venerdì 17 giugno 2022

Jurassic World e i misteri della genetica


Mercoledì scorso siamo stati con il gruppo cinema all' Adriano a vedere il film "Jurassic World - il dominio". Il format del film mi sembra in linea con i precedenti Jurassic Park, cioè c'è uno scenziato imprenditore un pò folle che si mette in testa l' idea di riportare in vita i dinosauri usando il loro DNA  che si trova conservato nei reperti fossili. Si sa che il DNA è una molecola molto stabile che rimane inalterata anche dopo milioni di anni. Ma riportare in vita specie estinte è un' operazione possibile ? Io penso di poter dire che ci sono almeno due problemi di difficile soluzione: 1) capire il reale funzionamento del DNA 2) una volta che si è capito il funzionamento del DNA passare dal codice genetico a rimettere in vita un essere vivente: come si fa ? Solamente riguardo il primo problema penso di poter dare una soluzione, e questa soluzione proviene dalla mia piccola gnosi sull' informatica e sulla matematica (vedi articoli precedenti) a questo punto poniamoci delle interessanti domande: come funziona veramente il DNA ? Perchè il DNA è fatto di sole quattro parole o "istruzioni", cioè dalle quattro basi A C G T ? La mia piccola gnosi sull' informatica mi dice che l' informatica quaternaria (cioè la vera informatica) è fatta da tetrits che contengono le due istruzioni + e - e due dati 0 e 1. Estendendo questo concetto dall' informatica alla biologia possiamo dire che anche le quattro basi A C G T del DNA consistono di due istruzioni e due dati. Due basi sono istruzioni: "aggiungi materia" e "togli materia" e due sono dati: "presenza di materia" e "assenza di materia". E questo sarebbe il fondamento della genetica blu.


Fantozzi ragionier Ugo

Toccata e Farfa

La veloce gita a Farfa che abbiamo fatto in un'assolata giornata di fine Maggio è stata sicuramente piacevole, in un bel posto in provincia di Rieti, ma comunque mi aspettavo di fare qualcosa in più. Soprattutto di vedere qualcosa in più. Il bilancio è stato comunque soddisfacente. Appena arrivati, abbiamo fatto subito una breve sosta per riposarci un po', per riprenderci dal caldo terribile che abbiamo sofferto... ma de che! Si stava meglio sul pullman, con l'aria condizionata. E chi voleva scendere! Però poi siamo scesi, anche perchè la gita non prevedeva di rimanere sei ore sul pullman, ma bensì, udite udite, di visitare l'oasi di Farfa. Eh già! Abbiamo fatto anche una pausa pipì nei bagni chimici, profumatissimi. No, non sto scherzando. Erano profumati sul serio. Evidentemente avevano passato da poco qualche prodotto profumato igienizzante. 

E via via poi, ci siamo incamminati per un sentiero sterrato, in questa bellissima oasi, dove si alternavano zone molto calde e assolate a zone invece ombreggiate, dove la temperatura era decisamente più accettabile. Era quel che ci voleva per una camminata in mezzo alla natura e al verde, soprattutto se fatta in giornate così calde, a ridosso dell'estate. Maledetta estate! Cioè, maledetto caldo. Non l'estate, che è una stagione bellissima, dove si va in vacanza e ci si diverte un sacco. Perlomeno chi può.

Durante il cammino abbiamo avuto la fortuna di avere una guida speciale, diciamo un vivace intenditore di animali, uno che ha frequentato i corsi Lipu. Il dottor Pietro è uno che sa il fatto suo. Costui ne sa una più del diavolo in materia di animali. Non tutti però hanno retto alla sovraumana fatica che abbiamo fatto in quel chilometro circa che abbiamo percorso dall'inizio della nostra avventura. Eh sì! La fatica ha dimezzato il gruppo, metà del quale ha deciso con grande amarezza di tornare sui suoi passi, rifacendo il percorso all'indietro. Ehhh...! Io lo so chi sono i colpevoli: la pigrizia e la mancanza di allenamento. Qua ci vorrebbe proprio una bella scossa! 

Incredibile poi è stato il percorso di ritorno. Ci siamo infatti avventurati su di un ponticello sbilenco e malconcio alla Indiana Jones, tra la folta vegetazione e il fiume Tevere che scorreva alla nostra sinistra. Siamo però poi ritornati sani e salvi al punto da cui eravamo partiti dove abbiamo ritrovato i nostri amici pelandroni, che ci aspettavano seduti all'ombra, indubbiamente annoiati.

Eravamo ormai giustamente affamati e siamo stati così condotti a pranzo nel cortile interno dell'abbazia di Farfa dove tra il caldo, un po' di venticello e quattro chiacchiere, ci siamo goduti il meritato relax.

White Cosmos

AMORE E SESSO NELL’ ANTICA ROMA

  
Come iniziare questo articolo ? Non è semplice, forse non tutti sanno che Roma è proprio l’ anagramma della parola latina Amor. Nell’ antica Roma amore,sesso e matrimonio erano definiti dal patriarcato. Il pater familias esercitava controllo completo sulla moglie, sui figli e sulla servitù. Questo paradigma veniva in parte giustificato da una delle storie del mito di Roma: la fondazione dell'Urbe nel mitico 753 ac scaturiva dall'esercizio del controllo sulla vita di Remo da parte di Romolo, in un assassinio conseguente un litigio. Subito prima o dopo quest'evento, il mito vuole i Romani attaccassero le tribù confinanti, rapendone le donne come mitizzato dalla tradizione del Ratto delle Sabine. Queste tribù contrattaccarono onde riappropriarsi delle proprie donne, ma una delle rapite Ersilia, divenuta moglie di Romolo si frammise tra i contendenti, difendendo la condotta romana e, incoraggiando le altre donne a fare altrettanto, scongiurando così uccisioni inutili. Che il racconto sia riconducibile o meno ad un evento storico, ciò che conta è che esso esemplifica, fondandolo miticamente, il paradigma della relazione maschio-femmina nella Roma antica: l'uomo esercitava il potere, e la donna doveva riconoscerlo e agire di conseguenza. La società romana era indubbiamente maschilista e l’ emancipazione femminile non era vista di buon occhio. Le relazioni amorose erano quasi sempre all’ interno del matrimonio anche se non si disdegnavano di certo le amanti che spesso si sceglievano all’ interno della propria cerchia di amici, anche esse sposate. Gli incontri extraconiugali avvenivano quasi sempre a casa di lei, approfittando della complicità delle ancelle. I Romani risentirono dei costumi del mondo Greco, Indiano, Persiano, Etrusco, Egiziano. Possiamo definire la cultura Romana un mix di culture con il risultato di una società patriarcale molto tollerante, soprattutto nel concetto di libertà. Con l’ avvento dell’ impero Romano anche la vita sessuale assunse un concetto di estrema libertà, dove la prostituzione era molto diffusa e tollerata. A Roma erano presenti oltre 30000 prostitute. Era uso comune per un abitante dell’ antica Roma frequentare il “lupanare” luogo dove si consumava un piacevole incontro sessuale a pagamento. In genere con le “Spintriae” si pagavano le prestazioni sessuali all’ interno del lupanare e non la moneta ufficiale. Le “Spintriae” erano particolari gettoni romani su cui erano raffigurate da un lato le scene erotiche, dall’ altro il valore della prestazione sessuale. Nell’ antica Roma c’ erano valori completamente diversi da quelli che viviamo oggi. Per esempio negli eserciti i rapporti omosessuali servivano a tenere alto l’ umore delle truppe. Il sesso era una dimostrazione di potere, il matrimonio era di facciata, politico o per procreare. Nell’ antica Roma il sesso era un concetto legato alle persone con cui si faceva, non del come si faceva………...infatti erano tollerati i rapporti con schiavi o discepoli, non era tollerata la pratica passiva che spettava alle donne, o a ragazzini e uomini di rango inferiore. Con questo breve articolo spero di avervi incuriosito sull’ argomento.
Blue Jacket

venerdì 10 giugno 2022

Un sessantenne al Top


CONTRO

Nonostante l'imminente compimento dei sessant'anni, i quali oggi non sono nulla, Tom Cruise ha dimostrato ancora una volta, con il secondo episodio di Top Gun, dopo una trentina di anni dal primo, di essere ancora al "Top" della sua forma, sia di attore sia fisica, mostrando di avere ancora appunto un fisico tutt'altro che da sessantenne. Questo, per fare solo una piccola digressione, va a piene dimostrazione che a qualunque età, senza ovviamente pretendere troppo, volendo, si può ancora essere in grande spolvero. 

Detto ciò, passo ora al film...

Le mie aspettative si sono rivelate esette. Il film in sé non mi è piaciuto molto, nonostante l'ottima idea che hanno avuto per la trama, ovvero un "vecchio" aviatore della marina che viene spostato d'incarico per tirare su il morale alle nuove leve, il quale era sceso di molto, e perciò l'unico in grado di ottenere ciò, poteva essere soltanto lui, l'esperto pilota Pete Mitchell. A parte questo però, ho trovato tutto il resto molto monotono e noioso. Nei fatti, durante le circa due ore di film, succede poco e niente, a parte a mio parere due cose: il progredire dell'idea di partenza e l'eccitazione provata mentre i piloti erano a bordo dei loro aerei per addestrarsi. 

Quando i film sono fatti così, ovvero con praticamente un'unica situazione che dura due ore e viene ripetuta continuamente fino alla fine, con pocchissime variazioni, non mi piacciono e mi annoiano a morte. Non si può semplificare tutto così, riducendo al minimo gli avvenimenti, allungando il tutto in un minestrone di due ore e passa facendo di conseguenza calare subito l'interesse dello spettatore che segue la storia. In un film deve succedere qualcosa di più, che deve mantenere vivo l'interesse di chi guarda, fino alla fine.

 White Cosmos

 

Il film di Tom Cruise non mi è dispiaciuto, tuttavia non ho potuto esimermi dal notare che il tutto era una grossa "americanata" così come il precedente Top Gun, o forse ancora di più del primo. Nonostante la bellezza di alcune scene di volo degli aerei da guerra, le portaaerei etc, non riesco a digerire quel messaggio di fondo secondo il quale alla fine della storia sono sempre gli americani a vincere. Questo non era poi così vero già nel 1986, l'anno di uscita del primo film, e a maggior ragione non è vero adesso, che siamo nel 2022. 

Fantozzi ragionier Ugo

PRO 

Il film , che siamo andati a vedere col gruppo blog del centro diurno, mi è veramente piaciuto. La trama era semplice ma molto bella, perché esprimeva buoni sentimenti, tra cui molto forte l'amicizia tra gli aviatori, che per qualcuno di loro ha significato anche rischiare la vita per l'altro. 

Non mancano gli atti di eroismo e, di questi tempi, in cui siamo tutti nella globalizzazione, da' un senso di maggiore umanità. 

Anche le musiche erano belle, molto allineate con le altre componenti del film.

Fata Morgana

La Pace cerca casa

 

 

La Pace era in viaggio per il mondo. Cammina, cammina, lungo una strada, trova una grande casa colonica, abitata da una famiglia numerosa, Padre, madre e cinque figli: La Pace è stanca e affamata e chiede se si può fermare: Ma il capofamiglia, il padre, le dice che non può ospitarla, non hanno spazio in casa! Sono già in troppi. Allora la pace riprende il suo cammino. Cammina, cammina, ad un certo punto arriva in una grande città. Dove ci sono ristoranti, negozi, palazzi, etc. Si avvicina a una bella villetta che ha anche una piscina e un bel giardino, e suona il campanello. Din-don. Un domestico in livrea viene ad aprire il cancello e si presenta: “sono il maggiordomo della casa cosa vuole? Le chiede” La Pace risponde: “un posto dove dormire, perché sono stanca. E del cibo, perché ho fame. Il domestico la guarda in modo torvo, e le dice di aspettare che deve chiedere al commendatore Armamenti. Il padrone della villa. Rientra. Dopo un po’ ritorna e gli dice che il commendatore è dispiaciuto, ma non può ospitarla. Perché sta partendo. Deve andare all’estero. E chiude il cancello. Allora la Pace riprende il suo cammino. Cammina, cammina, si ritrova in una stradina irta e impervia che porta in cima a una montagna. Ad un certo punto, vede una fessura nel costone della roccia, e vi entra in cerca di un riparo perché si è fatta notte. Qui trova un uomo sporco e vestito di abiti cenciosi. Gli si avvicina e gli parla: “salve sono la Pace sto cercando un posto dove riposare e dove mangiare qualcosa.” L’uomo le risponde: “salve a te, o Pace. Io sono un eremita e da anni vivo da solo in questa fessura della montagna. Sapessi da quanto ti sto cercando, e quante volte ho desiderato di incontrarti e di conoscerti! Sono felice di ospitarti, e di dividere con te ciò che ho. Io qui vivo da solo, e mi nutro di piante selvatiche e frutta che raccolgo. Non ho mobilio, e dormo sulla nuda pietra, e bevo acqua di fonte. “ La Pace:” non importa. Questa sarà la mia dimora. Mi fermo qui. La propria casa, non è una villa o un appartamento, ma è il luogo dove c’è una persona, almeno una che ti pensa e ti aspetta. Aspetta che tu ritorni da lui. Quella è la tua casa.” Eremita: “va bene. Allora questa sarà la nostra casa! Sono Felice!” Pace: “anch’io! Dimmi come ti chiami?” Eremita: “gli altri uomini mi chiamano Follia.” 

 

Nonno Elpho