venerdì 2 agosto 2024

Potersi Capire




Fonte: https://www.google.it/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.alamy.it%2Fun-cane-di-razza-mista-retriever-che-gioca-con-una-palla-all-aperto-image439272519.html&psig=AOvVaw3cmBjJq72DSSOuly2NOW7M&ust=1722694238619000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBEQjRxqFwoTCKCIs6a-1ocDFQAAAAAdAAAAABAE


Noi poterci noi… capire,

da creature silenziose

quali siamo?

Per le vie di questa Roma da solcare;

tu due piedi, io quattro zampe,

che ne bacino le strade.

E sentirle costruite, per noi, per me che…

…che abbaiare è come “pronunciare”.

E che mugolare, è un po' come soffrire,

in parole distillate.

Non lo fanno mai, invece… le creature rumorose.

Quelle alte come te. I bipedi non fanno che parlare.

Parlare.

Parlare parole complicate, ingombranti.

A mille-denti.

Come certi mostri di incubi

anche nostri,

da creature a quattro arti.

Mi accarezzi,

mi coccoli, ti guardo coi miei occhi

stelliformi.

La mia coda, raramente canta a gioia.

Ma tu oggi non ti arrendi.

Mostri i denti. Non capisco che sorridi e…

…mi spaventi! Sono qui da pochi giorni… io…

Vuoi giocare con la palla? Che vuol dire?

Come fare ad imparare?

Certe volte mi domando se anche tu, mi farai solo soffrire…

È così che scende sera, e salgono i fantasmi.

i rumori sconosciuti dai balconi,

i fruscii dei capannoni e dei locali,

i fuochi, i tuoni.

E mi nascondo, tra i cuscini, dietro ai mobili e i divani.

Tu mi parli e io non so, se non capisco cosa dici

o preferisco non fidarmi degli umani e dei sorrisi.

Fino al giorno in cui sei fuori, e forse ancora spaventato mi avventuro tra i cuscini.

Il tuo letto odora forte.

D’acqua e sale.

Un acquarello di dolore: come di lacrime notturne, piante forte,

fino a fare male, senza avere più parole da parlare.

I cani non piangono, non sudano.

e non fanno quelle cose che tu fai ma io lo so.

Che tu sei cane,

come me.

In quell’odore, fra quelle lacrime

ti ho sentito mugugnare.

Ti ho sentito abbaiare, guaire di dolore.

Che non posso pronunciare, né capire.

La parola non compete questo essere, mi dico…

…ma il dolore, sì lo conosco, molto bene.

Certo queste cose io le so, perché le scrivi tu in questa poesia solo parzialmente intelligibile al mio occhio grigio-verde.

Io non mi ricordo niente, se non che mi hai insegnato che quando mi ringhiavi con i denti spalancati;

eri solo sorridente.

Io non so, non mi ricordo niente, niente nulla.

Se non quanto ero felice,

quando mi premiavi col biscotto e carezzavi,

anche senza giocare a palla.

Io non so, non mi ricordo niente, niente nulla proprio.

Sono stato a lungo solo, poi ti ho amato. Amato per davvero.

Poi ti ho perso non del tutto.

Perché quando mi hai salutato l’ultima volta, davanti al veterinario, non hai detto quasi niente. Non mi hai spiegato cosa avevo.

Sperando che quel giorno io non capissi, niente di niente, nulla proprio.

Sperando che il mio ultimo pensiero fosse solo, che forse in fondo, io non avevo capito…

iononquadro

Nessun commento:

Posta un commento