venerdì 31 gennaio 2020

Mostra "Liquid Shadow"



In occasione dell'inizio dell'anno del Topo, siamo andati a vedere una mostra di un'artista cinese, all'Auditorium della Conciliazione:

Venerdì scorso siamo andati a vedere una mostra sulle opere di un'artista cinese, Liao Pei. La mostra, intitolata "Liquid Shadow", è piccola: vi sono circa una quindicina di opere di pittura astratta, con toni che variano dal grigio scuro-nero al blu o verde. Ci capisco ben poco di arte astratta e a primo sguardo i quadri non mi dicevano molto, però soffermandomi un po' di più, in quelle ombre o fumo vorticosi e informi percepivo seppure brevemente forme umane, volti, gambe, sagome, poi a un secondo sguardo svanivano e ridiventavano ombre informi. Ho avuto l'impressione quindi, di essere circondata forse da spiriti o anime di persone esistite. 
La mostra mi è piaciuta perché anche se piccola è stata per me molto stimolante, qualcosa di etereo.

Lyf


La pittrice cinese Liao Pei ha uno stile molto particolare. Riesce a dare corpo ad immagini, le quali sono sostanzialmente dei volti umani, a partire da un qualcosa che assomiglia a tutti gli effetti a del fumo, reso principalmente con due colori, bianco e nero, a parte qualche piccola eccezione (ad esempio il blu), dal quale rende evidenti volti antropomorfi, che sembrano quasi già esistere e l'artista non fa altro che tirarli fuori usando il fumo stesso per dargli forma. In questo modo le espressioni umane assumono un carattere unico. Infatti ogni opera rappresenta un tema specifico e una propria espressività. Ogni volto rappresentato lascia spazio all'immaginazione dello spettatore circa ciò che sembra essere, infatti ognuno di noi che eravamo lì ad osservarli, ci ha visto una cosa diversa: in uno stesso volto ad esempio, essendo fatto di fumo, e quindi molto confuso, c'era chi vedeva una maschera antigas, chi un teschio, o chi semplicemente una normalissima faccia come può essere quella di chi si vede allo specchio; in un altro volto invece io ci ho visto un soldato con l'elmetto, e invece un altro ci ha visto un uomo con un cappello di quello che usano i contadini cinesi nelle risaie. Insomma, alla fine questa tecnica pittorica utilizzata dall'artista, rendendo tutto molto confuso, e quindi difficilmente riconoscibile, è come se desse vita non ad unica immagine, bensì a tante immagini quante sono quelle viste da ogni osservatore.

White Cosmos

 
 

bloggiwood - la sottile linea rossa




Scrivo su un insolito film di guerra, non recente,del 1998, che però non avevo visto. Questo film ha un cast stellare, che comprende Jim Caviezel, Sean Penn, Nick Nolte, George Clooney, Adrien Brody, John Cusack, Ben Chaplin, Elias Koteas ecc., e anche John Travolta. A Prima Vista è un film di guerra come tanti altri, in effetti nella sua trama non c' è nulla di strano, racconta la battaglia tra americani e giapponesi nel 1942 e sull' isola di Guadalcanal. Ma il regista è un "folle" visionario, un certo Terrence Mallick, uno che ha fatto pochi film, e questo lo ha anche scritto, ne è quindi anche lo sceneggiatore. Il regista "tormenta" lo spettatore, non solo con la scena di battqaglia più lunga del cinema, ma anche e soprattutto con continue interruzioni create da una specie di flusso di coscienza che rappresenta forse ciò che pensano i personaggi mentre rischiano la vita in guerra o anche ciò che pensa il regista sceneggiatore Mallick. Riflessioni che sconfinano nello spirituale, che aggiungono al tormento della battaglia quasi infinita il tormento dell' anima. Tormento che non scompare nemmeno dopo la vittoria, eppura gli USA escono dalla seconda guerra mondiale da vincitori, e si prendono praticamente un secolo di predominio sul globo terrestre, tuttavia rimane la domanda sul perché Mallick usi lo strumento artistico del film in questo modo e che significato abbia questo utilizzo. La versione originale comprendeva ben sei ore di girato e fu ovviamente tagliata poco sotto le tre ore. Non è l' unico film che "tormenta" lo spettatore o cerca di mandare qualche tipo di messaggio, anzi ce ne sono una caterva, ma questo in particolare fa porre delle domande che vanno oltre le solite domande.



 Oltre al perché di questo senso di disperazione che segue la vottoria di una guerra mondiale, viene da chiedersi se un' altra gueera mondiale è davvero fattibile oppure no, è questa la domanda che mi sembra più conseguente alla disperazione registica di Mallick. Personalmente ho letto un libro che metteva in relazione il PIL mondiale con il numero di morti della prima e della seconda guerra mondiale, basandosi sull' assunto che il PIL in guerra si tramuta da forza costruttiva a forza distruttiva. All' inizio della prima guerra il PIL era un tot, e ci furono cinquanta milioni di morti, poi all' inizio della seconda era raddoppiato e ci furono cento milioni di morti. La cosa davvero inquietante è constatare che dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggiil PIL ha subito molti altri raddoppi, ben sette o otto! Ci siamo goduti tanti decenni di pace perché in oriente nazioni grandi come continenti si stavano sviluppando, soprattutto cina e india. E se una terza guerra mondiale non si può praticamente nemmeno fare, lascio a voi intuire le ovvie conseguenze quali sarebbero, se cominciasse. Tenendo conto anche del fatto che è destino tipico di Cassandra è quello di non essere ascoltato.

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venerdì 17 gennaio 2020

C'era una volta... Sergio Leone





I nostri inviati si sono recati a vedere la mostra su Sergio Leone che hanno allestito all' Ara Pacis.
I commenti tutti positivi si sono soffermati su aspetti diversi della mostra, qui di seguito le loro opinioni:

La mostra su Sergio Leone all' Ara Pacis rievoca alla perfezione gli scenari dei film creati dal grande artista ambientati nel west americano della fine dell' 800, dove vigeva la cruda legge del più forte.
Fotografie d'epoca, scene delle riprese dei film, oggetti e abiti di scena, filmati e frasi celebri riempiono le sale del museo portandoti a conoscere nel dettaglio, in un crescendo suggestivo, ciò che poteva accadere in quell'epoca nel selvaggio west. I primi piani dei principali protagonisti dei capolavori di Sergio Leone a cominciare da Clint Eastwood, mi hanno colpito moltissimo, per il semplice fatto che i loro sguardi hanno instillato immediatamente in me quel forte senso di angoscia che sicuramente  provavano le persone dell'epoca nel momento in cui si imbattevano in una banda di malviventi pronti ad uccidere per pochi dollari, o ancor di più quello che potevano provare due duellanti in uno scontro frontale, pistole alla mano, con la morte che cominciava ad accarezzarli la pelle, pronta a prendersi la sua vittima non appena fosse giunto il momento. Tutta questa serie di forti emozioni hanno percorso senza un attimo di tregua tutto il mio corpo per l'intera durata della mostra, catapultandomi interamente in quegli angosciosi scenari, come se gli stessi vivendo in diretta, strappandomi per un pò fuori dalla vita reale.
White Cosmos


Sergio Leone, che dire? Era uno che avevo sentito nominare ma di cui conoscevo quasi niente, neanche che fosse un regista per capirci bene. Chiaramente film come " I buono, il brutto e il cattivo" 
li avevo visti ma senza mai sapere chi fosse il regista. Venerdì scorso siamo andati a una mostra su Sergio Leone all'Ara Pacis e ho scoperto più su di lui di quanto non abbia fatto nella mia vita. La mostra è chiara e strutturata bene, accessibile a tutti, anche a quelli che come me non amano il genere western. Partendo dalla sua infanzia la mostra si sofferma sui vari ambiti che hanno influenzato Sergio Leone portandolo a rivoluzionare lo stile del genere western. Ho scoperto che Sergio Leone era una persona acculturata e multidisciplinare, che ha preso ispirazione non solo dallo stile neorealistico presente nei film italiani dell'epoca, ma anche dalla pittura ( di De Chirico per esempio), dalle opere teatrali di Goldoni e dai personaggio omerici. I film di Sergio Leone nelle riprese e nel modo di rappresentare i suoi personaggi sono influenzati da tutti questi suoi interessi. In mostra c'erano anche costumi indossati dagli attori e una stanza dedicata interamente su " C'era una volta in America". Alla fine si può vedere l'influenza che i suoi film hanno avuto su altri film più recenti. La mostra è stata una piacevole sorpresa perchè  mi è piaciuta e sono uscita con un bagaglio culturale in più.
Lyf



Mi è piaciuta la mostra su Sergio Leone, io mi intendo poco di cinema e di registi, tuttavia penso si tratti di un regista epico, come i suoi film, che hanno fatto epoca, come "C'era una volta il west", 
" Per un pugno di dollari", "C'era una volta in America" , che è il mio film preferito.La mostra mi ha trascinato dentro questo film, che ha richiesto 13 anni di lavorazione, con tanto di vestiti originali del film e scene tagliate, che ho appreso essere molte, mi è piaciuta in particolare la scena dove la ragazza recita la parte di Cleopatra, scena che nel film che ho io non c'è, è il mio film preferito per diverse ragioni, l'ho sempre trovato di una particolare malinconia, impersonata in particolare da noodles, il personaggio interpretato da Robert De Niro. Come in altri film , in " C'era una volta in America" riscontro quella strana tristezza che accompagna il progresso, il film infatti si svolge in varie fasi del '900, e c'è un'impressione che attraversa il film, come se tutto andasse in malora alla fine, che è quasi inutile sperare in un mondo migliore, dato che il mondo civilizzato è già di per sè una schifezza, e il tutto visto secondo l'occhio di una gang di delinquenti sembra quasi più distaccato e disincantato. Per il resto non ho molto da dire sulla mostra, tranne che mi è piaciuto scoprire che Sergio Leone si ispirava ai dipinti di De Chirico per le sue scen clou nei western e che anche i suoi western, come "C'era una volta in America" raccontano un western dell'immaginario che un western reale.
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venerdì 3 gennaio 2020

Bloggiwood - Star Wars L'Ascesa di Skywalker




Buon anno! Puntuali come le feste anche alla fine di qust'anno è arrivato uno dei capitoli della saga più seguita e discussa dell'era moderna: Star Wars. Siamo andati a vedere per voi l'ultimo capitolo: L'ascesa di Skywalker solo per poter partecipare al dibattito perchè si sa... se non hai un opimione su Star Wars o Joker non sei nessuno! Nonostante un iniziale acorrdo sul vedere questo film alla fine sul giudizio anche il nostro pubblico si è diviso. Riportiamo qui i commenti del lato chiaro del lato oscuro dell'ultima fatica di casa Disney.
Darth Pompelmo


Vorrei parlare un po del finale diStar Wars, visto che sono già spuntati su You Tube  isoliti nerdn che fanno video e parlano proprio del finale. Ce ne sta uno che ha fatto un video di un ora, dal titolo " Il finale di Star Wars non ha senso". INVECE SECONDO ME CE L'HA! Suppongo che cio che lascia sconcertati molti fan della serie è il fatto che alla fine la ragazza guerriera, Rey Skywalker, lasci le due spade blu per prendere la spada gialla. Per me la spada gialla è la spada definitiva, quella da cui non si torna piu indietro, mentre la spada blu o spada del guerriero rappresenta sempre una fase transitoria, infatti la ragazza è diventata qualcosa di più di una guerriera, una Jedi, ha poteri magigici e ferma le astronavi con un gesto della mano e non nemmeno più voglia di uccide davvero i suoi avversari, tanto che prima li uccide e poi li resuscita. Poi il finale ha senso anche perchè l'Impero, che adesso si chiamava Primo Ordine, viene battuto e Rey riesce a farsi seguire da molta gente in questa sua lotta. La scommessa che fa è che adesso che impugna la spada gialla la seguiranno ancora. Io dico invece che quasi tutti i suoi ex seguaci gli si metteranno contro, perchè si acconteteranno di avere " Il Pianeta libero" o il "Pianeta felice", che, tra l'altro c'è una situazione che posoono anche tornare indietro, possono tornare al potere anche i Neri un'altra volta, sfruttando il fatto che, oltre alla debolezza intrinseca della spada blu, della sua scarsa capacità a essesre duratura nel tempo, poi si scatena inevitabile la guerra civile tra quelli che vogliono "Il Pianeta contento" e quelli che vogliono "Il Pianeta felice". Tanto vale a questo punto, andare oltre.
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In questo film, ultimo episorio della saga di Star wars, vengono finalmente rivelate alcune cose, soprattutto da dove proviene Rey. Oltre alle truppr del Primo Ordine si aggiunge una nuova minaccia: il ritorno dell'imperatore Palpatine e la creazione di un'armata segreta per porre fine alla resistenza. Palpatine si allea con Kylo Ren e gli ordina di trovare Rey e ucciderla. A Rey e la resistenza giunge voce, tramite una spia del ritorno di Palpatine e sarà una corsa contro il tempo per provare a fermarlo prima che la galassia sia sottmessa ai Sith. 
Non è un fil originale e non spiega come l'imperatore sia ritornato in vita. Tuttavia ci sono dei temi importanti quali: l'abnegazione, l'amore, la redenzione, i veri legami familiari che se sfruttati bene avrebbero potuto dare valore a questa nuova trilogia. Purtroppo, sebbene J.J. Abrams abbia più impegno in questo ultimo film, non è stato diretto bene né questo film né la trilogia camplessivamente. spero che la prossima volta che faranno una trilogia su Star Wars (e lo spero vivamente) si prendano il tempo per scriverla bene.
Lyf