Prof. Oak
venerdì 2 ottobre 2020
B.V.M.
Ore 17, solito orario, per il solito allenamento. Borsone alla spalla e tanta felicità per dare due calci al pallone e stare insieme ai compagni di squadra. Li ho passati così i pomeriggi tra i sedici e i diciassette anni. Si tornava dalla scuola e la cosa più bella della giornata era andare a quei fottuti allenamenti. Già dalla mattina alle prime ore tra i banchi pensavo al pallone. Era più forte di me, la prof spiegava ma io avevo in testa la giornata del doposcuola che mi aspettava. La nostra era una squadra della parrocchia, con poca qualità tecnica ma con un cuore enorme. B.V.M, Beate Vergine Maria Immacolata, questo era il nostro nome. Avevamo un campionato con altre parrocchie di Roma e ogni settimana disputavamo la partita. Ma la cosa più bella di questo viaggio che ho fatto era tutto, dagli allenamenti, dalle partite e dalla rosa tutt'altro che normale... Mi ricordo il primo allenamento della squadra... era settembre inoltrato, tardo pomeriggio, il sole era ancora splendente ma un po' flebile e lasciava intravedere la fine dell'estate... questo clima, non so ma mi mette molta gioia. Luogo d'incontro, campo della chiesa B.V.M. della Giustiniana. Il nostro non era un campo dei migliori, era un campo vecchio, un campo dove dovevi stare attento quando caschi, un campo in terra battuta. Ogni scivolata per terra equivaleva ad una sbucciata, ma a noi andava bene così, non ci importava. Eravamo undici-dodici persone più il mister, non male per iniziare, a noi bastavano otto persone per avviare il campionato. Ed è così che dopo vari allenamenti generali, tra corse lungo il campo e scatti e stretching, iniziammo la prima partita più pazza tra di noi. Eravamo scarsi, ma la voglia di giocare era troppa. Si leggeva dal volto la serenità e l'allegria di stare lì in quel momento.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento