venerdì 17 giugno 2022

Toccata e Farfa

La veloce gita a Farfa che abbiamo fatto in un'assolata giornata di fine Maggio è stata sicuramente piacevole, in un bel posto in provincia di Rieti, ma comunque mi aspettavo di fare qualcosa in più. Soprattutto di vedere qualcosa in più. Il bilancio è stato comunque soddisfacente. Appena arrivati, abbiamo fatto subito una breve sosta per riposarci un po', per riprenderci dal caldo terribile che abbiamo sofferto... ma de che! Si stava meglio sul pullman, con l'aria condizionata. E chi voleva scendere! Però poi siamo scesi, anche perchè la gita non prevedeva di rimanere sei ore sul pullman, ma bensì, udite udite, di visitare l'oasi di Farfa. Eh già! Abbiamo fatto anche una pausa pipì nei bagni chimici, profumatissimi. No, non sto scherzando. Erano profumati sul serio. Evidentemente avevano passato da poco qualche prodotto profumato igienizzante. 

E via via poi, ci siamo incamminati per un sentiero sterrato, in questa bellissima oasi, dove si alternavano zone molto calde e assolate a zone invece ombreggiate, dove la temperatura era decisamente più accettabile. Era quel che ci voleva per una camminata in mezzo alla natura e al verde, soprattutto se fatta in giornate così calde, a ridosso dell'estate. Maledetta estate! Cioè, maledetto caldo. Non l'estate, che è una stagione bellissima, dove si va in vacanza e ci si diverte un sacco. Perlomeno chi può.

Durante il cammino abbiamo avuto la fortuna di avere una guida speciale, diciamo un vivace intenditore di animali, uno che ha frequentato i corsi Lipu. Il dottor Pietro è uno che sa il fatto suo. Costui ne sa una più del diavolo in materia di animali. Non tutti però hanno retto alla sovraumana fatica che abbiamo fatto in quel chilometro circa che abbiamo percorso dall'inizio della nostra avventura. Eh sì! La fatica ha dimezzato il gruppo, metà del quale ha deciso con grande amarezza di tornare sui suoi passi, rifacendo il percorso all'indietro. Ehhh...! Io lo so chi sono i colpevoli: la pigrizia e la mancanza di allenamento. Qua ci vorrebbe proprio una bella scossa! 

Incredibile poi è stato il percorso di ritorno. Ci siamo infatti avventurati su di un ponticello sbilenco e malconcio alla Indiana Jones, tra la folta vegetazione e il fiume Tevere che scorreva alla nostra sinistra. Siamo però poi ritornati sani e salvi al punto da cui eravamo partiti dove abbiamo ritrovato i nostri amici pelandroni, che ci aspettavano seduti all'ombra, indubbiamente annoiati.

Eravamo ormai giustamente affamati e siamo stati così condotti a pranzo nel cortile interno dell'abbazia di Farfa dove tra il caldo, un po' di venticello e quattro chiacchiere, ci siamo goduti il meritato relax.

White Cosmos

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