall'interno. Quindi doveva esserci qualcuno. Stufo di bussare se ne tornò a casa a riposare. La mattina dopo di buon ora decise di tornare, bussò ancora, e ancora, e ancora, e così per 7 giorni. Dopo 7 giorni che bussava imperterrito al portone, provò ad aprirlo ed incredibilmente il portone si aprì. E allora il vecchio Elpho che si chiamava Hell Matusa sporse il suo testone per dare un'occhiata, ma non vide nulla perché era buio e non sentiva nessun rumore, improvvisamente i suoni metallici erano cessati. Gli tremavano le ginocchia dalla paura, ma si fece coraggio e varcò la soglia, fece qualche metro ma non riusciva a vedere nulla: era troppo buio, cercava la strada a tentoni ma non riusciva a toccare con le sue mani nient'altro che aria; fece un altro passo e andò a sbattere la gamba contro qualcosa e urlò per il dolore e per la paura che lo attanagliavano. Aiaaiaia! Che botta! Aveva urtato contro qualcosa di duro e freddo, o così gli sembrava, perché non riusciva a vedere un tubo. Dopo qualche secondo di sconcerto Matusa si imbatté in una porta, o qualcosa di simile, dopo 10 min di smanettamenti cercando una maniglia da aprire, riuscì ad aprirla. Fu inondato da una luce accecante e si ritrovò in un lungo corridoio pieno di porte, sia a destra che a sinistra. Ne aprì una e si ritrovò in una piccola stanza con delle catene ai muri. Alle catene erano incatenati delle virgole e dei punti, e così via e quando alzò gli occhi sul soffitto vi trovò la scritta "Errori di punteggiatura", iniziò a girargli la testa. Matusa fu colto da un attacco di ansia e vedendo una porta a portata di mano l'aprì e si ritrovò in un'altra stanza che aveva sempre delle catene. Ma questa volta alle catene c'erano dei numeri e sul soffitto c'era scritto "Errori di aritmetica". Urlò "aiuto!", e scappò via correndo. Aprì un'altra porta e si ritrovò in un'altra stanza con sempre le catene ai muri e incatenati c'erano dei pensieri, sul soffitto c'era scritto "Errori di logica". All'improvviso il povero Matusa cadde svenuto. Dopo molto tempo si risvegliò, si alzò e si guardò intorno. Si trovava nel bosco, c'era il sole e tutto sembrava "normale", ma non vedeva più nessuna costruzione, né edificio, c'erano solo alberi, alberi, alberi!!! Cari lettori non so quale sia il senso di questo articolo, né perché l'ho scritto, ma forse è solo un errore. 

nonno Elpho

5 commenti:

  1. Elpidio....sei Fantastico....il breve ..racconto è avvincente....ti prende per mano......e " logicamente " conclude con ERRORI DI LOGICA!!!!
    in questo momento storico, soprattutto nei ragazzi, La LOGICA non si sa neanche cosa sia.
    Peccato!!!!....quante situazioni si possono risolvere con la LOGICA!!!!...
    BRAVO!!!!!

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  2. Conosco nonno Elfo è un grande non è un errore è una bellissima fiaba

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  3. Mi piace molto questa favola,caro Nonno Elfo

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  4. E a tutti coloro che hanno commentato

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