venerdì 5 luglio 2024

Un'esperienza inaspettata

Da un po' di tempo la vita mi sta riservando qualcosa di totalmente inaspettato fino a non molto tempo fa. Fino a quella che era stata la mia vita prima di un certo giorno dello scorso anno. Un giorno che, per l'appunto, mi ha fatto vivere un'esperienza che mi ha cambiato profondamente. Qualcosa di meraviglioso, anzi di unico e soprattutto, di indimenticabile. 

Parlo così perché da ciò non si può rimanere quello che si è. 

Lavorare con i bambini si è rivelato molto diverso da quello che mi aspettavo. Mi aspettavo infatti di doverli solamente sopportare, anzi subire. Subire i loro capricci, le loro urla, i danni che avrebbero potuto fare in ogni momento, ovunque. E poi pulirli, cambiarli, sporcarmi anche io. Insomma una cosa che pensavo di odiare e che così sarebbe stato. Invece... invece nulla di tutto questo, o quasi. Per non essere ipocriti. L'esperienza di lavoro con un bambino è tutt'altro. Essa ti dà e non ti toglie; ti regala e non ti ruba; ti offre e non ti chiede. Un bambino non ti chiede di portare pazienza per i suoi capricci ma ti dà la possibilità di osservarlo per imparare; non ti chiede di perdere il tuo tempo con lui ma di dedicare un po' di esso per lui; non ti chiede di badare a lui ma ti offre la possibilità di vivere un'esperienza meravigliosa da portarti a casa e tenerla stretta per sempre; non ti chiede di portargli un regalo ma di regalargli un po' del tuo affetto, il quale sarebbe sicuramente ricambiato. 

Nella mia ultima esperienza di lavoro, ad una festa di compleanno di un bimbo che ha compiuto tre anni, una bambina di cinque anni si era attaccata molto a me. Piano piano ha preso coraggio, confidenza e si è avvicinata. Da quel momento non voleva più staccarsi. Voleva che le gonfiassi i palloncini senza legarli per poi divertirsi a vederli volar via dappertutto. All'improvviso è venuta a sedersi sulle mie ginocchia e a saltare. Poi si è seduta accanto, appoggiando la sua testa su di me. Per qualche motivo suo, mi è parso evidente che si era molto affezionata. Nel momento in cui me ne stavo andando via, non voleva più lasciarmi andare e mi tirava per non separarsi da me. Allora nell'attesa di salutare il festeggiato, mi sono andato a sedere sul divano, lei si è subito seduta vicino a me, attaccata più che mai senza lasciarmi neanche la possibilità di muovere il braccio, trasmettendomi quell'affetto spontaneo che ho scoperto solo i bambini possono darti. Ho però poi dovuto salutarla.

Tutto questo per me è stato fonte di inimmaginabile gioia.


White Cosmos

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