martedì 20 dicembre 2016

Venerdì al Cinema

Il Centro Diurno ha il piacere di invitarvi a vedere l'ultimo film del regista Luca Miniero "Non c'è più religione" venerdì 23 Dicembre nel pomeriggio, se siete interessati chiamateci e vi daremo ulteriori informazioni.

P.s. per i nostri Blogger: avremo qualche piacevole sorpresa nelle prossime settimane, proprio riguardo a questo film quindi partecipate numerosi!

venerdì 16 dicembre 2016

Qualcosa in più

Pubblichiamo il racconto di un autore a noi vicino che ha tratto ispirazione dalla sua esperienza con la salute mentale:




Prefazione
Sto nella landa dei miei desideri. Penso spesso a cosa é più vicino a me: i miei desideri appunto, le mie ambizioni, il mio sarcasmo, se può essere utile o meno, la mia gelosia, il mio egocentrismo, la mia voglia di fare, o di perdere, la centralità, di quando uno cerca di ricondurre tutto alla propria vita. Focalizzarmi sulle sensazioni interiori mi porta spesso a trovare un' ottima via per uscire da sensazioni di crisi: e penso che sia questo che stiamo affrontando nelle nostre vite. Come dice Tayler Durden in Fight club, la nostra grande sfida é quella di combattere interiormente; non dice proprio così, ma il succo é questo.
Combattere con la scelta, il nostro cambiamento, accedere a qualcosa di grande in noi, che sia lo spirito del cambiamento o della magnanimità, fare a lotta con la nostra coscienza, sono tutti temi che mi riguardano dal profondo, ma non avendo competenze professionali per affrontarle mi sono state, e continuano ad esserle, d' aiuto le figure professionali come lo psichiatra o lo psicologo, ma penso che in definitiva sia un argomento che riguardi un po' tutti noi. Per descrivere quello che mi ossessiona, e che ricerco da tempo, farò uso della forma del racconto, forma piú vicina al mio proiettare interiore dei sogni e delle necessità che si avversano in me.

Parlerò di un isola, che non lontana dai miei ricordi, e da quello che ho vissuto, riassume il mio concetto del Reale ,di quello che vorrei, come pensiero che la unificasse, e lontano dall'idea che questo possa essere una legge universale che possa cambiare il mondo, darò come prospettiva quella di poter un po' essere con me nel mio mondo senza ideali, ma con accesso libero alla giustizia, al sapere, ai sogni e ai desideri. Non credo di scrivere un racconto per adulti, ma posso pensare che questo possa essere utile anche ai neofiti dell' approccio con l' immaginario, quelle persone che nonostante l' accadere degli eventi rinunciano ad una parte sostanziale di se, la fantasia:

Erano le sei di sera; le strade erano già vuote. Ci si preparava molto presto per i preparativi della grande cena nella città di Isga.
Le pecore, libere di circolare in mezzo alle vie sterrate della sempreverde città, riportavano su di esse gli addobbi caratteristici della giornata della quiete, e non c' era nessuno che poteva disturbarsi da un sogno in quella giornata, non perché qualche legge lo vietava, ma perché era un consenso univoco di tutta la città starsene a riposo nel 2367 giorno dell' equinozio. Si rispettava piú il ciclo della Luna in questa isola/città che l' improvviso avvento di un redentore; in questo modo erano tutti piú sereni, perché cosí non c' era piú solennità nel festeggiare e ricordare qualcuno che nel ricordarselo tutti insieme. Le stagioni avevano la loro importanza, come le sensazioni degli uomini, che venivano riportate tramite un ' altoparlante congiunto al cuore di ognuno.
Niente piú dolori, l' elaboratore elettronico generale centrale sapeva sempre quale sentimento fosse piú intenso di un altro, e nel correre imperversato delle faccende di ogni essere normale, si sceglieva sempre quale obiettivo perseguire, di interesse sociale. Alle 21 di ogni sera un comitato trasparente (non vi erano dei veri interlocutori nell' interloquire delle questioni, ma una massa indefinita di persone, che in maniera causale si occupava dell' argomento) , fatto di cavi e cellule neuronali, discuteva la risoluzione. Non c' era molto da fare nella città di Isga, se non occuparsi

dei propri interessi. Ma si sentiva che questo non era abbastanza, e quella sera nella giornata dell' equinozio il rilevatore di sentimenti automatici aveva captato qualcosa. Titolo del dibattito serale : l' indefinitezza. Ordine di pericolo : nessuna. Soluzione : Tilt.
Erano anni ormai che il sistema di generazione delle decisioni non aveva dato segni di collasso : era successo solo una volta, nel caso del matrimonio e della fede, in cui le persone avevano dovuto prendere delle decisioni da sole e resettare, e solo dopo aver deciso unanimemente che era una questione che riguardava ogni singolo, nella sfera personale e degli affetti, e quindi si lasciava ad ogni singolo la propria risposta personale, si era riavviata la macchina. Ma ora era una casualità, una domanda piú generica che chiedeva una risposta : se non si fosse risolta con l' intervento di tutti, si sa, la macchina non si sarebbe riavviata.
La macchina non specificava le origini del pensiero, quando l' argomento era di carattere generale, quindi non si sarebbe potuto ricondurre a nessuno. Era un argomento che concerneva tutti. La fede era immutata e sapevamo che prima dell' avvento del moto della Luna si sarebbe risolto tutto, ma i dubbi nelle menti imperversavano.
E così nella notte, durante il terzo ciclo del sonno, a dire il vero già verso le 6 del mattino, le genti si riunirono in assemblea : "idee ce ne sono?" esclamò qualcuno" "dobbiamo riavviare la macchina!" "si , si!" esclamava la folla... "non c'é veramente nessuno che sappia almeno da dove cominciare?" ma nessuno si alzò in piedi. Seguirono minuti di silenzio. E strano a dirsi dopo 5 ore di ipotesi mancate nessuno aveva risolto nulla. Nulla, era proprio questa la sensazione con cui si aveva a che fare parlando di questo argomento. Un professore di lettere aveva apportato: "non c' é argomento su cui discutere, l' indefinitezza, in quanto non si può definire, non é un argomento di cui bisogna preoccuparci". Ma gli animi rimanevano perplessi. Intervenne un professore di filosofia : " l' indefinito in quanto concetto che parla di se stesso, é un concetto ripensabile che non trova soluzione a se stesso" ma con questa soluzione non sembrava aver aiutato il continuo dell'Assemblea. Sembrò disfatta, con il mancato piacere di averci cavato un ragno dal buco l'Assemblea, ma nulla sembrava potersi fare dopo il limite trascorso di tempo dell' impegno collettivo. Non avrebbe portato a nulla ricomporre l' assemblea all' indomani. Quindi si sarebbe trascorso l' avvenire dei giorni con questo sentimento: l' indefinitezza.

l ' indefinitezza
Sembrava fosse giunta una nuova era. Ormai piú nessuno era capace di preoccuparsi, dopo l' avvento della macchina : gli argomenti piú importanti erano stati trattati, i problemi maggiori risolti, e cosí non c' era piú stato bisogno dei politici.
Era una cosa vecchia, acqua passata, e la macchina si era preoccupata al posto loro di combattere le emergenze. Non c' era stato problema nel risolvere il divario di ricchezza, una volta indicato il problema, chi ne aveva piú bisogno, la risposta al deficit delle imprese che si erano venute mano mano a sostituire allo stato, e non c' era stato problema nel risolvere ogni tipo di malattia, con l' ausilio dei grandi sistemi di elaborazione della corretta funzionalità della vita. Non c' era dubbio che il quadro reale di benessere standard, era arrivato ad un gran risultato. I drammi personali venivano affrontati uno ad uno a seconda della loro importanza, e nulla veniva lasciato piú al caso : se fosse continuata nel verso che la macchina sembrava con le speranze di tutti andare, non ci sarebbero stati piú problemi.
Ora però la macchina si era ritrovata in una situazione di Tilt. Capitolo finale per lei. Era il momento che tutti si sarebbero rimboccati le maniche, o che tutti sarebbero stati in pace?
Nell' incertezza del caso, ognuno faceva piú attenzione all' altro, consci che non ci sarebbero stati piú meccanismi di giustizia automatica, e nessuno osava piú nemmeno alzare il tono della voce : faceva strano domandarsi per le strade, cos' era successo dal giorno 2367, e ogniqualvolta che si provava ad affrontare l' argomento dell' indefinito, le risposte piú naturali diventavano : "ma non saprei..." "io ci ho pensato troppo..." " secondo me é impossibile".
Non si era risolto nulla e niente sembrava doversi risolvere.


Senza

Si va in scena!

Udite, udite! Quest'anno al Centro Diurno si svolgerà il Laboratorio di Teatro, cosa che mi è sembrata subito interessante, ho già svolto attività di spettacolo che ho trovato divertente e stimolante. 
Abbiamo pensato di saperne un po' di più dal conduttore del laboratorio Riccardo Ballerini, facendogli qualche domanda. 


Qual è il tuo percorso formativo in ambito teatrale? 
Dopo aver frequentato l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" ho creato una compagnia teatrale e avuto modo di lavorare con artisti come Michele Placido e Gigi Proietti. Ho proseguito gli studi negli USA, approfondendo il metodo Strasberg, allievo di Stanislasky, metodo usato dai migliori attori di Hollywood. In seguito ho studiato a New York "Drama Therapy", ovvero l'utilizzo del teatro in ambito terapeutico. Ho poi lavorato in teatro e TV, facendo diverse esperienze.

Che significato hanno per te la recitazione ed il teatro?
Il teatro e la recitazione mi hanno insegnato a leggere la realtà, provando, mettendosi in gioco e, a differenza della vita vera, permettendosi di sbagliare e di riprovare ancora. 

Perché il teatro in un Centro Diurno psichiatrico?
Sogno di una notte di mezza estate,
caratterizzazione dei personaggi
Il teatro facilita le relazioni, mette in ascolto dell'altro, diverte, è una lente d'ingrandimento sulle dinamiche umane. Favorisce la socialità, aiuta a conoscere e modificare se stessi e a confrontarsi con altri personaggi che a loro volta provano sentimenti ed emozioni.


Quale obiettivo hai per i partecipanti a questo laboratorio?
Creare un gruppo, divertirsi, emozionarsi, imparare ad interpretare e vincere le personali difficoltà, attraverso la forza del gruppo.

Che tipo di attività si svolgeranno al laboratorio di teatro?
Si lavorerà sul proprio corpo, conoscendolo;
si cercherà di farlo esprimere attraverso il movimento, si utilizzeranno giochi di gruppo e la musica. Poi si lavorerà sullo stare insieme, l'ascolto, la condivisione e la recitazione.


Concludiamo questa intervista, come tu concludi gli incontri di teatro con noi, chiedendoti di scegliere una parola per descrivere questa tua esperienza al Centro Diurno.
Sorprendente!

eRoscio


venerdì 9 dicembre 2016

Tradizionale pranzo di Natale al Centro Diurno


"Il vero messaggio del Natale è che noi tutti non siamo mai soli"
Taylor Caldwell

Come ogni anno il Centro Diurno di via A. di Giorgio invita utenti e familiari a passare insieme un momento di gioiosa convivialità al pranzo di Natale che si terrà il prossimo 14 Dicembre.
Per maggiori informazioni e per prenotarsi contattare la segreteria del Centro Diurno.

Da Ponte Milvio a Ponte Vecchio...

Interno del Campanile di Giotto
Il giorno 30 novembre siamo partiti per Firenze, una delle più belle città italiane anche artisticamente, c’è il museo degli Uffizi che purtroppo non abbiamo potuto vedere per il poco tempo disponibile. Peccato!


Comunque abbiamo visitato il Battistero, guardando in su, come spesso mi accade, sono rimasto colpito dal mosaico sul soffitto rappresentante un Gesù gigante, poi la Cattedrale, altra meraviglia di Firenze, che per le sue dimensioni e le sue decorazioni essenziali mi ha lasciato una sensazione di vuoto. Chi ha avuto il coraggio è salito sul campanile di Piazza del Duomo, i pochi arrivati in cima ci hanno raccontato dei 418 gradini e della vista mozzafiato.
Continuando a passeggiare per questa bellissima città in direzione di Ponte Vecchio ci siamo fermati davanti alla Fontana del Porcellino, si dice che toccare il naso porti fortuna, e mettendo una moneta nella sua bocca, da cui zampilla l’acqua, per vedere realizzato il proprio desiderio si deve sperare che cada all’ interno della grata. Passando per Piazza della Signoria e davanti agli Uffizi siamo arrivati sul lungoarno di fronte al Ponte Vecchio dove abbiamo fatto le foto di rito.
Da qui , piano piano, siamo tornati in direzione della stazione,  fermandoci prima  a mangiare da McDonald’s, peccato che la visita sia stata cosi breve da non riuscire ad assaggiare la fiorentina o almeno un panino con il lampredotto! E’ stato comunque bellissimo per tutti visitare Firenze, anche per gli incontri inaspettati.
Jacobsen




venerdì 2 dicembre 2016

"Adesso"



 Ho incontrato Chiara Gamberale a "L'Angolo dell'avventura", dove siamo stati invitati in occasione della presentazione del suo nuovo romanzo Adesso. Il romanzo racconta dell'incontro tra due persone che vivono una storia d'amore legata alle loro vecchie storie, le storie del passato si intrecciano nel loro incontro di Adesso.

Un romanzo che racconta dell'amore attraverso la sofferenza e la paura di amare, nel quale i protagonisti scopriranno che la felicità può essere a portata di mano. 

Adesso parla di forti emozioni, a volte contrastanti, e ci dà la possibilità di pensare che, oltre la sofferenza, l'amore può anche essere un'occasione di redenzione.
Chiara racconta le sue storie ispirandosi a storie vere e forse è questo, assieme a una grande passione per la scrittura, il segreto del suo successo.
Personalità poliedrica, oltre che con la scrittura, è impegnata anche in programmi radio e TV.
Frida

Il laboratorio di tessitura ad ASSISI STREET

Da domani 3 dicembre e fino a sabato 10 potete trovare i lavori del nostro laboratorio di tessitura esposti e in vendita a via Assisi (zona S. Giovanni).

Si comincia domani dalle 16 e per tutto il pomeriggio con la grande festa di apertura che coinvolgerà tutta la strada.

Nei giorni successivi troverete in vendita i prodotti del laboratorio di tessitura del Centro Diurno di via Antonino di Giorgio.

All'esposizione prenderanno parte numerose Cooperative impegnate in progetti di artigianato.

Vi aspettiamo!














Il duca bianco


I ragazzi di diciotto anni non conoscono "Space Oddity", il primo grande successo di Bowie del 1969... credo. Da allora ha avuto una carriera ricca di successi e ci ha lasciato molte belle canzoni conquistando un posto di prima fila tra le stelle della musica Rock. l'album che lo ha reso celebre è "Ziggy Stardust and the Spiders from Mars", da citare nella produzione dei primi anni '70 "The Man Who Sold the World", "Hunky Dory", "Aladdin Sane".
Nella seconda metà degli anni '70 per Bowie ci fu il cosiddetto periodo berlinese durante il quale si accostò alla musica elettronica di quel periodo con tre album: "Heroes", "Low" e "Lodger". 



Negli anni '80 ha un po' addolcito i suoni con canzoni quasi dance come "Let's Dance" e ballate come "China girl".
Negli anni '90 ha continuato a sfornare dischi di buona fattura, e il progetto dei due album con Tin Machine è di buon livello.
Nel nuovo millennio ha fatto pochi dischi, da citare il suo ultimo lavoro uscito poco dopo la sua morte e che per ironia della sorte è stato al primo posto delle classifiche in America, cosa che non gli era mai riuscita durante la sua luminosa carriera.
Ci ha lasciato un grande artista che è stato la colonna sonora della vita di almeno due generazioni e che ci tramanda l'insegnamento che si può essere eroi, anche solo per un giorno
Un saluto da Alcatraz

martedì 22 novembre 2016

Appuntamento al Cinema


Informiamo i partecipanti al Lab. di Cinema/Cineforum che l'appuntamento per domani: mercoledì 23 novembre, è alle 14:45 al Cinema Adriano a Piazza Cavour.
A Domani!

venerdì 18 novembre 2016

Impressioni di Novembre al Centro diurno



Tutti sanno che cos'è un Centro di salute mentale, malati dottori e medicine, per farla breve. 
Più oscuro ai più è cosa sia un Centro diurno. La direttrice del Centro diurno lo definisce con la metafora 'una palestra della mente'. 
Per quanto riguarda la mia esperienza nel Centro, posso dire che è un luogo molto accogliente dove ho incontrato brave persone, sia malati che operatori, e il percorso che ho fatto frequentando i vari laboratori: teatro, pittura, cinema, emancipazione, agorà, giorno dopo giorno ha migliorato il mio stato di salute mentale, e anche se ho bisogno delle medicine, posso convivere con la mia malattia.

Quindi centri diurni e centri di salute mentale sono un pezzetto di buona sanità perché fanno del bene e curano molte persone. 
Non è facile per molti stare in un Centro diurno, ma per molti altri è anche divertente, anche se è un luogo di cura, dove si stringono amicizie, perché qualche utente si vede con gli altri anche fuori dal Centro, e questo è un altro aspetto positivo perché spesso la malattia mentale è sinonimo di solitudine. 
Non augurerò a nessuno di frequentare un Centro diurno, spero che voi camminiate sempre a braccetto stretti stretti con la vostra razionalità, con tutto il rispetto per voi e per noi.

un saluto da Alcatraz 

venerdì 11 novembre 2016

Gita a Firenze


Mercoledì 30 Novembre per tutto il gruppo del Centro Diurno di Via Antonino Di Giorgio è in programma una gita a Firenze. Partiremo dalla stazione Termini, per maggiori informazioni sulla partenza rimanete sintonizzati e se volete partecipare fate in fretta e chiamate al Centro per prenotarvi.

Chi siamo


 Il venerdì pomeriggio era una noia al Centro Diurno di Via Antonino Di Giorgio, che ve lo diciamo a fare?! Così qualcuno disse: “Facciamo un Blog!” e gli altri: “Che è sto Blog??”


“E’ un modo per condividere interessi, punti di vista e conoscenze ed informare su quello che facciamo.”


 “Per crescere, per dire qualcosa di interessante, per dire la nostra sul mondo, e per poter dire in giro che siamo dei blogger!”




Siamo un gruppo del Centro Diurno di Via Antonino Di Giorgio a Roma, abbiamo deciso di intraprendere questo impegno per approcciarci al mondo della comunicazione web e per condividere le nostre attività.