venerdì 27 gennaio 2017

IL ’77 DI ALCATRAZ

Perché Alcatraz? - Ho deciso di chiamarmi Alcatraz perché nel mondo regnano i soprusi  e l’ingiustizia e chi si ribella finisce ad Alcatraz.


Gli anni ’70 sono stati molto duri e travagliati, specialmente la seconda metà. Si era creato un malcontento tra i giovani e gli operai ed era nato il movimento studentesco, c’erano continue manifestazioni di protesta con migliaia di studenti in piazza. Allora c’erano i cosiddetti opposti estremismi di sinistra e di destra. Per quanto riguarda la sinistra extra parlamentare le principali formazioni politiche erano Lotta Continua, Autonomia Operaia (che era la più violenta), Potere Operaio e un bizzarro gruppo chiamato gli Indiani Metropolitani. Per quanto riguarda la destra c’erano il Fronte della Gioventù e il FUAN. 

Tutte queste formazioni si scontravano con agguati e scontri di piazza e la cosa brutta è che alcuni giovani sono morti nel fiore degli anni. Ho vissuto quegli anni che ero un ragazzo ed ero di sinistra, c’era un vero odio per i ragazzi di destra e viceversa, come pure  per i celerini ed era  molto facile essere massacrato di botte  perché interi quartieri della città erano vietati all’uno e all’altro schieramento. Pur non commettendo atti violenti, due o tre volte sono sfuggito alle botte dei fascisti, mi ricordo un giorno che con i miei amici avevamo marinato la scuola e stavamo giocando a carte sul prato del Villaggio Olimpico, uno dei miei amici in vespa girava con una pistola ad acqua e spruzzò un fascista che passava con il motorino, dopo pochi minuti eravamo circondati  da una ventina di fascisti, ho pensato: “è la fine!”, ma un mio amico reagì energicamente strillando che non eravamo stati noi e non sapevamo niente, per fortuna la reazione ha calmato gli animi e se sono andati. Poco dopo sono arrivati una decina di operai di un cantiere lì vicino con manici di piccone, ai quali un amico aveva chiesto aiuto, per fortuna se ne erano andati, tra quei fascisti c’era gente che s’è fatta la galera per terrorismo, alcuni di loro erano dei NAR.

Entrambi avevamo lo stesso nemico, lo stato borghese. All’estremità di tutti questi movimenti c’erano dei veri gruppi armati, i NAR erano uno di questi, insieme a Ordine Nuovo per la destra e le Brigate Rosse e Prima Linea per la sinistra.
Mi ricordo ancora che da qualche giorno era stato ucciso uno studente di sinistra, Walter Rossi, era stata organizzata una manifestazione a Monte Mario, sapevo che sarebbe stata violenta perché lì vicino c’era una sede del Fronte della Gioventù. Con il mio amico siamo andati a vedere cosa  succedeva, più che altro per curiosità, siamo arrivati intorno alle sei di sera in prossimità della stazione e della scuola Enrico Fermi, i negozi erano tutti chiusi, i lampioni spenti, c’era buio e un silenzio spettrale, sentivamo colpi di pistola in giro non si vedeva nessuno, abbiamo capito che era il caso di tornare a casa.
Ci sono fatti storici ancora avvolti nel mistero a distanza di molti anni, i cosiddetti scheletri nell’armadio della repubblica italiana, per esempio la strage di Brescia, il rapimento dell’onorevole Aldo Moro e il suo assassinio, la strage alla stazione di Bologna, tutti fatti della storia violenta dell’Italia di quegli anni. Quelli erano i tempi in cui molti giovani avevano l’illusione di cambiare il mondo,   Che Guevara era diventato un mito, altri protestavano solo per fare casino; le grandi città come Roma venivano messe a ferro e fuoco con violente manifestazioni, che per un certo periodo furono addirittura vietate, noi di sinistra passavamo davanti a Piazza del Gesù, sede della DC, con il pugno chiuso gridando slogan. L’apice della protesta ci fu nel 1977 - 1978 con il caso Moro.
Poi con gli anni ’80 tutto iniziò a finire…
cominciarono a circolare hashish, marijuana ed eroina e il consumismo prese piede.
Il sogno di libertà di quegli anni è finito nel fumo di una canna e in un paio di jeans alla moda, volevamo cambiare il mondo ma alla fine il mondo ha cambiato noi.

Un saluto da Alcatraz

venerdì 20 gennaio 2017

Pagina attivita'

Per chiunque sia curioso di sapere quali sono le attività svolte all'interno del centro diurno, da oggi trovate la pagina in cui sono brevemente descritti tutti i nostri laboratori.

venerdì 13 gennaio 2017

Montepulciano: non solo vino..




Il viaggio da Roma a Montepulciano è stato tranquillo e sereno anche se la giornata fredda,la foschia e per alcuni tratti dei banchi di nebbia ci hanno impedito di godere a pieno del viaggio e del panorama dell'alto Lazio e della Toscana. Il comune di Montepulciano è ricco di storia ed offre al visitatore molte attrattive architettoniche e monumentali,il duomo, le varie chiese, il convento di San
Bernardo, i molti palazzi nobiliari, la casa del poeta Poliziano, la fortezza Medicea del Sangallo, la torre dell'orologio, il palazzo comunale e la chiesa di Sant’Agostino e San Biagio la cui particolarità consiste nel contenere varie statue di Sant’Agostino che lo raffigurano in vari momenti della sua vita. Inoltre per la sua posizione, si trova sulla sommità di una collina, che permette di godere di un bel panorama e grazie alle sue stradine e vicoli caratteristici, ricchi di negozi, cantine vinicole, ristoranti ed attività artistiche e culturali, offre un ampio ventaglio di scelte per il
visitatore. Tra queste offerte naturalmente la parte del leone la fa l'enogastronomia legata al territorio, cito solo il famoso "Nobile"  di Montepulciano , vino rosso D.O.C.G. Il "culto" della vite risale addirittura all'epoca etrusca. Oltre al comune "sopra" esiste il comune  "sotto",“La Montepulciano sotterranea" che può essere visitata. Ed infine se uno ama le cose particolari e bizzarre puoi visitare il museo delle torture oppure un'attrazione speciale durante il periodo natalizio  per i bambini, e non solo, è il castello di Babbo Natale.


Per godere delle bellezze di Montepulciano è bene visitarlo in una giornata di sole andando a piedi e preferibilmente nei fine settimana.

P.S. Tra tante cose belle " stonavano" gli addobbi e le luminarie natalizie delle principali vie del comune di Montepulciano.

Elpho

Conversazioni sul cinema dietro le quinte


foto dal set

Il gruppo cinema ha deciso di capirne un po’ di più su come nasce un film, siamo andati a vedere l’ultimo film di Luca Miniero "Non c’è più religione" e ci siamo fatti raccontare da Gina Neri, che ha lavorato a questo film, i segreti e gli aneddoti del dietro le quinte:

Gina, come nasce un film e quali sono le fasi di realizzazione?

Un film può nascere in tanti modi, può essere tratto da un libro, può essere inventato di sana pianta dal regista, che la sviluppa e la propone al produttore; oppure può essere il produttore stesso che ha un'idea e la propone un regista e gli chiede di svilupparla; si può prendere un film straniero che è andato molto bene, comprare i diritti e fare una trasposizione in Italia, il film in questo caso si chiama remake proprio perché esiste già come nel caso di Benvenuti al sud,oppure si può prendere spunto da un fatto di cronaca; insomma possono essere tanti modi in cui nasce un film. Per quanto riguarda le fasi della realizzazione: Una volta che si è decisa l'idea  si mette in piedi una squadra di sceneggiatori, che sono quelli che scrivono il copione, di solito tra gli sceneggiatori in Italia c'è quasi sempre il regista. Il copione viene proposto ad un  produttore che una volta convinto da una determinata idea dà il via al progetto. Questa
fase può durare dai due mesi ai due anni, in seguito in un determinato tempo si producono vari copioni e questi copioni vengono letti vengono revisionati si fanno delle note e piano piano  matura e prende la via definitiva cioè diventa l'ultima versione.

Quindi la prima scrittura è già un copione?

Sì.  Si arriva quindi alla versione finale che viene distribuita a tutti i reparti e quindi parte la preparazione cioè si devono preparare le riprese. Di solito in Italia questa fase dura un paio di mesi, si assume tutta la troupe, ogni collaboratore del regista riceve un copione e ognuno comincia a lavorarci per preparare il periodo delle riprese. Ad esempio il reparto costumi comincia a fare le prove con gli attori, Il reparto regia comincia a fare le prove  e a scegliere gli attori e tutte le figurazioni, la produzione inizia cercare i luoghi dove girare e li propone al regista con delle foto. Il regista in questo periodo di 2 mesi deve decidere tutto dai costumi ai dialoghi, a come si vestono gli attori;  c'è lo scenografo che deve arredare tutti i posti e Il fonico va a fare i sopralluoghi dove si deve girare per vedere se ci sono dei rumori che possono disturbare il film.
Insomma ognuno fa il suo lavoro di preparazione tutto coordinato dal regista, ci sono un sacco riunioni,  ognuno espone i propri problemi le proprie difficoltà si cercano delle soluzioni,  e questa è la preparazione.  Poi arrivano le riprese, Questa fase può durare approssimativamente dalle 10/11 settimane per un film italiano,   quindi tutta la troupe parte e realizza il film.   Generalmente  una troupe è costituita da una sessantina di persone ma ovviamente può variare in più in meno fino arrivare a un massimo di 100 persone: siamo come un circo, ogni giorno tutti insieme si parte con i camion e poi la sera si smonta tutto. Finite tutte le riprese C'è la fase della post-produzione in cui tutte le scene vengono montate insieme, questa fase  a volte si fa contemporaneamente alle riprese del film. Questo perché a volte L'uscita del film è programmata a breve oppure perché registra mentre gira le scene vuole vedere come vengono montate insieme perché ci può essere qualche cena o qualche  difficoltà. Una volta finito di montare il film il produttore è il distributore lo guardano ne danno un'opinione sottolineando ciò che gli piace e ciò che non gli piace; c'è un’ultima revisione del film che accontenta un po' tutti; c'è il mix che tutta la lavorazione dell'audio, poi c'è la color che tutta lavorazione dell'immagine cioè la correzione delle immagini al computer, e nel frattempo ci sono gli effetti special del film, la colona sonora di cui si occupa Il musicista, in seguito c’è il doppiaggio, i rumori poi si fa tutto un assemblaggio e viene la copia finita,  la copia definitiva viene stampata in tanti e copie digitali, anche perché adesso è tutto in digitale non c'è più la pellicola.  l'ultimissima fase è quella che noi chiamiamo del marketing cioè l'affissione delle locandine del e anche la pubblicità che fanno gli attori andando alle varie trasmissioni promuovendo il film. Tutto questo dura circa due anni.

Il regista Luca Miniero che tipo di che rapporto ha creato con il resto del cast?



Il regista  gli attori se li sceglie, è bene che abbia le idee ben chiare in quanto deve portare gli attori a recitare come lui vuole, comunque Luca un regista che crea un buon clima con gli attori sul set soprattutto poi con Bisio e con Angela Finocchiaro con cui è da tempo che lavora, ma anche con Gassman. Poi piano piano andando avanti con le riprese si crea un'intimità e anche perché si vive tutti insieme nello stesso luogo e spesso La comicità del film nasce anche sul set infatti si scherza e si fanno delle battute. Luca è molto disponibile con gli attori è sempre pronto ad accogliere dei suggerimenti e delle idee. È questo il rapporto con gli attori, poi invece il rapporto con la troupe che è tutta un'altra cosa infatti il regista tende a lavorare sempre con le stesse persone di cui conosce pregi e difetti, così la troupe può rendere subito al massimo.

foto dal set


Pensando ad un film solitamente pensiamo alla parte creativa, quanto è importante la parte creativa e quanto quella tecnica ?

Questa è una domanda difficile…...Come in tutte le arti c'è una parte tecnica Importantissima, soprattutto nelle arti collettive dove il mio lavoro deve essere il coordinatore con il tuo. La parte tecnica è enorme come ad esempio piove e ci dovrebbe essere il sole e si deve girare, abbiamo tante questioni tecniche da affrontare e questo non deve influire sulla creatività del film, cioè il regista deve avere la libertà di poter cambiare le cose di farsi venire un'idea migliore, di creare qualcosa  lì per lì. Il sistema non deve essere troppo rigido c'è bisogno di una certa flessibilità altrimenti non ci sarebbe spazio per cambiare niente, spesso si esce dalla sceneggiatura stessa. In questo ultimo film Non c'è più religione di Luca Miniero addirittura abbiamo aggiunto un personaggio che non esisteva nella sceneggiatura, la guardia del corpo di Gassman che si chiama Fuffi segnalato direttamente da Gassman per la sua particolare fisicità.

Claudio Bisio e Alessandro Gassman al di fuori del loro ruolo di attore che tipo di persone sono?
 
Foto dal set
Gassman è fichissimo è una persona molto brillante molto colta è molto legato a Roma ci tiene tantissimo, è uno che sul set è sempre tranquillo e molto carino, ha aiutato molti ci tiene tanto ed è uno propositivo. Claudio lo conosco da tanti anni lui è un simpaticone e il giullare del set spara un sacco di cazzate e ha un'energia pazzesca non sta mai fermo lo devi abbattere, prima del ciak fa ridere gli attori fa un grande casino anche lui è una persona molto carina ci tiene tanto che il film venga bene anche lui è molto propositivo ogni tanto…quando Claudio inforca i suoi occhialini e viene al monitor vuol dire che c'è qualcosa che non va….. e da lì capiamo che c'è una battuta che non gli piace, che gli sembra che non voglia dire niente o che non fa ridere, questo è il suo modo un po' più serioso.

In che consiste il tuo lavoro di preciso e quali sono le difficoltà?
                                                 
Io praticamente seguo la continuità che si occupa tra l’altro di fattori economici, infatti, il film è costosissimo, il nostro problema è il tempo, cioè, dobbiamo girare in meno tempo possibile tutte le scene quindi nella fase di preparazione, quando ognuno di noi prepara il film, c'è il reparto regia insieme al reparto di produzione che crea un piano per ottimizzare le riprese ovvero per utilizzare il minor tempo possibile. In questo piano ovviamente si da precedenza alle cose che fanno perdere più tempo come gli spostamenti di tutto questo baraccone, ad esempio questo film noi l'abbiamo girato un po' alle Tremiti un po' in Gargano poi siamo andati a Manfredonia poi delle cose le abbiamo girate qui a Roma quindi prima di tutto bisogna capire come fare meno spostamenti possibili, non si può andare  8 volte alle Tremiti, una volta che sei lì devi girare il tutto quello che c'è da girare lì quindi il copione viene smontato in varie cartelle, ci saranno la cartella delle Tremiti quella di Manfredonia quella del Gargano quella di Roma e via dicendo, ci sono ad esempio delle scene che vengono tagliate in tre pezzi perché non è detto che una scena sia girata tutta in un posto e altrimenti si mischia tutto. Poi la produzione decide di partire,ad esempio, dalle Tremiti viene presa la cartellina delle Tremiti e si considerano le scene e contemporaneamente si contattano glia attori per conoscere la loro disponibilità,  perché gli attori non è che sono sempre disponibili, ad esempio nel film in questione vi erano due attori che venivano dalla Francia e si è cercato di fare in modo che una volta sul luogo delle riprese non dovessero fare avanti indietro.
Per questo regia che deve fare un piano di lavoro che tenga conto di tutti questi problemi. Altro esempio è quello degli animali: il Lama che si vede nel film veniva da Ravenna va da sé che tutte le scene che prevedevano il lama dovevano essere girate insieme. E’ per queste esigenze che le scene non vengono girate in modo consequenziale: in un giorno si può girare la scena 20 un pezzo della scena 90 un quarto della scena 80 e il mio lavoro consiste nel fatto che io debba mantenere una continuità per non sbagliare. Io devo fare in modo che ogni scena sia coerente alla seguente e alla precedente cioè che non ci siano delle incongruenze, ad esempio se nella scena precedente un determinato attore aveva la barba lunga, nella scena seguente non può avere la barba tagliata. Il mio lavoro consiste nel tener presente tutti quei dettagli che fanno in modo che ci sia un senso in tutto questo mischiare delle scene. Ho varie tecniche per ricordare le cose prima di tutto mi scrivo tutto poi ciò che generalmente devo tener presente e ciò che non devo tenere presente, mi devo ricordare solo i dettagli che si “attaccano” prima e dopo una scena e le scrivo. Generalmente faccio tante foto e ho  la possibilità di rivedere il girato. E’ importante per me appuntare tutti i cambiamenti al copione, Infatti può capitare che il regista mi chieda le conseguenze dei cambi di alcune battute e io devo poter dire al regista in poco tempo se il suo cambiamento ha un senso nella scena seguente e in quella precedente oppure no,  quindi devo conoscere il copione benissimo.  E’ di mia competenza tutta la parte tecnica di preparazione al montaggio, la memoria,  aiutare il regista a ricordare ciò che abbiamo già girato e cosa si può aggiungere e se la scena sia completa in tutte le sue inquadrature.



Come è nata l'idea di questa sceneggiatura del film Non c'è più religione?



Praticamente dai sondaggi Istat che parlano della denatalità  degli italiani  e dal fatto che tale dato migliore considerando gli immigrati che vivono in Italia. Questo fatto ha sempre colpito Luca Miniero insieme al tema dell'integrazione che è un po' il suo tema: Nord e Sud, di persone con religioni diverse,  persone con culture diverse.

Thor