Riccardo, il nostro insegnante di teatro, nonché attore di teatro lui stesso, ha colpito ancora. D' altra parte, conoscendolo, è difficile pensare che non colpisca quando recita. E' stato davvero, davvero bravo portando in scena l' incredibile quanto bizzarra storia dello “sfortunato ciclista” Luigi Malabrocca, il “Luisin”, in un' esemplare interpretazione che ci ha anche raccontato un pezzo di storia del giro d' Italia nel secondo dopoguerra, quando gli italiani, e non solo, sconvolti ed estremamente provati dalle atrocità vissute, si sono ritrovati nel ciclismo, facendo tifo sfrenato per i propri idoli della pedalata, in un tentativo di riprendersi da quanto di peggio l' essere umano si è dimostrato capace di fare. La storia raccontata mi ha catturato fin da subito, anche perché già sapevo che Riccardo avrebbe interpretato in modo superbo il personaggio di Malabrocca. A dir la verità mi aspettavo che fossero più di uno gli attori in scena, e invece sono stato sorpreso nel vedere una persona sola, ovvero lui, Riccardo. Ho detto, vabbhè, adesso entrerà qualcun' altro, però il tempo passava e non entrava mai nessuno. E' rimasto a recitare soltanto lui per tutto il tempo. Bhè, che dire.... Grande! Eh sì, ha fatto tutto da solo, interpretando tra l' altro tutti i personaggi coinvolti, sudandosela per quasi due ore, senza pause, alternando momenti di interpretazione, facendolo in dialetto milanese, ovvero il dialetto che era di Malabrocca, che guarda caso è anche quello di Riccardo, e di fatti lo ha fatto perfettamente, a momenti di racconto. E ripeto, tutto questo per quasi due ore di fila... Il tempo passava, ed io ogni tot mi dicevo: “Va bhè, starà per finire. Ormai è tanto che sta recitando!” Ed invece ogni volta vedevo che continuava, imperterrito e ostinato ad interpretare il suo personaggio, fino ad arrivare a quasi due ore. Sì, lo so, è la terza volta che lo ripeto, ma perché sono rimasto veramente colpito dinnanzi alla bravura di Riccardo, intesa a 360°. Non che non me l' aspettassi, però..... Noi del pubblico lo vedevamo recitare, comodamente seduti, mentre ci godevamo il tutto, ignorando magari il fatto che davanti a noi c' era un uomo, non un essere sovrumano, ma una persona che come tutti si stanca, e lui sicuramente si stava stancando piano piano, anche perché aveva già recitato la sera prima, e lo avrebbe fatto anche quella dopo, ma avendo ben in mente il suo ruolo, ha proseguito nel racconto di questo povero ciclista che arrivava sempre ultimo, ma che qualcosa riusciva in qualche modo lo stesso a guadagnare. Dalla sua aveva comunque l' astuzia e l' intelligenza, e in questo ha dimostrato, vista la sua storia al giro d' Italia, di non essere affatto l' ultimo. Anzi credo fosse assolutamente il primo. Infatti, una volta capito il giochetto, essendo furbo, ha anche capito che forse gli conveniva proprio arrivare ultimo. E così ha continuato a fare di lì in poi. Per fortuna Riccardo, nonostante la stanchezza che sicuramente stava provando (quasi due ore senza pause... Questo è un mostro!), ha messo al primo posto noi del pubblico, scegliendo così di farci conoscere l' incredibile storia del ciclista più scarso, ma al tempo stesso più astuto della storia.
White Cosmos
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