venerdì 27 ottobre 2017

La vita di Coco Chanel


Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel è stata una celebre stilista francese capace di rivoluzionare il concetto di femminilità e imporsi come firma fondamentale del fashion design,. Ha fondato la sua casa di moda che porta il suo nome: Chanel. Ha avuto un'infanzia difficile, è stata abbandonata dalla famiglia a causa della povertà dei genitori e fu affidata alle suore della congregazione del "Sacro Cuore".
Nelle sue collezioni si può percepire l'influenza della vita monacale, l'amore per il bianco e il neroe l'austerità. E' diventata famosa per la creazione dei cappelli, semplici cappellini ornati da fiori in raso osingole piume e questo fu indea straordinaria che le permise di crearsi la sua prima clintela. Poi incontrò l'amore della sua vita, Boy Capel, che la aiutò ad aprire la sua prima boutique al mitico 31 di Rue Cambon ma i due non si sposeranno mai per differenza di livello sociale. Proprio lì inizio a ideare vendere anche i primi capi d'abbigliamento. Ho deciso di parlare di Coco Chanel perchè trovo sia un esempio di donna emancipata a cui ispirarsi dato che è stata la prima a a inventare e pubblicizzare uno stile molto personale, che però colpì tutte le donne del tempo, e proporre un modello di donna che nella sua semplicità dimostrava la sua dinamicità e intraprendenza.
Giulia

Volontariamente



Pubblichiamo la nostra intervista all'Avvocato Fabrizio Berliri, Presidente dell'associazione "Volontariamente", che da circa quattro anni organizza attività a favore della salute mentale. Siamo andati a trovarlo nel suo studio e siamo stati accolti in modo delizioso.

Pres: Le diverse forme di disagio mentale non sono irreversibili e quindi possono essere definitivamente superate, ma che la solitudine e l’isolamento in cui versano tanti pazienti, sopra tutto dopo’ i ricoveri ,contribuiscono ad aggravare la situazione e sono comunque un ostacolo per una ripresa a tutti i livelli. Da qui è nata l’idea dell’associazione, che si compone attualmente di oltre cento volontari, quindi siamo tantissimi e sin dall’inizio abbiamo deciso di svolgere due tipi di attività diversi. Un’attività di carattere strettamente sportivo e l’altra di carattere ricreativo culturale. Per l’attività di carattere sportivo abbiamo avuto la piena collaborazione del tennis club Parioli, che ci ha messo a disposizione gli impianti il mercoledì mattina, quindi lì in quella cornice bellissima facciamo sport. Invece per quella culturale che si tiene il sabato mattina, noi stiliamo ogni due mesi un calendario delle varie visite che andiamo a fare in modo che tutti sappiano quello che è il programma. L’importante è che queste attività si svolgano al di fuori delle strutture sanitarie. Mentre invece l’idea di andare fuori e di stare insieme volontari e nuovi amici, contribuisce a rendere diretto il rapporto, facilita la comunicazione e l’amicizia.

All’inizio eravamo preoccupati, ma in realtà sono  tre anni e mezzo che facciamo questa attività, pur non essendo addetti ai lavori non si è mai verificato il benché minimo incidente, credo che il fatto di non essere addetti ai lavori contribuisca a creare un rapporto tra persone.

Staff: “ Chi non è addetto ai lavori si immagina una realtà chissà alquanto particolare… ”

Pres: Debbo dire che da noi non vengono persone in stato acuto per cui c’è anche questo aspetto positivo.
Dalla mia esperienza di presidente dell’associazione è emerso che in realtà i volontari peggiori sono proprio gli addetti ai lavori, perché il fatto di dire io sono sano e tu un po’ meno, mette l’interlocutore su un piano differente rispetto all’altra persona.

Staff: “Anche nelle istituzioni ci sono trattamenti differenti? ”

Pres.: Ci sono tante cose in questo settore che dovrebbero essere completamente riviste, proprio a livello legislativo e a livello burocratico, tante cose che non vanno e che secondo me contribuiscono a non risolvere i problemi. Bisognerebbe fare molto di più per l’inserimento nel mondo del lavoro, e cercare di risolvere i problemi familiari, a volte molto pesanti che contribuiscono ad aggravare i disagi già esistenti

Staff: Influiscono anche le poche risorse del territorio, secondo la sua esperienza?

Pres. :Alcune ASL funzionano meglio di altre.

Staff: Come tutte le istituzioni è molto legata alle persone che lo fanno!

Pres.: Certo, in questi anni abbiamo avuto tante cose, abbiamo la nostra squadra di calcio che ha battuto addirittura la nazionale, che ha fatto anche un film: “crazy for football”, è stata un’esperienza irripetibile, però insomma è accaduto e abbiamo fatto varie partite anche con squadre esterne.
Tra l’altro sono molto contento perché si è creato un bel gruppo. Recentemente ad agosto ad una nostra assistita si è rotta una finestra, non sapeva chi chiamare e ha chiamato un amico dell’associazione, il quale è andato lì e gli ha aggiustato la finestra. Sembrerà una schiocchezza, ma la dice lunga sul rapporto che si è creato...

Staff: Non é una sciocchezza perché poi i problemi pratici sono quelli con cui hai a che fare tutti i giorni.

Pres: Esatto!

Io sono affezionato a tutti, ma c’è qualcuno con cui c’è una particolare sintonia, come sempre capita.
Queste sono le esperienze che abbiamo fatto, tra l’altro,
abbiamo conosciuto Roma, anche per noi volontari è stata l’occasione per visitarla.

Staff: Qualcosa già ci ha detto prima, volevamo sapere un po’ come nasce l’idea dell’associazione e come si fa a entrarci?

Pres: Noi non abbiamo mai fatto nessuna pubblicità all’associazione, non godiamo di nessun contributo, non chiediamo contributi di sorta a nessuno, non partecipiamo a bandi di gara e cose del genere, proprio come scelta associativa, noi vogliamo essere liberi, non dipendere da nessuno e svolgere l’attività tranquillamente.

la partecipazione è assolutamente libera.
Il concetto è che ognuno si deve sentire libero, se diventa una costrizione, viene meno il senso e la finalità dell’associazione.

Staff: Avete anche una squadra di calcio femminile?

Pres: Giuocano insieme, sono bravissime e abbiamo notato che la presenza delle ragazze contribuisce alla correttezza degli incontri.

Staff: E’ stato difficile coinvolgere così tante persone?

Pres: Noi non abbiamo mai fatto pubblicità, nessuna campagna di tesseramento, soltanto all’inizio, quando abbiamo deciso di costruire l’associazione abbiamo radunato tutte le persone che conoscevamo, soprattutto giovani e moltissimi hanno aderito. Questo fa si che l’impegno dei volontari sia limitato perché essendo tanti, qualcuno ha la possibilità di venire più spesso, altri di meno.
Per diventare volontario c’è una scheda che si compila e in cui si dice se il volontario sceglie l’attività sportiva o quella ricreativo/culturale e poi l’impegno che desidera avere.

Staff: Ci sono ex assistiti che sono diventati volontari?


Pres: Ti posso dire che questa distinzione non la facciamo quasi più. Migliorare è anche acquisire fiducia. Io faccio l’avvocato e non ho nessuna ambizione di parlare in termini clinici, però riflettendo, c’è da parte della società, una diffidenza nei confronti del disagio mentale, i pazienti stessi spesso si mettono in testa che il disagio mentale sia un fatto irreversibile e questa idea che molti hanno è sbagliatissima perché finisce per essere un ostacolo alla ripresa definitiva. 

venerdì 20 ottobre 2017

Come ti ammazzo il Bodyguard - Bloggiwood



Un film d'azione da non perdere: Come ti ammazzo il Bodyguard. Il film ci coinvolge con grandi scene d'azione ben fatte e fluide, tra macchine, finti incidenti e raffiche di mitra i tre protagonisti si avvicendano in una storia in cui c'è killer pentito, Samuel Lee Jackson, che testimonierà contro un dittatore bielorusso;
Samuel L.Jackson saluta Frida
 una guardia del corpo che lotterà per la sopravvivenza del testimone 
fino in tribunale, Ryan Raynods; la poliziotta novellina, Salma Hayek, li difenderà entrambi durante un viaggio dalla prigione di Manhattan al tribunale dell'Aia. Ho trovato geniale l'interpretazione dei protagonisti perché il film sembrava una storia vera, dove anche nelle situazioni a limite ci si può scoprire capaci di vincere, La caratteristica principale del film è il non prendersi troppo sul serio anche quando le situazioni si fanno serie e pericolose.

Voto:6
Frida


Emozioni al Globe Theatre




Il 27 settembre 2017, siamo andati a vedere il Macbeth di William Shakespeare al famoso Globe Theatre di Villa Borghese a Roma. All'arrivo ci ha accolto una struttura circolare costruita interamente in legno e situata in mezzo al bosco (almeno dava questa impressione). Ci siamo fermati per un panino e alle otto ci hanno aperto le porte per un rapido tour dietro le quinte e nei camerini. Lì si respirava un'aria quasi sacrale nel vedere i vari oggetti (coltelli, spade, armature, pupazzi) accuratamente sistemati ed etichettati, pronti ad essere usati in scena. Inoltre essi davano un presagio sul tipo di dramma che ci avrebbe atteso. Poi siamo ritornati al bar e abbiamo aspettato un'ora per l'inizio dello spettacolo sotto un cielo privo di nuvole.


La storia di Macbeth parla di un generale scozzese, Macbeth appunto, che manipolato in parte da forze oscure e in parte da una moglie molto ambiziosa, uccide il re Duncan di Scozia per prendere il suo posto come re.
Lo spettacolo, diretto da Daniele Salvo, era serio e ben fatto. E" stato pensato nei minimi dettagli dai suoni alle luci (predominante l'uso del viola), dalla narrazione ai costumi e gli attori hanno portato freschezza ed entusiasmo sul palcoscenico. Stupende le tre streghe che sembravano tre Moire cattive - facevano molta impressione - e buona la loro costante presenza durante tutto il dramma quasi orchestrassero loro le fila degli eventi. Daniele Salvo è stato fedele sia al testo che nel rendere un'atmosfera cupa, sanguinosa e sinistra. Discutibile invece l'interpretazione di Lady Macbeth che era fin troppo emotiva e nevrotica ma ciò non ha tolto niente allo spettacolo che è stato un vero gioiello.
Insomma forse era per il fatto di trovarsi in un teatro seicentesco. Forse era per il fatto che non c'era un filo di vento quella sera. Forse era per il pubblico coinvolgente e uno spettacolo eccezionale. Ma il 27 settembre è stata una scoperta, una serata piena di magia. L'unico rammarico: essere dovuti uscire mezz'ora prima della fine dello spettacolo.
Lyf


Casa dolce casa



Dal dato del Luglio 2016 leggiamo che le occupazioni abusive in Italia si aggirano intorno alle 48.000 unità, a esiste quindi un'emergenza abitativa, aggravata flusso dell'immigrazione considerando anche che l'edilizia popolare è ormai ferma da anni. Un fatto di cronaca che ci ha colpito e fatto pensare è quello di una signora, abitante di una casa popolare che poche settimane fa è uscita di casa e tornando ha trovato la sua casa occupata da altre persone ed è rimasta senza casa, ne ha dato notizia il tg4, la  vicenda si è svolta proprio qui a Roma. secondo noi è un caso molto inquietante perché non è una bella cosa trovarti da un minuto all'altro senza casa, e ancor più inquietante che le istituzioni, gli organi dello stato preposti a tutelare i nostri diritti non sono intervenuti. Intervento che invece c'è stato, ed è stato molto criticato, ad agosto nel palazzo ex sede Federconsorzi a piazza Indipendenza, dove le forze dell'ordine hanno sgomberato un intero palazzo occupato da immigrati. Se da una parte tutti hanno diritto a una casa e una situazione di vita dignitosa, va anche detto che non è possibile che il centro della città sia teatro di degrado sociale e scontri violenti. Questo è l'esempio di una situazione estremamente complessa e difficile da risolvere soprattutto nel nostro Paese, diventato uno Stato dove le regole sono scritte solo sulla carta e nella realtà non vengono applicate a beneficio dei furbi e dei prepotenti, la cosa più drammatica è che lo stato delle cose difficilmente cambierà.
Alcatraz + Staff

venerdì 13 ottobre 2017

PICCOLA MODA



Abbiamo elencato qui di seguito quattro tra i principali stilisti che si sono ispirati alla moda per i più piccoli.

Lo stilista Alviero Martini cerca di proporre sulle passerelle per i più piccoli uno stile simile al mondo adulto: per le femminucce c'è un'ampia scelta di abiti a sbuffo con ricami, applicazioni a fiocco e modelli con i volànt; leggermente più classico il maschietto con camicia bottom down di vari colori e si diverte a indossare anche blazer e gilet. Per la scuola invece ci sono anche felpe grandi per i maschietti e vestiti floreali per le femminucce.

Per la nuova collezione Sarabanda sarà un'autunno e un inverno caldissimo con pullover tricot e pellicce finte dalla mano morbidissima. Per le femminucce abbiamo abiti ricamati con ruches o maniche gonfie in stile principesco e per il tempo libero i maschietti indossano ampie felpe con cappuccio e pantaloni con il risvolto e tanto jeans.

Elisabetta Franchi ha creato la linea mini-me per far giocare le ragazzine a vestire come le mamme. Spiega la stilista: "Credo in un gusto di colore, fantasia ed estetica. Anche lo shopping può essere un momento di gioco e di complicità." Per la moda di tutti i giorni ci sono i "jumpsuit" (tuta). Per la sera sono motivo dominante le stelle. Franchi si ispira anche allo stile anni '50: in primo piano gonne a palloncino, tagli a stile impero, pantaloni a vita alta e poi piccoli dettagli come colletti fantasia in raso da abbinare a felpe. Amano sentirsi principesse!

Infine abbiamo il look rock grintoso e femminile di Patrizia Pepe, a suon di felpe, stivaletti e gonne ricamate. Come giubbotto abbiamo piumini tutti reversibili o i parka decorati da lavorazioni jacquard e pack. Va anche il denim.

D&G

Viaggio nel paese delle meraviglie Romics 2017


Recentemente a Roma si è svolto il festival internazionale del fumetto: Romics, c’erano le opere dei maggiori disegnatori e autori di fumetti, recenti e di molti anni fa. E la redazione di “Che è sto Blog?!?” era presente per raccontarvi come si è svolto l’evento. Tra i fumetti di molto tempo fa erano esposti Diabolik, Tex, Corto Maltese, Topolino ecc. E’ stato premiato con il Romics d’oro Kevin Jenkins, art director del mitico “Star Wars”. Sono state presentate diverse mostre tra le quali  una a fumetti sui  Beatles e una mostra di artisti emergenti. Una delle attrazioni principali sono stati Cosplayers giovani e meno giovani vestiti da personaggi dei fumetti o di fantasia, quelli che ci hanno colpito di più per costumi dai dettagli accurati e i trucchi, sono stati Malefica e una Trilli (personaggio della storia di Peter Pan) riconoscibilissima dalla barba e dalle dimensioni extra-large.
Abbiamo apprezzato molto l’evento che ha dato ad alcuni di noi l’emozione e l’impressione di ritornare ragazzi con i personaggi di Tex e Diabolik;  Altri  per l’entusiasmo di tuffarsi in un Paese delle Meraviglie e abitato da personaggi così particolari e chi per aver potuto salutare dal vivo gli autori fantastiche storie.


Il prossimo appuntamento si terrà dal 5 al 8 Aprile sicuramente con molte novità dal mondo dei fumetti.
Staff

Ed Elpho Muto!!!!
Un grazie speciale a Jacobsen che è venuto con noi a fare una mega sfacchinata!!!

venerdì 6 ottobre 2017

Torta Bertolina



INGREDIENTI

Uva fragola 600 g
Farina di grano tenero 00 oppure 0 400 g)
Farina di mais Fioretto 100 g)
Zucchero 1-2 cucchiai (15/30 g)
Latte 200 ml
Olio quanto basta
Lievito di birra 25 g un panetto*
Acqua quanto basta
Pizzico di sale
Zucchero a velo quanto basta


UTENSILI
Cucchiaio
Cucchiaio legno
Cucchiaino caffè
Terrina per la farina 00 25 cm (boulle)
Terrina per la farina mais 12 cm (boulle)
Tagliere 40cm
Teglia 24-25 cm bordi alti
Pennello alimentare
Bicchiere per il latte
Spargi zucchero



In una terrina unite la farina di grano tenero con la farina di mais e mescolate con un cucchiaio. Scaldate il latte sul fuoco appena è tiepido toglietelo dal fuoco e fatevi sciogliere il lievito mescolandolo con un cucchiaino fino a quando si sarà sciolto tutto. Mettete il latte in cui avete fatto sciogliere il lievito nella terrina con le farine e impastate con un cucchiaio di legno se il composto è troppo duro potete aggiungere un po' d’acqua, aggiungete un pizzico di sale, e continuate a mescolare, potete aiutarvi anche con le mani, fino ad ottenere un impasto liscio, omogeneo e morbido quindi fate una palla con l’impasto e lasciatela nella terrina. 




Coprite la terrina con un canovaccio inumidito (bagnato) e mettetelo a lievitare in un posto caldo (30 gradi) per un paio di ore circa finché non raddoppia di volume. Poi dividete in due parti una un po' più grande e l’altra leggermente più piccola in proporzione 60% e 40% circa. Mettete la parte più grande su un tagliere spolverato con della farina e allargandolo con le mani fate un disco di pasta leggermente più grande della teglia. Spennellate la teglia con dell’olio extra vergine di oliva per non farla attaccare, ponete il disco di pasta nella teglia e fatelo aderire alla teglia avendo l’accortezza di fare dei bordi alti. Mettetevi sopra l’uva fragola precedentemente pulita e con gli acini sgranati e aggiungete un cucchiaio di zucchero. Quindi con la parte rimasta dell’impasto fate un altro disco di pasta della stessa grandezza della teglia, verrà usato per chiudere la torta, facendo in modo che aderisca bene all’impasto sottostante.




 Fatto ciò spennellate la parte superiore della torta con dell’olio extra vergine di oliva e mettete in forno caldo ,precedentemente riscaldato per 10/15 minuti a 200 gradi. La torta va cotta per circa 40 minuti a 180 gradi poi toglietela dal forno e lasciata raffreddare. Quindi toglietela dalla teglia e se volete potete anche cospargerla con dello zucchero a velo e BUON GNAM GNAM A TUTTI.



NOTA

La torta Bertolina dolce tipico autunnale nasce nella città di Crema e nel cremasco in Lombardia nel XIX secolo, quando proveniente dall’America del nord, si diffonde la coltura dell’uva fragola. La ricetta sopra descritta, è una versione  della torta Bertolina “povera” e contadina e che sopra tutto piace a me. Esistono molte versioni della ricetta, e quasi tutte molto più “ricche”.





Elpho