venerdì 27 ottobre 2017

Volontariamente



Pubblichiamo la nostra intervista all'Avvocato Fabrizio Berliri, Presidente dell'associazione "Volontariamente", che da circa quattro anni organizza attività a favore della salute mentale. Siamo andati a trovarlo nel suo studio e siamo stati accolti in modo delizioso.

Pres: Le diverse forme di disagio mentale non sono irreversibili e quindi possono essere definitivamente superate, ma che la solitudine e l’isolamento in cui versano tanti pazienti, sopra tutto dopo’ i ricoveri ,contribuiscono ad aggravare la situazione e sono comunque un ostacolo per una ripresa a tutti i livelli. Da qui è nata l’idea dell’associazione, che si compone attualmente di oltre cento volontari, quindi siamo tantissimi e sin dall’inizio abbiamo deciso di svolgere due tipi di attività diversi. Un’attività di carattere strettamente sportivo e l’altra di carattere ricreativo culturale. Per l’attività di carattere sportivo abbiamo avuto la piena collaborazione del tennis club Parioli, che ci ha messo a disposizione gli impianti il mercoledì mattina, quindi lì in quella cornice bellissima facciamo sport. Invece per quella culturale che si tiene il sabato mattina, noi stiliamo ogni due mesi un calendario delle varie visite che andiamo a fare in modo che tutti sappiano quello che è il programma. L’importante è che queste attività si svolgano al di fuori delle strutture sanitarie. Mentre invece l’idea di andare fuori e di stare insieme volontari e nuovi amici, contribuisce a rendere diretto il rapporto, facilita la comunicazione e l’amicizia.

All’inizio eravamo preoccupati, ma in realtà sono  tre anni e mezzo che facciamo questa attività, pur non essendo addetti ai lavori non si è mai verificato il benché minimo incidente, credo che il fatto di non essere addetti ai lavori contribuisca a creare un rapporto tra persone.

Staff: “ Chi non è addetto ai lavori si immagina una realtà chissà alquanto particolare… ”

Pres: Debbo dire che da noi non vengono persone in stato acuto per cui c’è anche questo aspetto positivo.
Dalla mia esperienza di presidente dell’associazione è emerso che in realtà i volontari peggiori sono proprio gli addetti ai lavori, perché il fatto di dire io sono sano e tu un po’ meno, mette l’interlocutore su un piano differente rispetto all’altra persona.

Staff: “Anche nelle istituzioni ci sono trattamenti differenti? ”

Pres.: Ci sono tante cose in questo settore che dovrebbero essere completamente riviste, proprio a livello legislativo e a livello burocratico, tante cose che non vanno e che secondo me contribuiscono a non risolvere i problemi. Bisognerebbe fare molto di più per l’inserimento nel mondo del lavoro, e cercare di risolvere i problemi familiari, a volte molto pesanti che contribuiscono ad aggravare i disagi già esistenti

Staff: Influiscono anche le poche risorse del territorio, secondo la sua esperienza?

Pres. :Alcune ASL funzionano meglio di altre.

Staff: Come tutte le istituzioni è molto legata alle persone che lo fanno!

Pres.: Certo, in questi anni abbiamo avuto tante cose, abbiamo la nostra squadra di calcio che ha battuto addirittura la nazionale, che ha fatto anche un film: “crazy for football”, è stata un’esperienza irripetibile, però insomma è accaduto e abbiamo fatto varie partite anche con squadre esterne.
Tra l’altro sono molto contento perché si è creato un bel gruppo. Recentemente ad agosto ad una nostra assistita si è rotta una finestra, non sapeva chi chiamare e ha chiamato un amico dell’associazione, il quale è andato lì e gli ha aggiustato la finestra. Sembrerà una schiocchezza, ma la dice lunga sul rapporto che si è creato...

Staff: Non é una sciocchezza perché poi i problemi pratici sono quelli con cui hai a che fare tutti i giorni.

Pres: Esatto!

Io sono affezionato a tutti, ma c’è qualcuno con cui c’è una particolare sintonia, come sempre capita.
Queste sono le esperienze che abbiamo fatto, tra l’altro,
abbiamo conosciuto Roma, anche per noi volontari è stata l’occasione per visitarla.

Staff: Qualcosa già ci ha detto prima, volevamo sapere un po’ come nasce l’idea dell’associazione e come si fa a entrarci?

Pres: Noi non abbiamo mai fatto nessuna pubblicità all’associazione, non godiamo di nessun contributo, non chiediamo contributi di sorta a nessuno, non partecipiamo a bandi di gara e cose del genere, proprio come scelta associativa, noi vogliamo essere liberi, non dipendere da nessuno e svolgere l’attività tranquillamente.

la partecipazione è assolutamente libera.
Il concetto è che ognuno si deve sentire libero, se diventa una costrizione, viene meno il senso e la finalità dell’associazione.

Staff: Avete anche una squadra di calcio femminile?

Pres: Giuocano insieme, sono bravissime e abbiamo notato che la presenza delle ragazze contribuisce alla correttezza degli incontri.

Staff: E’ stato difficile coinvolgere così tante persone?

Pres: Noi non abbiamo mai fatto pubblicità, nessuna campagna di tesseramento, soltanto all’inizio, quando abbiamo deciso di costruire l’associazione abbiamo radunato tutte le persone che conoscevamo, soprattutto giovani e moltissimi hanno aderito. Questo fa si che l’impegno dei volontari sia limitato perché essendo tanti, qualcuno ha la possibilità di venire più spesso, altri di meno.
Per diventare volontario c’è una scheda che si compila e in cui si dice se il volontario sceglie l’attività sportiva o quella ricreativo/culturale e poi l’impegno che desidera avere.

Staff: Ci sono ex assistiti che sono diventati volontari?


Pres: Ti posso dire che questa distinzione non la facciamo quasi più. Migliorare è anche acquisire fiducia. Io faccio l’avvocato e non ho nessuna ambizione di parlare in termini clinici, però riflettendo, c’è da parte della società, una diffidenza nei confronti del disagio mentale, i pazienti stessi spesso si mettono in testa che il disagio mentale sia un fatto irreversibile e questa idea che molti hanno è sbagliatissima perché finisce per essere un ostacolo alla ripresa definitiva. 

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