venerdì 23 ottobre 2020

Una giornata a Isola del Liri


Colori, immaginazione, divertimento e tanta tanta natura: questo è stato per il gruppo di Street Art la giornata trascorsa a Isola del Liri in provincia di Frosinone. Ci siamo andati martedì 6 Ottobre per aiutare Alessandra Carloni nella realizzazione di un murales a tema ambientale. Isola del Liri dista circa un'ora e mezza in pullman, ed è un piccolo comune, molto carino, diviso dal fiume Liri, che ad un certo punto diventa una cascata. Ed è stato bellissimo perché abbiamo lavorato proprio accanto a quella cascata e il suo suono ci ha accompagnato per tutto il tempo mentre dipingevamo. 

Il murales ritrae in primo piano una gazza su un tronco d'albero, forse è l'alba, e in secondo piano un uomo delle sue stesse dimensioni, seduto sopra una casa traballante, retta da due corde fisse sul tronco, e con lo sguardo rivolto verso la gazza. Il dipinto è un forte messaggio in difesa dell'ambiente: Alessandra ha voluto mettere in primo piano la natura, rappresentata in questo gaso dalla gazza, dalla quale dipende ogni cosa. 

È stato tutto molto rilassante, emozionante e stimolante. Il murales (come tutti gli altri di Alessandra) era molto fiabesco, grazie agli elementi che lo componevano. I tanti colori che abbiamo utilizzato colpiscono subito l'occhio dell'osservatore. Le tante sfumature rendono il tutto assolutamente affascinante. Tra le altre, quelle blu sulle foglie, che richiamano i colori della notte che si risveglia, e quelle sul tronco. E intanto dietro di noi sempre il rumore dell'acqua, del fiume Liri che scorreva, con i suoi pesci che nuotavano tranquilli e indisturbati nella quiete che accompagnava il movimento ritmico delle nostre mani. Il risultato è un'opera che sembra uscita da una fiaba.

Lyf & White Cosmos

venerdì 9 ottobre 2020

Magic the Gathering

  


Oggi vorrei raccontare la mia esperienza con Magic the gathering. Esso è un gioco di carte collezionabili nato più di vent'anni fa che vanta migliaia di carte in circolazione. Il mio primo appproccio alla magia fu nel lontano 2002 quando avevo solo dieci anni. Me lo aveva fatto conoscere un mio vecchio amico vicino di casa il quale lui aveva 4 anni più di me. Mi ricordo che la prima serie con cui iniziai a giocare fu Assalto. Assalto era un'espansione fichissima perchè dentro c'era di tutto: tra bestie feroci, elfi del bosco, goblin spietati, maghetti chierici e zombie. Insomma tutto quello che si può desiderare. Il primo mazzo che comprai fu di colore rosso verde ( per chi non lo sapesse in Magic ci sono 5 colori diversi: rosso,blu,verde,nero,bianco, ognuno con le proprie specialità) costellato di bestie enormi insieme a elfi che li supportavano. Per via della scuola non c'era troppo tempo per sfidarsi, ma il sabato pomeriggio a volte boicottavo gli allenamenti di calcio insieme al mio amico ci vedevamo acasa della mia vicina. Ci sdraiavamo per terra in salone, iniziavamo la nostra lotta di magia...verso metà pomeriggio la mia vicina , la signora Irma ci preparava con cura la merenda....le ore passavano da sole e in un batter d'occhio si faceva notte. E' passato tanto tempo da quel periodo così l'anno scorso preso dalla curiosità mi sono montato un mazzo ur fenice con i risparmi. Un mazzo veloce colore rosso blu (i miei preferiti) che puntava a vincere a pochi turni dall'inizio della partita grazie ad una carta chiamata fenice dell'arcolampo che aveva praticamente vita infinita, risorgeva dalle ceneri. Così incominciai a fare i primi tornei per me era la prima volta che mi affacciavo al mondo di Magic in modo competitivo....però già dalla prima partita mi divertivo tantissimo, ogni partita era sempre una bella sfida. Ricordo che giravo Roma di notte per fare questi tornei perchè tutti quanti iniziavano alle dieci. Ricordo anche l'ansietta che mi saliva prima del match. Ogni partita era una bella gara e ogni mossa doveva essere studiata con precisione. Si doveva conoscere il mazzo dell'avversario già in partenza e riuscire a contrabbattere nella maniera più efficace. Non erano amessi errori e tutto queto comportava una grande attenzione sul gioco.Ancora non ho capito bene perchè questo mi prende così tanto ma credo perchè mi faccia usare la testa e questo mi diverte. 

Prof. Oak

Soggiorno a San Salvo

Riusciranno i nostri eroi a salvarsi dal grasso?
 

Quest' anno del soggiorno estivo non potevo aspettarmi di meglio. Tutto perfetto! Villaggio turistico spettacolare. Un bungalow a testa, tutto per noi, in perfette condizioni, tutti vicini. Tutto costruito con materiali eccellenti. E sopratutto, per finire in bellezza, cibo di altissima qualità. Porzioni abbondanti cotte al punto giusto, con un leggero condimento assolutamente gradevole, ed infine verdure a volontà! Insomma un posto da dieci e lode...... OK, adesso basta con le cazzate e cominciamo a dire la verità.  Quello che ho appena detto é tutto falso, cioè il mare era bello, il posto anche era carino, ma il resto mmm.... Allora per cominciare i bungalow che ci hanno assegnato erano a dir poco difettosi. Ad esempio il mio, tanto per dire, aveva la porta che si chiudeva soltanto al secondo giro di chiave. Se ne facevo uno solo, bastava spingere con una mano e la porta si apriva. Ma comunque a me è andata abbastanza bene stando a quanto hanno detto gli altri del gruppo con i loro. E poi soprattutto, il cibo ...mmm... mamma mia il cibo! Non posso fare a meno di rivolgergli le critiche più dure, mio malgrado. Innanzitutto, era tutto  assolutamente troppo ricco di condimento, ovvero olio e grassi a non finire. Ogni singolo componente di ogni piatto navigava , anzi annegava nel grasso, ma così tanto che chiedeva addirittura aiuto, ma sfortunatamente per questo purtroppo non c'era niente da fare, dal momento che la stagione balneare é finita proprio quando siamo arrivati noi e quindi anche i bagnini se ne sono andati. Quindi quel povero spaghetto rimasto solo solo nel piatto è morto annegato. Ooh. povero spaghetto! Un tempo ti ho voluto bene. Riposa In pace. Ma non è finita mica qui. Come contorno ogni giorno c'erano patate fritte in tutti i modi e bruschette miste come antipasto. Verdure quasi inesistenti, giusto risicatissimi assaggini tanto per gradire. Porzioni non proprio sazianti, per dirla così. Ogni tanto il grasso che c'era nei piatti veniva condito con un pò di pasta. Se chiedevamo il parmigiano ci portavano due o tre bustine da venti grammi ciascuna. Ma che ci avremmo fatto visto che eravamo in otto non lo so ..... un granello per uno forse. L'ultima sera era in menù la pizza, ma pure qui ci hanno detto che ce ne avrebbero fatte soltanto quattro. Vi chiederete il perchè?Anche io! Poi, per farci un regalo ce ne hanno portata una in più ed ancora patate fritte a non finire, ma io non le ho mangiate. Per fortuna che il paese era carino e con un pò di vita la sera quando ci facevamo delle passeggiate  dopo cena per cercare di smaltire un pò del grasso che avevamo ingurgitato.

Una cosa che ci ha fatto molto felici, soprattutto ad Emanuela l'insoddiafatta e a Giuseppe il goloso sono state le gelaterie davvero impeccabili. 


White Cosmos

venerdì 2 ottobre 2020

Estate in piscina

Ho passato una bella estate a dispetto del fatto che non ho partecipato al soggiorno di inizio settembre. Bella perché questa estate, come ogni estate, alcuni laboratori del centro diurno vengono puntualmente rimpiazzati dalla piscina, e per me non c'è posto più bello dove trascorrere la giornata. In quei giorni mi sveglio di proposito: l'appuntamento è alle dieci, al bar della piscina, e devo assicurarmi che ho tutto in borsa. Quando arrivo lì, saluto gli altri e ci prendiamo un caffè insieme. Dal bar si vede la piscina (che d'estate è all'aperto) e a quell'ora ci sono poche persone, ma già la pregusto in anticipo: è una sensazione che suscita in me la piscina sin da piccola. Dopo il caffè entriamo a cambiarci e ci avviamo alle sedie a sdraio assegnate: il quarto d'ora minimo dovuto a spalmarsi per bene la crema solare, poi entriamo. Ora vi confesso, lo sport non mi piace, odio andare in palestra, ma quando si tratta di nuotare: è l'unico sport che mi è mai piaciuto. Cosa mi piace della piscina? Tutto: la corsia, tuffarmi nella parte profonda dell'acqua, galleggiare... per quelli che praticano altri sport, non potete capire la sensazione che si prova quando ci si spinge dal muro per nuotare verso una meta indefinita. È come entrare in un altro mondo fatto di altre regole, e sono in pace con me stessa. Dopo un'ora in piscina (e non di più perché a quel punto vengo richiamata doverosamente dagli operatori) esco e mi asciugo al sole una mezz'oretta. All'una pranziamo tutti insieme e ci prendiamo un ultimo caffè prima di salutarci. Ed esco dalla giornata tutta rinfrescata per la nuotata e per la compagnia.

Lyf

B.V.M.

Ore 17, solito orario, per il solito allenamento. Borsone alla spalla e tanta felicità per dare due calci al pallone e stare insieme ai compagni di squadra. Li ho passati così i pomeriggi tra i sedici e i diciassette anni. Si tornava dalla scuola e la cosa più bella della giornata era andare a quei fottuti allenamenti. Già dalla mattina alle prime ore tra i banchi pensavo al pallone. Era più forte di me, la prof spiegava ma io avevo in testa la giornata del doposcuola che mi aspettava. La nostra era una squadra della parrocchia, con poca qualità tecnica ma con un cuore enorme. B.V.M, Beate Vergine Maria Immacolata, questo era il nostro nome. Avevamo un campionato con altre parrocchie di Roma e ogni settimana disputavamo la partita. Ma la cosa più bella di questo viaggio che ho fatto era tutto, dagli allenamenti, dalle partite e dalla rosa tutt'altro che normale... Mi ricordo il primo allenamento della squadra... era settembre inoltrato, tardo pomeriggio, il sole era ancora splendente ma un po' flebile e lasciava intravedere la fine dell'estate... questo clima, non so ma mi mette molta gioia. Luogo d'incontro, campo della chiesa B.V.M. della Giustiniana. Il nostro non era un campo dei migliori, era un campo vecchio, un campo dove dovevi stare attento quando caschi, un campo in terra battuta. Ogni scivolata per terra equivaleva ad una sbucciata, ma a noi andava bene così, non ci importava. Eravamo undici-dodici persone più il mister, non male per iniziare, a noi bastavano otto persone per avviare il campionato. Ed è così che dopo vari allenamenti generali, tra corse lungo il campo e scatti e stretching, iniziammo la prima partita più pazza tra di noi. Eravamo scarsi, ma la voglia di giocare era troppa. Si leggeva dal volto la serenità e l'allegria di stare lì in quel momento.

Prof. Oak