Scrivo su un insolito film di guerra, non recente,del 1998, che però non avevo visto. Questo film ha un cast stellare, che comprende Jim Caviezel, Sean Penn, Nick Nolte, George Clooney, Adrien Brody, John Cusack, Ben Chaplin, Elias Koteas ecc., e anche John Travolta. A Prima Vista è un film di guerra come tanti altri, in effetti nella sua trama non c' è nulla di strano, racconta la battaglia tra americani e giapponesi nel 1942 e sull' isola di Guadalcanal. Ma il regista è un "folle" visionario, un certo Terrence Mallick, uno che ha fatto pochi film, e questo lo ha anche scritto, ne è quindi anche lo sceneggiatore. Il regista "tormenta" lo spettatore, non solo con la scena di battqaglia più lunga del cinema, ma anche e soprattutto con continue interruzioni create da una specie di flusso di coscienza che rappresenta forse ciò che pensano i personaggi mentre rischiano la vita in guerra o anche ciò che pensa il regista sceneggiatore Mallick. Riflessioni che sconfinano nello spirituale, che aggiungono al tormento della battaglia quasi infinita il tormento dell' anima. Tormento che non scompare nemmeno dopo la vittoria, eppura gli USA escono dalla seconda guerra mondiale da vincitori, e si prendono praticamente un secolo di predominio sul globo terrestre, tuttavia rimane la domanda sul perché Mallick usi lo strumento artistico del film in questo modo e che significato abbia questo utilizzo. La versione originale comprendeva ben sei ore di girato e fu ovviamente tagliata poco sotto le tre ore. Non è l' unico film che "tormenta" lo spettatore o cerca di mandare qualche tipo di messaggio, anzi ce ne sono una caterva, ma questo in particolare fa porre delle domande che vanno oltre le solite domande.
Oltre al perché di questo senso di disperazione che segue la vottoria di una guerra mondiale, viene da chiedersi se un' altra gueera mondiale è davvero fattibile oppure no, è questa la domanda che mi sembra più conseguente alla disperazione registica di Mallick. Personalmente ho letto un libro che metteva in relazione il PIL mondiale con il numero di morti della prima e della seconda guerra mondiale, basandosi sull' assunto che il PIL in guerra si tramuta da forza costruttiva a forza distruttiva. All' inizio della prima guerra il PIL era un tot, e ci furono cinquanta milioni di morti, poi all' inizio della seconda era raddoppiato e ci furono cento milioni di morti. La cosa davvero inquietante è constatare che dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggiil PIL ha subito molti altri raddoppi, ben sette o otto! Ci siamo goduti tanti decenni di pace perché in oriente nazioni grandi come continenti si stavano sviluppando, soprattutto cina e india. E se una terza guerra mondiale non si può praticamente nemmeno fare, lascio a voi intuire le ovvie conseguenze quali sarebbero, se cominciasse. Tenendo conto anche del fatto che è destino tipico di Cassandra è quello di non essere ascoltato.
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