venerdì 19 aprile 2024

Il teatro del bello e dell'assurdo

Con il documentario "Pina", incentrato sulla figura della grandissima artista Pina Bausch, tedesca, ormai morta da diversi anni, la mia visione delle cose, il concetto di arte stesso, il concetto di bellezza, di piacere, di godimento nel vedere messa in scena una forma d'arte davanti ai propri occhi, sono stati sconvolti. Sì, tutto ciò è stato sconvolto e rivoltato tante volte. La mia stessa percezione interiore del bello è stata sconvolta. Abbattuta e ricostruita. In una forma migliore. 

Conosco già il teatro e lo faccio già da diversi anni ormai, sempre con maggior piacere ed interesse, soprattutto per la novità che ultimamente sta entrando sempre più spesso nei nostri lavori come laboratorio di teatro, quindi so bene quanto può essere stimolante fare, agire, sperimentare e godere di ciò che si fa e anche nell'essere visti, riconosciuti, far provare emozioni forti. È bello soprattutto poi che il lavoro che si è fatto venga riconosciuto ed apprezzato così per come è e per come è stato vissuto dalle persone. Il teatro per me è già fantastico. È talmente bello così com'è, come lo sto imparando, che non cambierei praticamente niente a parte aggiungere, come ho detto, soltanto la novità. Quella scenica che poi arriva e viene vista ma anche e, per quanto mi riguarda, quella nostra interiore, quella novità vista e percepita dentro di noi, che è d'altra parte il motivo che ci spinge ad andare avanti. Io il teatro lo amo esattamente per questo motivo: trovare sempre qualcosa di nuovo, quel qualcosa che lo rende "infinito". Come lo sono i numeri.

Pina Bausch ha pensato bene di applicare il teatro alla sua arte di partenza, che è anche stata il suo lavoro: la danza. Il teatro-danza è infatti qualcosa di veramente incredibile e soprattutto inusuale, "assurdo". Ecco, per me, per come l'ho percepito durante la visione del documentario, si annida proprio qui il bello di questa forma d'arte: l'utilizzo di qualcosa, di comportamenti, di gesti, sguardi, movimenti, ma anche di pause, momenti di stasi, in cui si tiene una posizione nella quale sembra non succedere apparentemente nulla. Ma invece succede tanto. Quel "tanto" lo fa succedere l'osservatore, cioè chi guarda. Ma comunque è il movimento della danza unito all'arte del teatro, il fulcro di tutto ciò. Il movimento qui è, come ho detto, assurdo, apparentemente senza senso, incomprensibile al punto che uno, addirittura fin da subito può dire: "ma che stanno facendo questi?? Sono matti??" 

Ed è quello che mi è venuto da pensare istintivamente anche a me, proprio perché sono cose, sono gesti, movimenti, che nessuno normalmente fa nella vita. Essi sono completamente al di fuori della quotidianità e della normalità, secondo il significato che attribuiamo noi al concetto di normalità. 

Questo è un tipo di arte che a me stimola ed incuriosisce da matti, perché nella sua semplicità è, da un lato complesso da attuare, quindi stimolante, dall'altro ti cattura per il fascino che esprime.


White Cosmos

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