venerdì 17 dicembre 2021

Due folli lettere a Babbo Natale


Letterina di un folle a Babbo Natale

 

Caro Babbo Natale, quest' anno ho fatto il bravo!!

Non ho stranggolato o fatto a pezzi nessuno.Nemmeno quelli a cui stavo antipatico e me dicevano: scemo, scemone, ecc. Me so limitato a daje foco, anzi prima li ho cosparsi de benzina e poi gli ho dato foco.  Co sto freddo, jo pure fatto un favore, anche perché la benzina costa un botto. 

Inoltre ho fatto der bene!! Ho aiutato una vecchina a trasportare a casa mia le sue buste della spesa e ad un' altra l' ho alleggerita della pensione.

Che vuoi di più? Ho dato er massimo!!

Quindi mi farebbe piacere ricevere come regalo una bomba atomica!! Mi basta anche una bombetta da un megatone! Vorrei buttalla su quarche sito o base missilistica nucleare! Così per non far torti a nessuno! Sai che botto! E poi li casini, se divertimo come pazzi!

Me raccomanno, non dì niente a nessuno, e portamela direttamente a casa mia - con la slitta trainata dalle renne - che per posta nun se sa quanno ariva, e se ariva. Devi venì a Roma in via dei Pholli cor ph iniziale. Er numero è triplo zero. Nun c' è er caminetto, ma tu scendi dar tetto. Io sto ar secondo piano e sur campnello troverai scritto signor Moria. Nun te sbajà!

Con affetto, un amico.

Buon Natale da Nonno Elpho. A tutti, ma sì!  Anche a James!



Lettera di Fantozzi a... Babbo Normale

Caro Babbo Normale, 

tu che sei il cugino sfigato

di Babbo Natale

pensaci tu a me!

e poi che dire di Babbo Natale, 

in un mondo dove tutti pensano solo ai soldi, 

un tizio che fa regali a tutti che è?

In realtà Babbo Natale è pazzo più di me!

Caro Babbo Normale,

io vivo in un monolocale, 

non sono come Berlusconi, 

pieno di ragazze e di milioni...

Fammi trovare una fidanzatina,

piccola, timida e carina,

pulisco e mi faccio da solo i panni,

cribbio, sono solo da vent' anni!

 

Fantozzi ragionier Ugo

QUANDO L' ULTIMO VINCEVA

Riccardo, il nostro insegnante di teatro, nonché attore di teatro lui stesso, ha colpito ancora. D' altra parte, conoscendolo, è difficile pensare che non colpisca quando recita. E' stato davvero, davvero bravo portando in scena l' incredibile quanto bizzarra storia dello “sfortunato ciclista” Luigi Malabrocca, il “Luisin”, in un' esemplare interpretazione che ci ha anche raccontato un pezzo di storia del giro d' Italia nel secondo dopoguerra, quando gli italiani, e non solo, sconvolti ed estremamente provati dalle atrocità vissute, si sono ritrovati nel ciclismo, facendo tifo sfrenato per i propri idoli della pedalata, in un tentativo di riprendersi da quanto di peggio l' essere umano si è dimostrato capace di fare. La storia raccontata mi ha catturato fin da subito, anche perché già sapevo che Riccardo avrebbe interpretato in modo superbo il personaggio di Malabrocca. A dir la verità mi aspettavo che fossero più di uno gli attori in scena, e invece sono stato sorpreso nel vedere una persona sola, ovvero lui, Riccardo. Ho detto, vabbhè, adesso entrerà qualcun' altro, però il tempo passava e non entrava mai nessuno. E' rimasto a recitare soltanto lui per tutto il tempo. Bhè, che dire.... Grande! Eh sì, ha fatto tutto da solo, interpretando tra l' altro tutti i personaggi coinvolti, sudandosela per quasi due ore, senza pause, alternando momenti di interpretazione, facendolo in dialetto milanese, ovvero il dialetto che era di Malabrocca, che guarda caso è anche quello di Riccardo, e di fatti lo ha fatto perfettamente, a momenti di racconto. E ripeto, tutto questo per quasi due ore di fila... Il tempo passava, ed io ogni tot mi dicevo: “Va bhè, starà per finire. Ormai è tanto che sta recitando!” Ed invece ogni volta vedevo che continuava, imperterrito e ostinato ad interpretare il suo personaggio, fino ad arrivare a quasi due ore. Sì, lo so, è la terza volta che lo ripeto, ma perché sono rimasto veramente colpito dinnanzi alla bravura di Riccardo, intesa a 360°. Non che non me l' aspettassi, però..... Noi del pubblico lo vedevamo recitare, comodamente seduti, mentre ci godevamo il tutto, ignorando magari il fatto che davanti a noi c' era un uomo, non un essere sovrumano, ma una persona che come tutti si stanca, e lui sicuramente si stava stancando piano piano, anche perché aveva già recitato la sera prima, e lo avrebbe fatto anche quella dopo, ma avendo ben in mente il suo ruolo, ha proseguito nel racconto di questo povero ciclista che arrivava sempre ultimo, ma che qualcosa riusciva in qualche modo lo stesso a guadagnare. Dalla sua aveva comunque l' astuzia e l' intelligenza, e in questo ha dimostrato, vista la sua storia al giro d' Italia, di non essere affatto l' ultimo. Anzi credo fosse assolutamente il primo. Infatti, una volta capito il giochetto, essendo furbo, ha anche capito che forse gli conveniva proprio arrivare ultimo. E così ha continuato a fare di lì in poi. Per fortuna Riccardo, nonostante la stanchezza che sicuramente stava provando (quasi due ore senza pause... Questo è un mostro!), ha messo al primo posto noi del pubblico, scegliendo così di farci conoscere l' incredibile storia del ciclista più scarso, ma al tempo stesso più astuto della storia. 

White Cosmos

venerdì 3 dicembre 2021

Il povero Fantozzi salle prese con l' arte moderna

Venerdì scorso era una giornata davvero uggiosa tanto che il povero Fantozzi l' aveva già etichettata come un giorno da lupi ma noi imperterriti utenti ed operatori del gruppo blog siamo andati allo GNAM! Infatti l' appuntamento era proprio fatto così, ci vedaimo davanti allo GNAM davanti ai leoni. La mia intrepida collega Moh giustamente non riusciva a capire niente di questo appuntamento anche perché sta imparando l' italiano ma io stesso ci ho messo una settimana a capire che GNAM era Galleria Nazionale d'  Arte Moderna, figuriamoci la povera Moh! Bene, allora tutti intabbarrati ed ombrellati siamo infine giunti dentro questo GNAM e... Ovvove! Cosa ci è toccato vedere, un tristissimo spettacolo, adesso vi racconto... L' arte moderna! E che è mai l' arte moderna? Un semplice trucco per fare soldi... Io da questa esperienza ho rafforzato le mie convinzioni, cioè io penso che esista l' arte in senso universale, quindi per me non esiste né l' arte moderna né quella antica, esiste solo l' arte quando e solo nel caso in cui sia vera arte. E quindi voi lettori di questo tristo articolo provate a mettervi nei panni del povero Fantozzi, che entra dentro lo GNAM e si trova davanti un uovo gigante, ed ha l' impulso di prenderlo a calci; poi vede delle sedie e pensa "Ah, ci si può sedere", poi invece pare che quelle sedie erano un' installazione; poi un quadro con la tela lacerata da diversi strappi o tagli e lui ha la tentazione di aggiungerne uno; poi delle carcasse di mucche che pendevano dal soffitto e lui ha la tentazione di prenderle a pugni come faceva Rocky Balboa in Rocky 1! Insomma questa è l' arte moderna, o così mi pare, una collezione di solenni baggianate prive di senso alle quali viene attribuito un valore! E infatti alla fine della mkstra, per i poveri ingenui che non capiscono un tubo di ciò che hanno visto, c' erano pronti molti libri da comprare!

Fantozzi ragionier Ugo

UNA LENTA CONOSCENZA

 


Il primo impatto con questo genere musicale è stato tanto devastante quanto eccitante. Una fortissima scarica di adrenalina ha percorso tutto il mio corpo con tanto di brividi, ed ha lasciato il segno. Un segno indelebile che mi sarei poi portato dietro fino ad oggi. E la vedo difficile che le cose potranno mai cambiare (per mia fortuna!). Infatti più che un segno, è un solco, un' incisione profonda che oramai si è radicata in me come nient' altro è mai riuscito a fare. Questo è stato il punto d' inizio della mia avventura fra le note del metal. Da quel momento, si, ho ascoltato metal, ma dati i pochi mezzi a disposizione per approfondirne la sua conoscenza (non esisteva ancora YouTube ad esempio), i gruppi che ascoltavo e di conseguenza anche i generi, si potevano contare sulla punta delle dita. Inizialmente erano gli Iron Maiden e i Metallica, rispettivamente della corrente “NWOBHM” (New Wave of British Heavy Metal) e della corrente Heavy/Thrash, i quali sono coloro con cui sono cresciuto musicalmente. Al primo ascolto, devo dire che l' adrenalina aveva preso il posto del sangue, tanta ne aveva prodotta il mio corpo. Più che un cuore, mi sembrava di averne cento, che battevano tutti insieme a ritmo di musica. Le mie vene pompavano come non mai. Ero carico di eccitazione. Avevo scoperto una musica straordinaria, totalmente diversa da tutte le altre. Più avanti con gli anni ho via via conosciuto altri gruppi, che andavano ad aggiungere nuovi generi di metal a quelli che già conoscevo ed ascoltavo fino ad allora, e la cosa che mi colpì maggiormente fu che questi gruppi suonavano una musica di gran lunga più dura e veloce di quella che avevo ascoltato per anni e che mi aveva fatto innamorare del metal, aggiungendoci pure il “Growl”, ovvero una sorta di “ringhio”, una voce spaventosa che sembra provenire da un altro mondo, tipica dei generi più estremi. Questo viene infatti utilizzato dai cantanti di questi gruppi per dare un ulteriore tocco di brutalità a questa musica, estremizzando ancor di più il tutto. I gruppi in questione sono: “gli In Flames, appartenenti alla corrente melodic death metal; i Children of Bodom, che vanno più sul melodic black. Mi ricordo ancora oggi quando ho ascoltato per la prima volta la canzone “Needled 24/7; sono rimasto senza parole. La sua velocità e potenza erano assurde, e lo scream del cantante lo era altrettanto, almeno per i miei standard dell 'epoca. Non avevo mai sentito niente del genere prima di allora. Poi con gli anni tutto ciò venne ulteriormente spinto oltre e forzato fino a livelli indescrivibili, che a volte potrebbero anche risultare “inaccettabili” per alcuni. Il loro fondatore e frontman Alexi Laiho, grandissimo chitarrista, è morto alla fine dello scorso anno a 41 anni, per “degenerazione indotta dall' alcohol dei tessuti connettivi del fegato e del pancreas”. Inoltre aveva un cocktail di antidolorifici, oppioidi e farmaci per l' insonnia nel suo sistema. Sembra non si volesse far aiutare...; i Sonata Arctica, con il loro melodic power, caratterizzato da tinte fantasy, sia nei suoni che nelle liriche, più “leggero” dei precedenti due; i Cradle of Filth, con il loro gothic prima e symphonic black poi, i più estremi fino adesso. Il loro cantante, Dani Filth, ha uno scream che mette i brividi; ed infine i grandi maestri della tecnica: i Dream Theater, che sono stati per tantissimo tempo il mio gruppo preferito, portandomi anche ad avere il loro, il progressive metal, come mio genere preferito, rimasto tale fino a poco tempo fa, quando piano piano, ma neanche troppo, i miei gusti hanno cominciato ad evolversi e a cambiare, nonché ad aggiungersene di nuovi. Le nuove scoperte in questa musica non hanno davvero mai fine, e nuovi generi continuano tuttora a nascere. Ma di tutto questo parlerò nella prossima puntata “Nuovi generi, nuove emozioni”. Un saluto dal mondo del Metallo. 

 White Cosmos

Nucleare

 

L’ argomento del nucleare ha sempre suscitato numerosi dibattiti, ci sono alcuni che sono favorevoli, altri sono sfavorevoli. Lo scopo di questo articolo è analizzare i pro e i contro di questo tema. L’ Italia si è detta contraria già nel 2011, mantenendo la posizione assunta nel 1987, ma a livello europeo bisogna ancora decidere se inserirlo nelle fonti di energia sostenibili e dedicargli alcuni investimenti. Bisogna considerare che non esiste un sistema completamente pulito per produrre energia, sicuramente non si può pensare di fare tutto eolico e solare, infatti il sole e il vento non sono presenti tutto l’ anno, quindi questi tipi di energia non sono sempre disponibili. L’impatto ambientale del nucleare, inoltre, è paragonabile a quello delle energie rinnovabili, quello che veramente fa paura del nucleare sono le scorie e la sicurezza. Sono problemi relativi, infatti, l’ uranio ha una densità altissima, questo vuol dire che le scorie che si producono sono volumi ridottissimi. A parità di energia, nessun’altra fonte produce così pochi residui. Le scorie radioattive rimarranno tali per lungo tempo, e questo è innegabile, ma oggi esistono metodi per lo stoccaggio in sicurezza e procedure per reciclarle e possono essere utilizzate per produrre nuova energia. Il pericolo di un incidente nucleare si può dire che sia elevato, sebbene la portata dei disastri di Chernobyl e Fukushima sia stata esagerata dai media. Nel primo caso, il disastro è stato provocato da un errore umano, mentre il secondo è stato la conseguenza di un altro disastro naturale nella cittadina giapponese: terremoto e conseguente tsunami. Si stima che le emissioni nucleari di Chernobyl siano state di 400 volte superiori a quelli della bomba atomica su Hiroshima. Il rischio di un incidente nucleare invece è molto piccolo, perché le misure di sicurezza oggi sono tali che persino eventi estremi in grado di danneggiare un reattore non si tradurrebbero in dispersioni di radiazioni all’esterno della centrale. Inoltre, se si considerano i danni che fanno i combustibili fossili in termini di morti per inquinamento e di riscaldamento globale, il nucleare risulta molto più sicuro. E’ necessario, però, spendere molto in sicurezza, considerando anche che la centrale può essere colpita da attentati terroristici o da furto di materiale. Inoltre, se da un lato l’ utilizzo dell’ energia nucleare si traduce in un risparmio per uso domestico, dall’ altro i costi sono molto alti per produrre e gestire i vari impianti. In questo caso, infatti, bisogna anche considerare costi di realizzazione, messa in funzione, manutenzione, sorveglianza, smantellamento e messa in sicurezza di una centrale nucleare quando viene dismessa. Il dibattito è ancora aperto e, a quanto pare, destinato a non chiudersi in breve. Se da una parte l’ Italia ha detto no al nucelare già da tempo, dall’ altra il ministro Roberto Cingolani ultimamente ha riaperto la questione sul nucleare, infatti alcuni politici in Italia sono favorevoli a questo tipo di energia. 

Blue Jacket

venerdì 19 novembre 2021

La scoperta della vita

 


E' cominciato tutto circa a metà degli anni novanta, quando stavo alle scuola medie. All' inizio non mi rendevo conto di quanto stava avvenendo. Stavo scoprendo quella che sarebbe poi diventata la più grande passione della mia vita: “la musica”. Se ripenso però ora a che genere di musica ascoltavo allora, rabbrividisco. E mi viene anche un po' da sorridere; anzi da crepare dalle risate a dire la verità. Avevo cominciato ad ascoltare la musica che ascoltavano più o meno tutti a quei tempi, una musica commerciale, una musica per giovani, rappresentata da gruppi e cantanti quali Jovanotti (porca miseria...!); le Spice Girls; Michael Jackson, forse il mio preferito dell' epoca, che ho anche imparato a ballare; i Jamiroquai, che è più musica funk; gli Oasis; e per finire in bruttezza, mi vergogno un sacco, gli Aqua... mamma mia! Eh sì, mi viene proprio da ridere ogni volta che ci ripenso. Mi faccio quasi tenerezza. Comunque, erano soltanto i gusti dell' epoca. Seguivo le mode e mi lasciavo trasportare facilmente dai gusti di massa, per via anche di MTV, che seguivo abbastanza e dava questi gruppi. D' altra parte, non conoscendo altri generi all' infuori di questi, pop in cima a tutti, perché questi davano in televisione e alla radio, visto che Internet era soltanto agli albori e quindi non veniva ancora utilizzato come mezzo per ascoltare musica, non potevo far altro che ascoltare anche io questa musica e lasciarmi influenzare da essa. Praticamente non ho ascoltato altro per tutta la seconda metà degli anni novanta, ovvero durante i primi anni della mia adolescenza. Poi, verso la fine di quegli anni, la svolta. Ho avuto infatti in quel periodo il mio primo incontro con un genere che nulla aveva a che vedere con tutto ciò che avevo ascoltato fino ad allora. Un genere caratterizzato da sonorità a me completamente sconosciute, mai ascoltate prima: “il metal”. Sono rimasto letteralmente fulminato. Suoni duri, netti, potenti, e, per me, assolutamente affascinanti, resi tali grazie a strumenti quali chitarra elettrica, basso e batteria, i quali riescono a dare qui il meglio di sé, e ad offrire alle mie orecchie tutto ciò che esse richiedono per poter godere del meglio che, a me, la musica può offrire. Il metal esisteva già da circa un ventennio, nella sua consacrazione definitiva, da prima che io nascessi, quando tutta la corrente hard rock dei tardi anni settanta comincia a trasformarsi in qualcosa di più estremo. I gusti musicali di chi seguiva quel genere di musica cominciavano a richiedere suoni più duri e più veloci, accompagnati da voci altrettanto forti, con tonalità molto alte, e spesso urlate. Nacque così l' heavy metal. Anche se c' è da dire che, per trovare i primi vagiti di questo genere, di quello che viene definito in un certo senso proto metal, bisogna tornare ancora più indietro nel tempo, ovvero ad un decennio ancora prima, cioè a metà degli anni sessanta, e principalmente in Inghilterra. Per fare un esempio, i Black Sabbath, tra i capostipiti del genere, anche se a me non piacciono. In quegli anni, infatti, c' è la vera nascita del metal. Esso rappresenta per me la musica più bella e affascinante che esiste al mondo, che mi suscita e mi scatena dentro un' infinità di sensazioni fortissime, dirompenti, come nessun altro genere può fare, e mi permette anche di sfogarmi nei momenti più brutti, di tristezza o di ansia, ma soprattutto nei momenti di rabbia. Non c' è niente di meglio di un bombardamento di musica metal quando sono arrabbiato. Mi ritira immediatamente su il morale che era a pezzi un attimo prima e nel giro di poco mi fa sfuriare tutta la rabbia che avevo entro. Un' esplosione nucleare di dimensioni mai viste. E' una sensazione straordinaria. E riesce a farlo ogni volta. E' pazzesco. Questa musica ha una forza davvero mostruosa, ed io le devo tantissimo. I suoi effetti benefici su di me sono veramente tanti. Mi rammarico soltanto che purtroppo questa musica così incredibile non viene ancora apprezzata come meriterebbe, perché ha veramente tanto da offrire, anche perché è rappresentata da una miriade di sottogeneri. Ce n' è per tutti i gusti e per tutti gli stati d'animo. Ma rimane purtroppo tuttora ancora nell' underground musicale. Io trovo che dovrebbero farla ascoltare di più trasmettendola nei canali di musica più seguiti dalla gente, magari, perché servirebbe, spiegandola, parlandone, per farla capire, in modo che arrivi nel modo giusto alle persone, magari così verrebbe maggiormente apprezzata e meno denigrata, e uscirebbe da quel luogo buio dove si trova ora. Stay up; Stay tuned; Stay Metaaaaaallllll!!!!!!! 

 

White Cosmos

venerdì 5 novembre 2021

ROSSO AUTUNNO (Elogio alla morte)

 

 

I grandi alberi cominciano a spogliarsi, perdendo una parte fondamentale di loro, ciò che li ricopriva e rendeva le loro braccia piene di colore, e di vita.

La madre scelse per loro il colore verde, il verde della speranza, la speranza di una futura rinascita, e ai quali infonde nuova vita.

Ma per essi viene anche il momento della perdita, della morte, come avviene per tutte le forme di vita. Ma essa è una morte dolce, perché avviene per mano della loro madre, madre natura, che li accompagna con una carezza verso il passaggio, dopo un intenso anno di rigogliosa vita, che ha regalato fiori e frutti al resto del mondo, spargendo i loro semi.

Ed ecco che le foglie cominciano a cadere, una ad una, passando dal colore verde al colore rosso, che diverrà poi spento, morto, e la foglia terminerà la sua esistenza, ricoprendo viali, giardini, strade, piazze, giacendo così sul suo letto di morte, in un colore che non c' è più.

Ma lassù, in cima ai grandi alberi, si sta già provvedendo a generare nuova vita, che arriverà dopo una lunga e sofferta gestazione, regalando di nuovo fiori profumati e colori meravigliosi al resto del mondo.

 White Cosmos

Fantozzi sbarca a Montesanto

Per colpa di Nonno Elpho sono finito a suonare il pianoforte a Montesanto. Ma un attimo. Chi è mai Nonno Elpho e cos'è Montesanto? Nonno Elpho non vi posso dire chi è, è uno dei padri fondatori di questo blog ma ha qualcosa in comune con il ragionier Filini. E poi se Filini e Fantozzi si incontrano incominciano i guai, come infatti vi vado a raccontare. Il povero Fantozzi cerca da tempo immemorabile un laboratorio che non c'è, il laboratorio di musica nel quale divertirsi a fare un po' di musica vera. Ma in verità in verità vi dico che questo laboratorio non esiste (e sigh non esisterà mai) e ordunque Fantozzi si accontenta di ciò che trova. Ed ecco spiegata la situazione che si sta creando al centro diurno di Montesanto. Il laboratorio quivi è di percussioni e per un caso fortuito adesso tutti gli strumenti armonici sono liberi, l'altra volta c'era il solo Fantozzi al pianoforte e tutti gli altri avevano uno strumento percussivo. Ma adesso vi racconto il guaio più grosso che il povero Fantozzi deve sopportare, cioè dopo una sessione del laboratorio non dormo per due notti consecutive! E questo perché me tapino ho l'ambizione di portare agli utenti del centro diurno di Montesanto la musica vera, quella con gli accordi a quattro note e anche di più, abbondiamo. Ma infatti Fantozzi sta già pensando di ripiegare sui più noiosi accordi a tre note perché vabbè che Nonno Elpho è simpatico e somiglia nelle sue mostrose iniziative al ragionier Filini, ma Fantozzi non può perdere il sonno per via di un laboratorio a Montesanto, quindi si dovrà trovare un qualche compromesso, magari Fantozzi fa gli accordi complicati quando Nonno Elpho canta, e quindi si decida a cantare! Oppure magari costui piano piano verrà trascinato da Fantozzi ad interessarsi alla teoria musicale.


Fantozzi ragionier Ugo

venerdì 22 ottobre 2021

L'amazzonia secondo salgado


Nel mondo di oggi il valore della cultura sta perdendo ogni giorno che passa di significato. L’ avvento dei social network e di internet ha fatto perdere alla cultura quella consistenza che ha per natura. La globalizzazione in pratica ha semplificato l’ accesso a una miriade di informazioni prima inaccessibili, nonostante questo per fortuna la vera cultura è ancora viva e vegeta. Se internet e i social network vengono usati con intelligenza possono arricchire il nostro patrimonio culturale, personalmente non ho mai fatto uso dei social network e credo che mai lo ne farò, dal momento che in questi luoghi virtuali circolano molte informazioni false e vengono usati per lo piu’ per divertimento. Per cultura in modo semplicistico si intende l’ insieme di conoscenze che un individuo possiede, l’ importante è non confondere la parola “conoscenza” con “informazione”, perché la differenza è notevole. E’ interessante conoscere il significato di cultura in un contesto più ampio, per esempio, quello filosofico per capire meglio questo concetto. In filosofia per cultura si intende la formazione dell’ uomo attraverso l’ affinamento del suo spirito; in senso piu’ specifico, il processo che conduce l’ uomo a realizzarsi in ciò che propriamente costituisce il suo essere, ossia il complesso delle sue realizzazioni che, da un punto di vista soggettivo, si manifestano negli usi e costumi di un popolo o di un’ epoca e, da un lato oggettivo, nei prodotti artistici e intellettuali. In senso individuale i Greci, per esempio, identificavano la cultura con la paideia, cioè l’ educazione proveniente dalle “buone arti”, cioè la poesia, l’ eloquenza, filosofia etc…………..capaci di esprimere nell’ uomo cio’ che egli è e deve essere. Un risultato che poteva provenire solo da uno stretto connubbio dell’ uomo con la filosofia, l’ unica capace a dargli la conoscenza di se stesso e del mondo e di guidarlo nella ricerca della verità; altrettanto necessaria è però all’ uomo una stretta conoscenza con la vita della comunità, entità sociale che sola consente all’ uomo di realizzarsi: questa esigenza trova la sua massima realizzazione nella repubblica di Platone. Invece i Romani sintetizzarono il concetto di cultura, nel termine humanitas, insistendo su quanto è idoneo a esprimere l’ uomo nella sua interezza. In questo concetto classico della cultura sono escluse sia l’ attività meramente utilitaristica, cioè arti, mestieri, lavoro manuale sia quella che ha come oggetto il destino ultramondano dell’ uomo. Si tratta di un ideale aristocratico e naturalistico assieme, che sceglie la via contemplativa per raggiungere la sapienza, fine ultimo della cultura. Sono concetti che sembrano astratti ma sono concreti, la vera cultura ci rende liberi di scegliere ciò che è giusto e che è sbagliato in modo più semplice. Si potrebbe avanti per numerose pagine e approfondire il concetto di cultura, ma non è questa la sede adatta. Per fortuna al centro diurno di via Antonino di Giorgio organizzano numerose gite e mostre, come quella del fotografo Salgado, che ha fotografato l’ amazzonia e gli indigeni, in questo modo si ha la possibilità di accrescere la propria cultura personale.

Blue Jacket

 


Credevo di aver messo piede direttamente nella foresta amazzonica quando sono entrato nella sala del Maxxi dove è stata allestita la mostra, ma invece ero soltanto a Roma, all' interno di un museo. Peccato! Infatti l' emozione che ho provato in quell' istante è stata molto forte, un colpo dritto nella mia anima e, grazie a come il tutto è stato impostato e alle scelte fatte, ovvero il fatto di far calare dall' alto fino ad altezza d' uomo, tramite dei fili pendenti dal soffitto, questa sorta di schermi luminosi contenenti le fotografie del maestro Sebastiao Salgado; la scelta stilistica del bianco e nero che fa risaltare ancor di più la profondità delle immagini; gli schermi posizionati nello spazio vuoto, uno dietro l'altro, come per darti l' impressione di avanzare nella foresta; tutte queste scelte, tutte  azzeccate secondo me, hanno fatto sì che io mi sentissi letteralmente risucchiato all' interno di essa. Da quella prima, fortissima emozione iniziale, ne sono seguite via via, andando avanti nella mostra, molte altre, sempre molto forti, anche se diverse l' una dall' altra. I magnifici paesaggi naturali, estremamente suggestivi, ove appunto la natura regna e l' uomo non è nulla dinanzi ad essa, risaltati oltremodo dai colori in bianco e nero nelle loro sfumature, rappresentano la parte della mostra che mi ha maggiormente colpito e catturato con la sua maestosità e bellezza fin nel profondo della mia anima. Scatti anche dall' alto, per mostrarci l' immensità di questa foresta, assoluto capolavoro della natura. Spettacoli da togliere letteralmente il fiato. E qui sono state le emozioni più intense che ho avuto. Nonché fotografie degli abitanti della foresta, quegli indigeni che hanno scelto di continuare a vivere come stanno facendo da secoli, con i loro corpi praticamente nudi ricoperti quasi per intero da tatuaggi e da piumaggi molto vistosi, usati soprattutto come copricapi, probabilmente per distinguersi nei loro vari gradi sociali. Questa pratica lascia presumere che vogliano assomigliare il più possibile a degli uccelli, animali probabilmente da essi ritenuti molto importanti. E tutto questo completato da una musica che richiama i suoni dell' Amazzonia, composta per l' occasione dal compositore new wave francese Jean-Michel Jarre, che rende appunto completa quest' esperienza virtuale nella foresta più grande del mondo.

A me solitamente non interessano molto le mostre, ma quando quel venerdì pomeriggio sono uscito dal museo, ero incredulo per quanto, questa di mostra, mi avesse colpito.

E pensare che c' è chi sta cercando di distruggerla...

White Cosmos


Non sempre trovo interessanti le mostre del museo MAXXI, ma questa volta la mostra mi è piaciuta e mi sento di consigliarla ad altre persone. Si tratta di una mostra fotografica, le fotografie di Sebastiao Salgado sulla foresta amazzonica. Questo Sebastiao Salgado deve essere un personaggio particolare, non è un semplice fotografo e le sue fotografie non sono semplici fotografie. Ogni fotografia della giungla amazzonica è stata fatta in altissima risoluzione tanto che più che fotografie sembrano quadri, e vengono presentate come tali. Salgado ha l'abilità rara di tirare fuori l'anima della giungla. Inoltre lui non è affatto un personaggio banale perché con la sua ricerca mette in luce due problemi irrisolti dell'Amazzonia: la deforestazione e il fatto che dentro la foresta continuano ad esistere delle tribù che non ne vogliono sapere della cosidetta civiltà industriale. Il problema della deforestazione è un problema politico, il classico problema insolubile perché geograficamente la foresta appartiene sopratutto al Brasile, mentre la portata del problema è mondiale essendo la foresta amazzonica il polmone verde del pianeta Terra. Quanto alle tribù posso solo provare ad immaginare la situazione: quanto può sembrare interessante a chi vive a diretto contatto con la natura e con il mondo spirituale una civilizzazione aggressiva, affarista e senz'anima? C'è da chiederselo e la domanda ovviamente resta inevasa. 

Fantozzi ragionier Ugo


Ambiente scuro. Suoni della giungla. E fotografie in bianco e nero che raffigurano un altro pianeta: la foresta dell'Amazzonia. Venerdì scorso siamo andati al Maxxi a vedere una mostra fotografica sull'Amazzonia. Le foto, scattate da Sebastiao Salgado, mostrano un ecosistema selvaggio, bello, soprattutto durante le intemperie, ma che rischia di scomparire per via della deforestazione e dell'innalzamento della temperatura. Una cosa che incuriosisce sono i "fiumi volanti" ovvero una quantità enorme di acqua che evapora dalla foresta formando delle nebbie vorticose tra gli alberi, letteralmente dei "fiumi per aria".  Poi è stato interessante vedere i diversi gruppi indigeni che popolano la foresta e le loro usanze, credenze e il loro stile di vita in equilibrio con la foresta. Nelle foto appaiono forti e fieri. E uscendo dalla mostra, a parte rientrare nella banalità del quotidiano, mi sono resa conto che sarebbe un peccato se questa foresta, un mondo tutto a parte, dovesse un giorno scomparire.

Lyf