Già oggi esistono computer che con le loro capacità di calcolo riescono a superare i limiti
dell’ immaginazione, ma il cervello umano, con la sua struttura unica, continua a rimanere
loro superiore in molti settori. Ma rimarrà a lungo così ? Questa domanda va a toccare il
campo di ricerca dell’ intelligenza artificiale, conosciuta anche con l’ acronimo IA. Nella
ricerca sull’ IA si cerca di ricreare tecnologicamente un cervello umano, comprensivo delle
sue funzioni, con l’ aiuto di mezzi con l’ informatica, la neurologia, la psicologia e la
linguistica. L’ IA dovrebbe essere in grado, secondo alcuni, di elaborare le informazioni
come un cervello umano, o addirittura superarne le capacità. Dovrebbe svolgere gli stessi
compiti, con la stessa qualità, e può imparare a fare qualsiasi cosa che un umano può
fare. Può comprendere contesti ed emozioni, adattarsi a nuove situazioni e ambienti. Per
creare una tecnologia di questo tipo serve un tipo di apprendimento che sia aperto e
continuo. Proprio come succede a un bambino, che poi continua a imparare da ragazzo e
anche da adulto. Non esiste, al momento, un sistema di intelligenza artificiale di questo
tipo. Questo concetto è piuttosto l’ ambizione verso cui tendono alcune grandi aziende e
centri di ricerca che stanno investendo nell’ IA. Al giorno d’ oggi, l’ intelligenza artificiale
viene sviluppata soprattutto per le sfere di competenze tecniche. In questo senso, non è
importante che l’ IA padroneggi la comunicazione umana, ma piuttosto che svolga in
maniera efficiente compiti altamente specializzati. Se relativamente a un ambito specifico
un sistema tecnico dispone delle stesse capacità di un essere umano, allora si parla di un
sistema artificialmente intelligente. Di conseguenza, esistono rispettivamente due
definizioni di intelligenza artificiale: una “forte” e una “debole” La definizione “forte” di IA si
riferisce a un tipo di intelligenza in grado di soppiantare l’ essere umano nella sua
interezza, incluse le sue molteplici abilità, ma per ora è pura fantascienza. La definizione
“debole” di IA si riferisce invece all’ evoluzione e all’ utilizzo dell’ intelligenza artificiale in
campi di applicazione ben specifici. Quasi tutti gli ambiti attuali di utilizzo dei robot
appartengono al settore dell’ IA “debole”; si tratta ad esempio dello sviluppo di automobili
a guida autonoma, di diagnostica medica o di algoritmi di ricerca e automazione
intelligenti. I campi di applicazione dell’ intelligenza debole sono incredibilmente vari, ma
per ora si può affermare con certezza che i settori che vivono il maggior successo in questi
termini sono la medicina, la finanza, l’ industria dei trasporti, il marketing e naturalmente
anche internet. L’ intelligenza artificiale, in conclusione è una delle tecnologie più
interessanti dei prossimi anni e viene utilizzata già in un’ ampia gamma di applicazioni.,
ma va usata come supporto e aiuto e non come sostituto dell’ essere umano, in quanto
può cambiare la nostra vita quotidiana e professionale in modo considerevole.
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