venerdì 21 novembre 2025

Lo iellato : relazioni con le donne



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Anche qui solita cosa, comincia tutto dopo infatuazioni platoniche della scuola, nel lontano 1984. In Calabria dove incontro due sorelle, con una delle due comincia una simpatia. Io facevo le voci di alcune persone, tra le quali una signora che conoscevamo entrambi e loro ridevano, così nasce un rapporto di simpatia che si protrae per tutta la vacanza estiva. Erano anche loro di Roma, ci scambiamo i numeri di telefono e mi rivedo con quella con la quale mi ero avvicinato di più, però nessun progresso! Addirittura una volta per aver cercato di darle un bacio, dopo avermi rifiutato mi prende a borsate. ci provo ancora ma senza risultato. Proseguo in quel di Ponza nel 1990, sempre d'estate. Li incontro una tizia più grande di me che però non mi interessava. Mi chiede di fare insieme una gita a Ventotene. Dopo aver accettato, affittiamo un gommone e ci facciamo il giro dell'isola, con un bagno. Forse lei ci stava ma a me non interessava. Così se ne va con mio sollievo e anche qui nulla di fatto! Siamo poi nel 1993, in Grecia, in un villaggio turistico incontro due sorelle e mi approccio con quella più piccola. Capisco che non è una meraviglia e la lascio stare, rimanendo a mani vuote. All'aeroporto, tornando a Roma, un tizio con il quale avevo fatto amicizia mi dice di avvicinarmi nuovamente a lei. Così ci vediamo a Roma. Qui conosciamo i rispettivi genitori. Visto che in quel periodo guadagnavo, mi cimento in regali costosi che elargisco per Natale, compleanno oltre alle rose la sera, ma niente! Ci provo e lei si volta da un'altra parte. Poi andiamo per il week end in una casa che avevano i genitori in Toscana ma lei si portava sempre dietro la sorella quindi niente da fare! Dopo aver riconosciuto la mia disponibilità, durante l'intero week end, si lascia andare sulla spiaggia. Anche questa relazione finisce dopo ben dieci mesi. Dopo questa storia ci sono altre situazioni. Siamo negli anni 2000; una con una brava ragazza che conosco presso una piscina condominiale. Ma qui sono io che preso da una strana fobia, non la chiamo subito, lo faccio dopo un anno ma lei mi manda al diavolo!!!



lo iellato

LO SCACCO MATTO DEL PRINCIPIANTE



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È la mia prima partita. Sono dinnanzi al mio avversario. Le mie pedine e le sue sono in ordine. Muovo per primo mettendo il pedone d2 in d3. Quanto aggressivo il mio nemico deve essere per mandarmi il suo e7 in e5 come per voler mangiarmi subito appena mi vede muovere. Rinforzo con l'altro mio pedone f2 in f3 creando così un supporto per i tentativi di avvicinamento. Se il suo pedone d3 dovesse fare un altro passo, sarebbe mangiato da uno dei miei due pedoni spostati adesso. Nemmeno il tempo di gioirci su che via libera all'alfiere nemico f8 in b4 che mi fa scacco al re ad inizio partita. Non mi perdo d'animo. So di poter vincere anche se sono già sotto scacco. Sposto così diagonalmente il mio re in f2 ed anche lui ritrae di poco il suo alfiere in c5. Porto il mio re al suo posto mentre un nuovo scacco al re mi si prospetta davanti. Stavolta il mio avversario gli ha parato davanti la regina in h4. Faccio l'unica mossa furba mi sia venuta in mente, coprire il mio re con il pedone g2. Spero sotto sotto che venga mangiato dalla regina così potrò mangiarla a mia volta con l'altro mio pedone in h2 portandolo in g3, ma il mio avversario è più furbo di così e sposta il suo alfiere davanti al re in f2. Può sembrare una catastrofe, ma sono io a mangiare lui con il mio re. Non so quali siano i piani del mio avversario, questo potrebbe essere un suo errore voluto oppure no.

Una tattica si delinea quando la regina fa un quarto scacco al mio re mettendosi in d4. Scacco che risolvo rimettendo il re al suo posto originale. Ora la sua regina potrà mangiare il mio cavallo, ma in quel caso sarebbe mangiata dalla mia torre.

Il mio avversario decide di mantenere là la sua regina e fa avanzare il suo pedone c7 in c5. Io seguo la sua mossa con il mio pedone corrispettivo in c2 portato in c3. Se ora il mio avversario non sposta la sua regina, essa sarà mia. Ma la sua regina ha pochi posti dove andare dato che ormai la mia posizione è in vantaggio rispetto a questo pezzo. Così con il mio pedone mi prendo anche la sua regina, c3 in d4. Ovviamente poi lo stesso pedone sarà mangiato dal mio avversario con uno dei suoi.

È ora di spostare il mio cavallo di sinistra in a3 così da tirarlo fuori mentre il mio avversario gli porta il suo alfiere davanti. Porto avanti il pedone in prossimità del cavallo mettendo b2 in b4 e lui porta il pedone in prossimità destra del re d7 in d5 facendolo avanzare di due posti. Avanzo di nuovo di uno con quello stesso pedone di prima. Ora se il suo alfiere non indietreggia sarà la volta in cui prenderò un altro pezzo nemico dalla scacchiera. Il suo alfiere mangia il mio pedone mettendosi proprio dove può essere raggiunto dal mio cavallo. Il secondo alfiere è mio insieme al primo ed alla regina. Con il solo sacrificio di due pedoni. Ecco che il suo cavallo avanza in c6 e mi si para davanti al mio diagonalmente alla sua destra. Così lo ritiro e lo riporto dove stava prima per poi mettergli la regina davanti in a 5 mentre ormai il mio avversario aveva creato una barriera spostando il pedone f7 in f5 insieme agli altri. Stupidamente uso la mia regina per mangiare uno stupido pedone che mi si era parato davanti in b5 e che avrebbe potuto mangiare diagonalmente la mia regina per poi vedere uno spostamento della torre avversaria destra affianco al re in d8. Sposto il re in f2, quel maledetto fa avanzare il suo pedone a7 in a5 così da trarmi in inganno.

Avanzo con il pedone g3 in g4, lui avanza con g7 in g6, la partita è tornata a livello dei pedone dal lato destro della mia scacchiera. Avanzo con il pedone h2 in h4 ed il cavallo avversario viene spostato da g8 in e7. Avanzo di un posto con il pedone h4 in h5 ed il mio pedone in g4 viene mangiato dal pedone f5. Il mio pedone avanza ancora in g6 mangiando il suo. Ora potrei quasi avere via libera per trasformarlo in una regina, ma il mio avversario se ne accorge e lo mangia. Intanto la mia regina mangia il cavallo avversario. Non avevo però notato l'altro suo cavallo che era messo in posizione da mangiarmi la regina e così fa. Perdo un pezzo importantissimo dei miei... e mi consolo mangiando il pedone in g4 con il mio in f3. La torre nemica fa scacco al re in linea frontale su f8, le parole davanti il mio cavallo che protegge il re. Il mio nemico fa avanzare il suo pedone in a5 in a4 davanti all'altro mio cavallo. Sposto l'alfiere di un posto a sinistra in b2. Il mio cavallo è spacciato, la torre lo ha mangiato, ma ora io posso mangiare la torre con il mio re. Così è. Scacco di nuovo al mio re con il pedone avversario che gli si para da e5 ad e4. Ritiro così il mio re indietro pronto per scatenare la mia offensiva finale ai pezzi nemici. La torre nemica è spostata in b8; l'ultimo pezzo serio rimasto insieme al cavallo. Mangio il pedone e4, ma il mio alfiere viene mangiato dalla torre in un passaggio da b8 in b2. Sposto la mia torre davanti suo cavallo in c1. Ora il mio avversario sposterà la sua torre o salverà il suo cavallo. Opta per mangiarmi il pedone e4 con il suo e5 ed io mangio il suo cavallo c6 con la mia torre. La sua torre va in b1 e tenta di mangiarsi l'alfiere in un disperato gesto di far affondare più pezzi possibili dei miei o di raggiungere la parità. Ma io approfitto della confusione nemica per mangiare la torre con il mio cavallo a3 spostato in b1. Il suo pedone a4 avanza di ub posto. Ormai non può più nulla. Ora userò le mie torri per intrappolare il re. Gliene metto davanti una, ma il re avanza in diagonale scansandola per mangiarla, faccio indietreggiare la torre per prepararmi ad un'offensiva migliore. Nel frattempo il suo re torna al posto originale. Metto la torre h1 in h8 ai limiti della scacchiera. Ora il suo re potrà solo avanzare. E come avanza di un posto metto davanti la mia torre che lo guarda lateralmente in c7. Ecco che il re si sposta di nuovo in diagonale per mangiarmi la torre che io ritiro subito dopo. Il suo re si ritira di un passo indietro ed io mangio un pedone a3 con il mio cavallo. Ora il mio avversario fa avanzare di un posto il suo pedone mettendolo in g5 ed io porto il mio re in g1. Solo il mio pedone impedisce loro di guardarsi negli occhi. Il suo re si sposta verso la sua sinistra ed io faccio indietreggiare rispetto a me la mia torre h8 in h7 seguendo il re. Il re fa lo sbaglio, forse a causa del mio esausto avversario, di indietreggiare invece che di avanzare ed io porto l'altra mia torre davanti al re libero di mangiarmela in c7. Ma il re si sposta di una casella a sinistra ed io porto in e8 la torre stessa. Così che se il re avanza o resta fermo si farà mangiare da una delle mie torri. O da quella della fila 7 o della fila 8. Scacco matto.

                  - SYMMACHOS

ANNA

 


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La Roma degli anni d’oro del cinema italiano è sempre stata avvolta da un fascino e una magia senza eguali. Era la città dei sogni, al pari di Hollywood: crocevia di eventi mondani, star, produzioni cinematografiche. Quel cinema, che fu rivoluzionario, poteva vantare alcune delle stelle più brillanti che l’Italia abbia mai avuto. E una di queste era Anna Magnani. Monica Guerritore, che evidentemente ha molto amato l’attrice, ha scelto di immergersi nel cuore della sua esistenza: un percorso artistico e umano costellato di successi e tormenti. Lo fa in Anna, film presentato alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, in cui ricopre un triplice ruolo: regista, sceneggiatrice e interprete. È il 21 marzo 1956. Anna Magnani non riesce a prendere sonno. Si alza, si veste, ed esce per una passeggiata notturna nel cuore di Roma, attraversando la città deserta fino a raggiungere il Lungotevere. È la notte degli Oscar, e a Los Angeles si sta celebrando la cerimonia che potrebbe consacrarla come miglior attrice protagonista per La rosa tatuata. Nel silenzio più profondo, Roma si fa specchio della sua memoria: Anna ripercorre i frammenti della sua vita: l’amore turbolento con Roberto Rossellini, la malattia del figlio Luca, le battaglie sul set e i suoi successi più acclamati. Ad accompagnarla, una galleria di personaggi che rappresentano ogni ceto sociale: dal popolo romano agli uomini dell’industria cinematografica, fino agli agenti e produttori. Un viaggio dentro la fragilità e la forza di un’attrice diventata leggenda. Fino al momento che rimarrà nella storia: il momento in cui viene annunciata come la prima italiana a vincere un Oscar. Anna Magnani non era un’attrice qualunque e aveva qualcosa in più. In quegli anni, dove a dominare era il Neorealismo, Magnani era quella più spudoratamente vera e profondamente reale. È stata la sua veracità, la sua schiettezza, il suo andare controcorrente a renderla l’attrice che nessuno dimenticherà. Se lo sforzo attoriale di Monica Guerritore funziona, è sul piano registico e contenutistico che il film si incrina. L’attrice sceglie di raccontare solo una parentesi: l’ultima parte della vita di Magnani, partendo dalla notte dell’Oscar per La rosa tatuata. Da lì si immerge in quella Roma incantata dell’epoca, restituendoci con affetto le sue atmosfere, la lingua, i riflessi e la sua oscurità. Su questa linea temporale principale, vengono innestati flashback, ricordi, episodi personali: momenti che restituiscono fragilità, rabbia, lucidità, ma sempre in forma accennata e mai scavata. Anna diventa così un film che si divide a metà: tra la bellezza sincera di voler raccontare chi fosse davvero Anna Magnani, e la mancata occasione di portarci fino in fondo dentro la sua zona d’ombra, dentro quello che non sappiamo ancora. Un tributo che dunque non è mai vivido.


Blue Jacket

Fantozzi ragionier Ugo... alle prese con i vampiri energetici!


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Benvampirizzati e benvampirizzate a tutte e tutti dal vostro idilliaco Fantozzi ragionier Ugo! Oggi mi preme di scrivere un articolo su un tema un po', come al solito, fuori dagli schemi, per cui, senza giri di parole, vado subito al dunque: sto cercando di fidanzarmi con una utente, ma non ci riesco, per il momento, perché lei è un vampiro energetico! Voi adesso mi direte, ma che ci vieni a raccontare, le tue solite storie fantozziane! E invece purtroppo è proprio così, l'esperimento è stato fatto, anzi è ancora in corso, lo strumento sono proprio io, me stesso, piuttosto e anzichenò! Vi dico subito che la scienza ufficiale, psicologia e psichiatria incluse, non credono all'esistenza dei vampiri energetici, un altro tipo di vampiri cattivi che invece dei soldi ti succhiano l'anima, perché la scienza ufficiale non crede all'esistenza dell'anima. L'anima viene considerata un argomento religioso nel solito dualismo scienza / religione, uno dei tanti divide et impera che affliggono questo povero pianeta. Per non parlare dello spirito, infatti la religione dice che siamo fatti di corpo anima e spirito e questa in finale è un'affermazione molto più scientifica di considerare l'essere umano solo come una macchina biologica. Ma che cosa fanno questi vampiri energetici allo scopo di drenare energia dalle loro prede? Di solito lo schema è il vittimismo, e l'uso del senso di colpa allo scopo di rendersi simpatici agli altri. Mettono in piedi una narrazione rovesciata nella quale il cattivo è la loro preda energetica e loro, i predatori di anima, sono i buoni e sono le povere vittime di questo "cattivo". La predazione riguarda l'attenzione, il predatore energetico cerca di catturare l'attenzione della sua vittima allo scopo di prosciugarlo, perché l'energia segue l'attenzione. La stragrande maggioranza delle persone sperperano la loro energia, per esempio guardando la tv oppure adesso ci sono gli smartphone, i quali ogni tanto succede pure che prendono fuoco! I maestri del furto energetico sono i VIP, veri e propri drogati di energia, i VIP conoscono bene il fenomeno di avere su di sé l'attenzione delle masse, e ancora di più conoscono questo fenomeno i dittatori. Quando decine di migliaia di persone vanno per esempio a sentire Vasco Rossi che becera nel microfono al suono del suo rock, succede che Vasco si carica più di una batteria Duracell! Infatti lo diceva Morpheus nel primo film di Matrix che noi siamo batterie Duracell, nel senso che il "sistema" cattura la nostra energia oltre a rubare, col vampirismo classico, i nostri soldi col sistema capitalistico! Ma perché vi dico queste cose? Perché molto probabilmente non riuscirò a fidanzarmi con questa utente che mi piace, perché a lei non interesso io, ma la mia energia!


Fantozzi ragionier Ugo

venerdì 7 novembre 2025

Montesanto...

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 Il vostro nonnino è una persona fortunata!! E già! Molto fortunata perché ho frequentato il Centro Diurno di Montesanto, e dato che ero lì ho colto l'opportunità per conoscere la comunità, dove ho incontrato la mia dolce metà. Inoltre sempre tramite Montesanto ho preso contatto con il vivaio, dove poi sarei andato a lavorare. E dato che c'ero ne ho approfittato per curare la mia depressione, sempre lì a Montesanto. Che altro dire?? Le cose positive, e quelle piccole, le ho già dette e scritte tutte;  le cose negative e quelle grosse, le scriverò e ne parlerò un'altra volta.

P.S.

Questo post è dedicato a Montesanto. Un Centro Diurno, una comunità, un posto per curarsi, che non c'è più. Ma verrà ricordato con una mostra di foto, di scritti, e molto altro. Questo è il mio contributo.

Nonno Elpho

SIMMACO



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Muse adorate, cantate a me, di Simmaco, soave ai cuori iniziati e tanto sperare d'essi che egli divenne Dio in terra per Zevico voler d'altro cielo.

Ma chi fu, Muse belle, prode eroe che immortale respira tra uomini e fa di sé stesso una richiesta. sicché memoria si mantenga?

Egli era a dir valente in petto poiché amato da atti giusti a grado delle proprie gesta benedicenti i misterici ed ora membra immortali ne custodiscono l'anima perfetta.

Melodia vostra disse che egli cantò le sue gesta di rendimento agli eterni, giungendo le sue voci alle dinastie, figlio del Divino, ebbe forza da poter saldar in uno gli iniziati e che divinizzando per il Padre Celeste fecero dell'uom di cui narrate sommo idolo.

E come diventò tal Dio vi è noto, poiché quand'era ancor uomo invecchiante cura si prese di tutta la gente che compassione di Zeus procurò a sé stesso così facendo tanto che egli ne decretò la Divinità a voce del popolo. 

                                                                                     SIMMACO


CASINO ROYALE






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Casino Royale è un film del 2006 diretto da Martin Campbell, ventunesimo capitolo della saga cinematografica dell’agente 007. Il film è ambientato agli inizi della carriera di James Bond, mentre lavora per guadagnarsi la “licenza di uccidere”. L' agente viene inviato in Madagascar: la sua missione è quella di trovare un mercenario, implicato nell’organizzazione di un attentato terroristico. Tutto sembra filare liscio, finché Bond viene ripreso dalle telecamere di un’ambasciata mentre lo uccide. Rimproverato dai suoi superiori per avere ignorato le leggi internazionali e gli ordini ricevuti, che gli imponevano di consegnare l' uomo vivo, Bond viene sollevato dall' incarico. Ma al giovane agente non piace stare con le mani in mano: decide quindi di indagare per conto proprio. Giunto alle isole Bahamas, scopre che l’attentato non è stato sventato e che un altro mercenario è stato incaricato di portarlo a termine. Bond insegue il sicario all' aeroporto, e sventa la distruzione dell’aereo di linea Skyfleet S570. Si viene quindi a sapere che il mandante è il banchiere Le Chiffre, il quale, a causa del sabotaggio a opera di 007, ora si trova indebitato per diverse centinaia di milioni. Nel tentativo di rifarsi e pressato dalle minacce di morte da parte dei suoi clienti, Le Chiffre, esperto giocatore di Poker, decide di organizzare un torneo di Texas hold ‘em. Il luogo designato è il piccolo Casino Royale, in Montenegro, e la quota di partecipazione è di 10 milioni di dollari. Nonostante i battibecchi con il suo capo M, Bond viene considerato l’unico in grado di battere il banchiere: per la missione viene affiancato da Vesper Lynd, un’agente del Tesoro britannico. Il piano è quello di far perdere la partita a Le Chiffre e costringerlo a chiedere asilo al Governo inglese in cambio di informazioni sui suoi clienti. Il film reinventa la storia originale, mantenendone la linea principale, portando l' agente 007 dagli ambienti torridi del Madagascar e delle Bahamas, dove si concentrano scene d' azione talvolta al limite del realismo, fino ai paesaggi montuosi del Montenegro, sede di un' intensa partita a poker, fulcro drammatico del film che sfocerà in alcune delle scene più tese e violente non solo del film, ma dell'intera filmografia bondiana: memorabile la scena della crisi cardiaca e la tortura della sedia. Il James Bond di “Casino Royale”,interpretato da Craig, lascia cadere i cliché legati al personaggio, per diventare un individuo profondamente umano, oscuro, tormentato. Mads Mikkelsen è il banchiere criminale Le Chiffre: un volto già di per sé cattivo che con l' aggiunta di un occhio sfigurato che lacrima sangue e un inalatore alza lo standard del cattivo bondiano a un livello difficilmente raggiungibile. La Eva Green più bella di sempre è Vesper Lynd, agente del tesoro britannico responsabile del finanziamento di Bond per l'ingresso alla partita a poker. Se per definizione Vesper è in “Casino Royale” la Bond girl, mai tale appellativo è stato più lontano dalla verità: il personaggio della Green si trova in bilico tra una fredda professionalità e una forte sensibilità. Si presenta a Bond, all’ inizio sembra gelida e diventa l' unica donna a riuscire a sciogliere il cinico ghiaccio superficiale dell' agente 007, fino alla vetta dell' abbraccio sotto la doccia. Il film nel complesso è godibile e ha meritato come voto un sette.

                                                                                                                                              Blue Jacket 

Lo Iellato


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Sempre la stessa solfa. Comincia tutto dai lontani anni '80, dopo che mi sono diplomato nell'81, e siamo nel 1984 quando, dopo aver pubblicato sulla pagina degli spettacoli gratis, grazie all'interessamento di un giornalista che conobbi attraverso il WWF, dicevo la pagina degli spettacoli del quotidiano "Il Tempo" sul quale ho pubblicato un annuncio dove cercavo sosia di vari personaggi dello spettacolo. Vengo contattato da una persona interessata a creare uno spettacolo teatrale con i suddetti sosia che dovevano interpretare dei personaggi da me inventati di cui facevo la voce. Mi chiama il nipote di un famoso scrittore, insieme ad altre due persone, per scrivere la sceneggiatura e mentre la scrivevamo di getto ci sbellicavamo dalle risate perché io facevo le voci dei vari personaggi, in cui tutt'ora mi cimento. Ovviamente lo spettacolo era comico. Per farla breve, dopo aver trovato un locale parrocchiale come teatro e assicurata la visione dello spettacolo, con la partecipazione di un grande attore, grazie all'intervento di un produttore discografico, tutto era quasi pronto e cosa succede? Mi chiama una delle persone con cui ho scritto la sceneggiatura dicendomi che doveva partire, un altro che doveva spostarsi per un impegno improrogabile, in pratica non se ne fa un bel niente!!! Poi, e qui sintetizzo, dopo avere avuto problemi nel lavoro principale, avevo sviluppato un progetto importante sulla pubblicità che volevo presentare ma, la prima persona a cui l'ho presentato si è rifiutato e il secondo a causa di un problema finanziario non ha potuto più darmi l'aiuto che mi aveva promesso. Come se non bastasse, ero iscritto come mediatore anche in servizi vari, tra i quali compravendita di automobili nel mio caso soprattutto sportive. Entrato in contato con un cliente commerciante con il quale sono entrato in affari, anche qui finisce che non se ne fa più niente. Arriva poi il mondo degli agenti immobiliari e anche qui, dopo una falsa aspettativa rispetto alla vendita di un agriturismo tutto crolla perché il proprietario è deceduto e gli eredi non volevano più vendere. Concludo le mie vicissitudini da "iellato", con la conoscenza di un amico con il quale cominciamo a sviluppare una serie di progetti dei quali non se ne realizza neanche uno. E ora credo sia più chiaro a tutti come mai abbia scelto come pseudonimo per l'inizio di questo nuovo percorso, speriamo più fortunato, "LO IELLATO". 


Lo Iellato

venerdì 24 ottobre 2025

Comizio Elphico




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Nonnini, nonnine!! Oggi il vostro nonno Elpho vi parlerà, e basta!! E spero che qualcuno mi ascolterà. Spesso ho parlato di utenti, di cura, insomma di noi. Spesso ne ho scritto al blog, ma anche in altre sedi, ma con scarsi risultati. Ultimamente in una di queste opportunità mi è stato detto, e 
ripetuto: "io vorrei guarire, io non vorrei più prendere farmaci, e così via". Il vostro nonnino ha sempre detto e continua a dire che vanno bene i farmaci, la psicoterapia, etc, ma una tra le cose più importanti, almeno per me, è socializzare, non isolarsi, non stare a casa da solo, non essere "un'isola". Ma cercare di fare amicizia con gli altri, sviluppare "l' intelligenza sociale", la capacità di relazionarsi con gli altri. Ciò significa frequentare altre persone, avere degli amici, avere una compagna/o , avere interessi, affinare le proprie capacità comunicative, non estraniarsi, riuscire a fare una conversazione, e "restare in conversazione". Ma soprattutto stabilire rapporti durevoli. Stabilire un rapporto, una relazione significativa e durevole con un' altra persona è cosa difficile per chiunque, ( anche per i "normali") ma per "noi" è un' impresa titanica. Perché i primi ad escluderci siamo proprio noi, con le nostre paure, i nostri timori, i nostri pregiudizi, e così via. "Noi" spesso siamo sempre e comunque, un' isola. Anche quando facciamo parte di un arcipelago. Qualcuno ha detto (Daniel Golem an?) che "l'intelligenza sociale" è la più importante per avere successo nella vita! Aveva ragione da vendere! Ma per "noi disabili" si tratta di avere una vita, un amore, un lavoro. Eh già, ci accontentiamo di " uno solo" siamo disabili!!

 P. S. Quando uso le parole "normali", "disabili", "noi", e "altri" , sto facendo dell' ironia. Della bassa, sciocca, stupida ironia. Ma soprattutto amara. Senza neanche un cucchiaino di zucchero.


Nonno Elpho

Scarabocchi



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Non ho nulla da scrivere. Sono confuso, non riesco a buttare giù nulla. La gente che chiacchiera intorno a me mi confonde sempre di più e le voci dei pensieri si fanno sempre più forti. Vorrei solo che tutto tacesse per un momento. Le voci, i dolori....la mente. Ma so che non è possibile. Alzo il volume della musica. E provo quantomeno a far uscire quello che ho dentro ma mi è difficile anche questo. Il peso della tristezza alza la voce e le urla nelle orecchie si fanno sempre più forti. Ne sono sicuro, lo ammetto. Più si avvicina il freddo, e più sale la paura di quei tuguri di m****. È vero. Supero una sfida dopo l'altra, giorno dopo giorno ma mi sto consumando. Troppo. E rischio che alla fine davvero non resterà più nulla di me....giusto la pelle......

Buio Totale

Verrà l'estate... e arriva a Ottobre!


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Bensvegliati e bensvegliate a tutte e tutti dal vostro eterico Fantozzi ragionier Ugo! Oggi sono qui a parlarvi ancora di musica, per la precisione di musica del tutto "aliena", la mitica musica blu che si fa utilizzando il sistema delle 16 note invece che quello a 12. Le definizioni delle due musiche che da qualche anno io inseguo sono queste: la musica celeste è fatta con le 12 note e la formalità a quattro dita, e la musica blu è fatta con la formalità a quattro dita e il sistema delle 16 note. Sono cose che hanno a che fare con l'inconscio, anzi l'inconscio che diventa conscio, stiamo parlando in questo caso di un inconscio musicale. Verrà l'estate è il secondo brano di Morgan fatto con 16 note, il primo è di qualche anno fa e si intitola "Sì certo, l'amore". Devo dire che al primo ascolto non sono rimasto impressionato dalla musica blu, anzi quasi quasi preferivo la musica celeste che mi dava un forte senso di speranza. Ma forse si può dire che la musica a 16 note rappresenta proprio la realizzazione di quella speranza che era presente nella musica celeste! Infatti parlavo di inconscio perché una canzone può essere composta con i soliti accordi primari, e così viene fuori l'opera al bianco, il rock. Una canzone rock può evolvere in opera al rosso, ossia jazz, ma c'è una strada alternativa, quella che porta dal rock alla musica celeste e dalla musica celeste alla musica blu, insomma per passare dal rock alla musica blu servono due trasformazioni, e il risultato finale può essere poco distinguibile dal punto di partenza! Per questo, e lo dico un pizzico di sarcasmo, il rock è una grande illusione per le masse, il rock dà l'illusione di libertà, ma ti mantiene schiavo, ma se vuoi la libertà le strade sono due, anzi è una, la piena libertà si ottiene con la musica blu, e la liberazione di energia, tanta energia che è dentro di noi tutti, forse anche la musica celeste libera un po' di energia, questa è una cosa che ancora non sono riuscito a capire bene, forse la capirò in futuro, boh... Comunque il nuovo Ep di Morgan presenta una simbologia molto chiara in copertina, un cerchio diviso in 16 parti con la scala di 9 note (bianche) più altre 7 note (nere), totale 16 note! E per favore non venitemi ancora a tirare fuori la storia del drogato, chi riesce a colorare per davvero la sua vita, non ha bisogno di droghe...


Fantozzi ragionier Ugo

venerdì 17 ottobre 2025

Where is my mind



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Rieccomi. Dopo 14 giorni che non scrivo. Sono le 23 e 56 e nonostante la terapia di dormire non se ne parla. Neanche stasera. Sono troppe sere ormai che va avanti così. La tristezza mi schiaccia, i pensieri mi frantumano, mangio poco. Sto male è evidente e molto probabilmente dovrò chiedere aiuto. Non so se è un pensiero di stasera, magari dovuto all'umore così negativo o se servirà davvero un consulto "con i piani alti". Era tanto che non ero così esplicito nello scrivere, normalmente sono più...come dire...emotivo. Ma non stasera, non stavolta. Sarà un lungo e difficile letargo questo. Molto difficile e non so se ce la farò. In fondo dall'ultima volta sono passati 3 anni. Come tra la prima e la seconda. Sarà un caso? Speriamo...voglio farcela da solo, di quei posti ho paura. Ogni volta che si esce da lì non si è mai come quando ci si entra, ti cambiano qualcosa dentro. Lo scrissi già da qualche parte...è come se diventassi un po' più "loro" e un po' meno "te". 
IO VOGLIO farcela da solo.
Buio Totale

La mezza giornata della salute mentale


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Oggi il vostro nonnino vi parlerà di ... non so su che cosa, un argomento astruso e di scarso interesse per tutti. D'altronde se non ne parla nonno Elpho, chi me parla? Forse qualche Gnomo o qualche Folletto? Ma... Come vedete anch'io faccio fatica ad entrare in argomento, ma sursum corda, come dicevano i latini, e che le parole sgorghino. Ora il 10 ottobre è stata la giornata mondiale della salute mentale, almeno così c'è scritto sul calendario. Anzi no. Sul calendario non l'ho trovato, allora ho provato sul web ho cercato calendario eventi di ottobre : Giornate Internazionali e Nazionali: 1° ottobre: Giornata Internazionale delle Persone Anziane. etc... 9 ottobre: Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. 12 ottobre: Giornata nazionale di Cristoforo Colombo (Columbus Day), etc. Insomma salta proprio la giornata dedicata alla salute mentale, allora ho cercato giornate mondiali mese ottobre e come risultato non è comparso nulla sulla salute mentale, e ho aperto questo link guardate anche voi https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.giornatemondiali.it/&ved=2ahUKEwidlKrl65OQAxUv1gIHHQp4HQ0QFnoECCQQBQ&usg=AOvVaw1zFmSM5ig6PPYZnUah060F , niente!! Nulla!! Nisba!! Naturalmente poi l'ho trovato. È proprio vero che chi cerca con insistenza forse qualcosa trova. Comunque NON volevo annoiarvi con la mia ignoranza sui motori di ricerca, ma su come le nostre istituzioni anche loro, come i motori di ricerca vagolano quando si tratta di salute mentale. Tranne rarissime eccezioni, ma sì sa una rondine non fa primavera!!! Anche perché la povera rondine è ormai vecchia e spennata" e si sente tanto sola. Comunque le nostre istituzioni hanno pensato di dedicare negli "appositi spazi" , mezza giornata e per la precisione la mattina fino all' ora di pranzo. Va bene così naturalmente, il troppo stroppia, lo sanno tutti, anche chi è a capo della salute. Bene! Sono contento! Allora voglio ringraziare tutti e mandare un affettuoso saluto a tutti i miei "colleghi", il vostro

 Nonno Elpho

Venerdì 17, Ueppala!

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Ben venerdì17ati e ben venerdì17ate a tutte e tutti dal vostro infortunistico Fantozzi ragionier Ugo! Oggi non ho la più pallida idea di che belìno scrivere e allora mi vengono in mente le mie fisse numeriche, la numerologia appunto, e anche la guerra dei gufi che continua nella nostra chat, con White Cosmos che, bontà sua, oggi ha pubblicato ben 17 gufi nella chat, ai quali ho risposto prontamente con 17 corna! White Cosmos forse lascia il blog, o forse lo convinceremo a restare, ma tanto non smetterà di riempire di gufi la nostra chat quando gioca la Roma e non solo, per lui il gufaggio è diventato un gufismo esistenziale! E poi oggi è pure venerdì 17 e io non volevo nemmeno uscire di casa, eppure eccomi qua, e devo dire che fin adesso non è neanche successo niente di male, facciamo le corna! Per proseguire con le mie fissazioni numerologiche, vi vorrei dar conto di "Ueppala", che cos'è Ueppala? È una curiosa esclamazione che mi capita di avere nella nostra chat, ogni volta che incontro un numero doppio, di ore e minuti intendo. Chissà magari questi numeri doppi portano pure fortuna, e io avevo una mezza idea di usarli per giocare alle slot, e magari sbancare le slot, ma è un'idea così, a cui do' poco seguito in pratica, perché francamente non mi interessa più di tanto... L'idea sarebbe di premere il pulsante della slot a ogni numero doppio di minuti e secondi, insomma una volta al minuto, più o meno, sperando che i numeri doppi attirino la fortuna, o qualcosa del genere. È un'ipotesi che ha qualche difficoltà pratica, perché per esempio il mio smartphone e il mio tablet non sono sincronizzati, c'erano un paio di secondi di differenza e poi non solo questo, c'è da notare anche che una volta premuto il pulsante della slot, la slot ci mette un po' a fermarsi, e non solo questo, si può premere una seconda volta il pulsante della slot allo scopo di fermarla, e allora il numero doppio esattamente dove deve cadere? In corrispondenza del primo pulsante, in corrispondenza del secondo, o in mezzo tra i due? Questi sono i miei grandi dilemmi e questa è la vera storia di... Ueppala!


Fantozzi ragionier Ugo

Hollywood party

  


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Considerato da molti il film più divertente di Blake Edwards, è una commedia scatenata che deve gran parte della sua riuscita alla capacità d’improvvisazione e forse anche alla particolare personalità di Peter Sellers, adorabile nel ruolo principale. Era la prima collaborazione tra il regista e l’attore dopo l’esperienza della Pantera Rosa, e anche senza le peripezie del buffo detective, Sellers riesce a creare intorno a sé uno scenario di vera follia. L’esigua trama, che è poco più di un canovaccio, crea tutta una serie di situazioni spassosissime che culminano in un finale memorabile. Bakshi, attore indiano ingaggiato come comparsa per un film in costume, distrugge involontariamente il set allestito per le riprese; il produttore, infuriato, lo licenzia e dice alla segretaria di cancellarlo dall’elenco delle comparse. Per un errore, Bakshi viene invece inserito nell’elenco degli invitati a una festa privata, organizzata dalla moglie del produttore nella loro lussuosa villa. Dal momento in cui entrerà in casa, il povero Bakshi distruggerà praticamente tutto quello che tocca, sempre senza volere, ma non per questo i danni saranno di minore entità. In breve, riuscirà ad attirare l’attenzione di tutti i presenti con la sua goffaggine, suscitando una irrefrenabile ondata di piccoli incidenti, che creano un risultato di comicità degno dei grandi della vecchia Hollywood. Il film trae sicuramente vantaggio dal fatto di non avere una vera trama: Edwards ha dato carta bianca a Sellers per improvvisare, e questo dà vita a una serie di gag divertentissime che si susseguono in un flusso costante almeno per tutta la prima ora. Grazie all’ineguagliabile talento di Peter Sellers, Bakshi riesce a essere l’eroe sfortunato che ruba la scena a tutti e, nello stesso tempo, l’umorismo combinato con la storia inesistente conferisce all’insieme un’aria di imprevedibilità che rende le trovate ancora più memorabili ed esilaranti. Può ricordare film come Una pallottola spuntata, ma non è appesantito da troppi personaggi secondari e da inutili complicazioni della trama, almeno per la prima ora. Solo quando si inserisce una sotto trama sentimentale un po’ fuori luogo, il film rallenta leggermente il ritmo, ma l’umorismo continua a essere protagonista. C’è un po’ di Mr. Bean, se vogliamo riferirci a qualcosa di più vicino a noi. La sua goffaggine distruttiva sembra irradiarsi anche agli altri personaggi del film: un cameriere alticcio, un maggiordomo prossimo all’esaurimento nervoso, e via via la sequenza di gag continua da un personaggio all’altro in un crescendo continuo. Hollywood party nel complesso rimane un film indefinibile: sicuramente commedia, ma anche satira di costume e in qualche modo racconto morale. Un piccolo capolavoro, che dopo più di cinquant’anni riesce ancora a farci sorridere.


Blue Jacket

venerdì 10 ottobre 2025

W.C (Che non è là sigla del bagno)

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Caro white...eh...si proprio tu...quello che mi ha battezzato, mi ha messo il mio primo nome...e unico. Hai dato tanto a questo blog e sinceramente hai dato tanto anche a me. Abbiamo riso, scherzato, le uscite col blog, le passeggiate tra noi, ci siamo scannati, ma io non ho smesso mai un momento di provare stima per te. Ti ho sempre considerato una persona bellissima e uno scrittore coi marroni che gli fumavano. Lo so mo sarai imbarazzato arrossirai però non potevo fare a meno di scriverti. "Buio Totale"...così mi hai chiamato. E così mi continuerò a chiamare anche un po' in ricordo della tua presenza qui. Chissà come ti è venuto in mente così, subito, quel nick che mi rappresentasse così tanto, allora. Ora un po' meno Totale. Però pareva che mi conoscessi da 1000 anni. Come disse qualcuno...."Caro il mio White Cosmos è il momento dei saluti...ci avremmo riso sopra se ne avessimo parlato
Lo so che non ha senso starsi a lamentare
Di alcune conseguenze del mestiere
E so che mi son fatto prendere la mano
Perché uno sfogo fa sbagliare spesso la misura
Ma come ti dicevo son le quattro del mattino...
L'angoscia e un po' di vino".........la voglio chiudere così.
Ti auguro tutto ciò che ti meriti, come persona come teatrante e come...mah si dai...diciamo anche amico.
Un abbraccio (non troppo vicino)
Buio Totale

Eloquio Facondo

Oggi il vostro nonnino vi delizierà facendo la "carta d'identità" di una sua qualità o presunta tale, come fosse una persona, o personaggio. Io ho scelto l'espressività. 

Nominativo? Eloquio Facondo (espressività che si esprime con parole e scritti). 
Età apparente? Maturo (40-50) ma ne dimostra di più. 
Aspetto fisico? Altezza media, spalle larghe, calvo, barba fluente, e con un po' di pancia. 
Dove abita dentro di me: Nella parte sinistra del mio cervello, se l'è presa tutta lui. 
Quando si manifesta? A volte, quando "apro la bocca". 
Cosa dice spesso? Cita Proust " lo scrittore scrive se stesso e legge se stesso" e poi dice sempre "Adsolina e Guglielmina" e qualche volta aggiunge 1234 esatto!! 
Emozioni che prova? Paura, rabbia, vanità, gioia, delusione, speranza. 
Cosa desidera davvero? Essere ascoltato, compreso, essere al centro dell' attenzione e riuscire a comunicare se stesso e i propri pensieri. 
Paure principali? Perdita di sè e del proprio io, malattia, e in ultima analisi morte del proprio io o parte di esso. 
Cosa vuol ottenere per me? " Farmi uscire dal guscio", aiutarmi a mettere in contatto con me e con gli altri. 
Qual è la sua utilità nella mia vita? Da quando l' ho scoperto mi aiuta a vivere, ad affrontare i problemi, e inoltre è divertente, ironico e imprevedibile. 
Cosa succede quando prende il controllo? Solo per brevi momenti ha il controllo ( una pagina e mezzo massimo), e quando c'è l'ha , attiva la concentrazione, la creatività, la spontaneità e rilascia endorfine. 
Funziono meglio? Forse. Vai a capire cosa succede. 
Come posso accompagnarlo invece di farmi dominare?? Durante il suo dominio è lui che accompagna me. Mi accompagna nei recinti della mia mente e mi aiuta a superare gli steccati e anche i grigliati che sono sparsi qua e là. ( Almeno ci prova). 
Un immagine o simbolo che la rappresenta? Non saprei, forse una testa piena di bolle di sapone con dentro un punto interrogativo. E questa testa ha la bocca aperta con la lingua di fuori. Dalla bocca escono le bolle di sapone che esplodono, e i punti interrogativi diventano parole. 

P.S. Questo è un esercizio che ho fatto al mio gruppo di teatro. Provate anche voi. 

Nonno Elpho

venerdì 3 ottobre 2025

Seni e Greguerias

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Oggi il vostro nonnino vi parlerà di Ramon Gomez de la Serna. Autore Spagnolo (1888-1963), precoce ed eclettico. Tra le innumerevoli sue opere io voglio parlarvi di " Seni"; un libro di 250 pagine circa, dove l' autore "cataloga e disserta" sui seni che ha incontrato, e non solo. Si inizia coi seni dalla finestra,il palpeggiatore di seni, i seni migliori, i seni delle vedove, i seni delle serve, i seni delle bottegaie, i seni delle statue, i seni dei quadri,i seni delle francesi, tedesche,inglesi, negre e così via. Il libro come dice lo stesso autore nel prologo non è pornografico e aggiungo io neanche sexy, forse un pochino sensuale, e a volte pruriginoso. Sembra uno "sguardo" del seno in tutte le "forme" che l'autore ha conosciuto, rispetto all' epoca in cui è stato scritto, nel 1928. Naturalmente rispecchia la società, i costumi e le mode del tempo. Io l'ho trovato come una specie di "spaccato enciclopedico" sul seno, sui vari tipi di seno, con tanto di giudizi personali e sul rapporto delle donne col proprio seno e con gli uomini. Il tutto in poche frasi per ogni "tipo di seno" o al massimo qualche capitolo, come se fossero voci di un'enciclopedia condite con un pizzico di ... , ma forse un po' datate e noiose, o almeno io così le ho trovate. Ma veniamo alle cose serie, e cioè alle greguerias. Le greguerias sono definite dallo stesso autore come umorismo e metafora, condensati in una frase o poco più. Degli aforismi un po' particolari se volete, ma vediamo subito alcuni esempi : " il sogno è un deposito di oggetti smarriti"; "il coccodrillo è una valigia che viaggia da sola"; " tentai di suicidarmi e per poco non mi ammazzavo"; E dulcis in fundo due mie greguerias, parafrasate da quelle di autori famosi: ""la vita è così amara che stimola la digestione"; " l' unica cosa che all' uomo interessa della testa della donna sono i capelli". 

Nonno Elpho

Ozer come Grobelaar, e i gufi laziali godono!

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Bengufati e bengufate a tutte e tutti dal vostro gufabilissimo Fantozzi ragionier Ugo! Oggi ahimé, sigh sigh, me tapino, me gufato, mi tocca darvi conto di una brutta sconfitta della Roma, ma proprio brutta brutta brutta eh... Per darvi conto di ciò mi tocca dapprima dirvi delle imprese di White Cosmos, che si è preparato sul suo telefono tutta una serie di immagini di gufi pronte per essere sparate nella nostra chat ogni qual volta gioca la Roma! E anche ieri sera, partita di Europa League, la Roma stava perdendo 1 a 0, e verso la fine della partita ecco che succede: rigore per la Roma! E subito White Cosmos, senza alcuna pietà, pubblica un bel gufone, e io rispondo col solito segno delle corna. Questa, ve ne ho già parlato, è la nostra guerra dei gufi. Ma ieri sera la gufata di White Cosmos ottiene effetti devastanti: la Roma sbaglia tre rigori in tre minuti! Prima Dovbyk, poi ancora Dovbyk, poi infine Soulé e la palla non ne vuole sapere di entrare in porta, ma finisce tutte e tre le volte nelle braccia di Ozer. Ozer l'ipnotizzatore! E tutte le volte, prima che i nostri eroi giocatori della Roma tirino, Ozer si muoveva come un tarantolato sulla linea di porta, sfottendo i giocatori della Roma in modo simile a come fece nel lontano 1983 il portiere del Liverpool Grobelaar! Ozer era così ansioso di muoversi che le prime due volte si muove troppo presto e perciò l'arbitro fa ripetere, ecco perché i rigori sono diventati tre... Ma tutte e tre le volte sbagliati, e qui torniamo alla potenza del gufo sparato da White Cosmos, un gufo che ieri è andato terribilmente a segno nonostante tutte le mie corna, l'aglio, il peperoncino, e i corni napoletani. Il lazialotto gufacchiotto White Cosmos ieri gode della sua gufata, in un orgasmo gufesco antiromanista! Per darvi un'idea di a che livello è arrivata la guerra dei gufi tra me e White Cosmos, vi dovrei dire della matematica dei gufi, White Cosmos è stato capace di inventare anche il gufo col segno meno davanti, è stato capace di cambiare il nome della nostra chat in "gufo", mettendo l'immagine del gufo al posto del nome, e prossimamente si potrà inventare il gufo elevato alla seconda, il gufo elevato a gufo, il gufo moltiplicato per infinito... Aaargh!


Fantozzi ragionier Ugo

venerdì 26 settembre 2025

Cassetto


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Un giorno aprii il cassetto del comò e vi trovai un vecchio giocattolo a molla , una mostruosità che era rimasta chiusa dentro quel cassetto per anni e nessuno l'aveva mai tolta da lì. La presi per gettarla via , ma all' ultimo minuto ci ripensai, e non la gettai più. E già!! Invece di gettarla la mirai e la rimirai, e mi vennero in mente dei ricordi. Dei ricordi lontani nel tempo, ma assai vividi. All' improvviso mi ritrovai nel periodo della mia infanzia, in vacanza con la mia famiglia. Eravamo al mare, in una spiaggia libera. La sabbia era fine e chiara, non c'era molta gente, anzi c'erano solo la mia famiglia e un'altra famiglia. Conoscevo l' altra famiglia, si trattava dei nostri vicini di casa. I signori Valli e la loro figlia Lucrezia. Io ero pazzo di Lucrezia, mi era sempre piaciuta. Improvvisamente Lucrezia si avvicina e mi chiede se voglio fare una passeggiata insieme a lei, e io accetto. E ci allontaniamo passeggiando. Non c'è nessuno e io ne approfitto, le prendo la mano e mi dichiaro: Lucrezia, mi piaci, mi sei sempre piaciuta... lei mi guarda negli occhi e... 
E poi... e poi il ricordo finisce così come era iniziato. Stavo nella mia stanza con in mano un mostruoso giocattolo a molla, e copiose lacrime mi scorrevano sulle guance. Mi girai su me stesso e buttai il giocattolo nel cestino della spazzatura.

Nonno Elpho

Scoperta, divertimento ed un po' di brivido (episodio 4)


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Fu così che Filippo scoprì per la prima volta, finora, nella sua breva vita, qualcosa di apparentemente strano ai suoi occhi, ma di super-divertentissimo perché di lì a poco, il nostro amico bruco...
Tale era la curiosità che suscitava in lui quella luccicante coltre bianca che, senza pensarci troppo, egli prese la rincorsa, e che rincorsa..., con tutte le sue mille ed uno zampe eeee... via a tutta velocità fino a che, quando giunse il momento, con tutta la forza che aveva nei suoi minuscoli piedini, fece un balzo per atterrare nella neve bianchissima, brillante come il sole e dura come... oooohhhhhhh... splash!
"Ma che è successo?! Dove sono finito?" - penso tra sé e sé Filippo "che freddo che fa qui!". 
Si guardò attorno spaesato e molto confuso per cercare di capire cosa caspita fosse successo, ma, con ennesimo stupore, non vide altro che bianco. Tutto attorno a lui era bianco! Un unico colore lo circondava da tutte le parti: davanti, dietro, a destra, a sinistra e pure in alto ed in basso.
"Dove mi trovo? Che cos'è questo posto? Perché qui tutto è bianco? E perché fa questo freddo? Aiutooo!"
E sì! Era finito esattamente dentro la neve. Essa infatti non era dura come lui aveva pensato prima di tuffarsi. Dura del resto come la superficie dove lui aveva sempre camminato. Scoprì quel giorno che la neve era bianca, fredda, ma anche morbida, perciò bisognava imparare a conoscerla ed a come camminarci sopra per non sprofondarci dentro come era successo esattamente a lui, il povero Filippo, al quale ne capitava sempre una. 
Dopo essersi schiarito le idee ed essere tornato in sé, in quello strano luogo in cui era, si mise a gridare con il suo linguaggio da bruco ma ben presto si rese conto che nessuno lo aveva sentito o poteva sentire la sua voce in quel luogo così nascosto e ovattato. (Ah, una cosa bimbi: il bruco Filippo ci tiene a dirvi che la parola "ovattato", che è una parola molto strana, significa che non ti fa sentire niente, cioè che la tua voce, anche se gridi forte forte, non si sente. Vi faccio un esempio. Il luogo ovattato è come se ci fosse una parete invisibile tutta intorno a te che impedisce alla tua voca di attraversarla, quindi chi si trova al di là non può sentirla). 
A quel punto Filippo, bruco giovane ma molto audace ed intelligente, pensò che per uscire da lì sotto doveva fare qualcosa con le sue uniche forze. Così cominciò a muovere tutte le sue zampine per cercare di trovare la via della salvezza. Inizialmente, non sapendo bene cosa fare, pur muovendosi velocemente, in preda al panico, non fece altro che rimanere fermo esattamente nel punto in cui si trovava. Ma lui era un bruco davvero ostinato e non si faceva affatto fermare dalla prima difficoltà. Ben presto infatti Filippo, con pazienza e grande sforzo, riuscì a spostarsi prima in avanti, poi verso l'alto. In quegli istanti, immerso nella neve, muovendosi, gli sembrò quasi di volare. Essa era così soffice che ben presto il nostro amico bruco si rese conto che riusciva a spostarsi e capì con intelligenza come farlo nel modo giusto per non sprofondare di nuovo giù. Continuando così la sua risalita verso la superficie e verso la salvezza, nonostante il freddo che continuava ad attanagliarlo (Ehi! Sono sempre io, Filippo! Devo dirti un segreto. "Attanagliare" vuol dire che c'è qualcosa che ti sta procurando una sensazione molto molto forte, di solito brutta, spiacevole e che non ha nessuna intenzione di lasciarti stare. Esempio: se il freddo ti attanaglia, significa che lui, il signor freddo, non ha nessunissima intenzione di andarsene e vuole rimanere insieme a te più tempo possibile). 
Scusami, continuo subito con il racconto. Stavo dicendo che Filippo, nonostante il grande freddo che continuava ad attanagliarlo, con sua grande sorpresa, scoprì che si stava divertendo. Dentro la neve gli sembrava proprio di volare e ben presto ci prese gusto.
Finalmente arrivò in superficie, mettendo fuori pian piano la sua testolina preceduta dalle antenne, quelle bellissime antenne rosse e nere, le quali iniziarono a brillare alla luce del sole, riflettendosi sulla neve. In quel momento subito si ricordò di quanta invidia esse facessero agli altri bruchi. soprattutto quelli cattivi e dispettosi. Pensò: "Guardate qua che belle antenne che ho! Guardate come luccicano! Vi piacciono? Beh, non le avrete! Sono soltanto mie!" 
Con questo fugace pensiero, si prese una breve rivincita su tutte le volte che i brucacci cattivi lo avevano trattato male.
Insomma, dal momento in cui scoprì inaspettatamente, a differenza dei primi istanti di paura, quanto gli piacesse stare nella neve, passò ben poco tempo fino a che Filippo, il bruco dalla mille risorse, pensò ad alta voce: "Quasi quasi mi rituffo!"
E fu così che egli si tuffò di nuovo, senza più paura, nel fantastico mondo di neve per divertirsi come mai aveva fatto prima...

White Cosmos

venerdì 19 settembre 2025

L'uomo senza un ma, ovvero l' incomunicabilità.


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Una volta c'era un uomo che viveva in un bosco nelle vicinanze di un piccolo paese. Quest' uomo aveva una piccola casetta, una bicocca, proprio al centro del bosco dove c'era una radura. Viveva lì da solo, e non si allontanava mai. A volte incontrava qualcuno che andava nel bosco a passeggiare o a raccogliere funghi, e lo salutava e gli parlava pure, ma lui non rispondeva mai. Ma non era stato sempre così. Infatti aveva abitato per molti anni in una città, aveva avuto amici, una fidanzata, un lavoro presso una società di spedizioni, e gli piaceva giocare a calcetto. Finché un giorno si accorse di non riuscire a dire la parola "ma". Per quanto si sforzasse di dire "ma", non ci riusciva. Era incredibile ! Ma era così! L'uomo cercava in tutti i modi di vincere questo suo deficit(limite), ma senza successo. Per lui era diventata un'ossessione riuscire a pronunciare la parola "ma", non riusciva a pensare ad altro, non riusciva a fare niente. La cosa lo faceva soffrire in modo indicibile (terribilmente). E proprio nel bosco, un giorno incontra un illustre medico che stava passeggiando. Il dr lo saluta, si presenta, ma l'altro non risponde. Allora il dr si avvicina per osservarlo meglio, incuriosito. Buongiorno, buon uomo, vive qui? Nessuna risposta. Allora il dr prova in Inglese, poi in tedesco, in spagnolo, in russo, in francese, ma non riceve nessuna risposta. Il dr un po' scocciato prova di nuovo e accompagna le parole con gesti esplicativi. Non mi capisce? Nessuna risposta. E neanche un gesto. Nulla. Il dr spazientito se ne va. L'uomo senza un "ma" torna alle sue faccende quotidiane come se nulla fosse accaduto e se non avesse incontrato nessuno, ma sempre con l'idea fissa che doveva riuscire a dire un "ma". 

Nonno Elpho

Indovinello


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Ha come madre la paura, suoi fratelli e sorelle sono l'odio, l'ignoranza, il pregiudizio, e l'emarginazione. Non ha figli, ma tutti siamo suoi seguaci!! Chi è?? La risposta è semplice, forse ... . Naturalmente sto parlando dello stigma che non ha padre, perché ha troppi probabili padri, e nessuno di loro l'ha riconosciuta come figlia. Ha tanti fratelli e sorelle io ne ho citati solo alcuni. Ma non ha figli , è sterile, ma in compenso siamo tutti suoi seguaci. E già!! Il signor Erving Goffman scrisse un saggio dal titolo :"stigma- identità negata", se volete leggerlo in pdf questo è il link : https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.studocu.com/it/book/stigma/erving-goffman/45673&ved=2ahUKEwi32vqipaOOAxU9hP0HHaMyL_MQFnoECFIQAQ&usg=AOvVaw2aL1bNJ8ovd3erMlq4H60t , una lettura interessante indubbiamente, ma mi permetto di dissentire quando Goffman dice che le persone che discriminano gli altri sono tutte quelle persone definite "normali" dalla società. In questo secondo me sbaglia, perché ciò che dice è vero ma riduttivo, in realtà lo stigma "appartiene" a tutti, anzi la discriminazione la facciamo tutti, sia i "normali" che quelli non "normali". Tutti noi discriminiamo gli altri e noi stessi. E già!!! Siamo tutti seguaci dello stigma e per alcuni è proprio lo stigma che rende la malattia mentale, una malattia incurabile. Perché impedisce il ritorno dei malati in società, la loro reintegrazione nella società in cui viviamo diventa impossibile, e li costringe(volenti o nolenti) , ai margini della società, a vivere da emarginati. P.S. Stigma=marchio. Cioè discriminazione basata sul pregiudizio per le persone malate di mente, e che ne determina il rifiuto, l'esclusione, e aggiungo io, la dannazione eterna. 

Nonno Elpho

Andrea Tabacco e l'apocalisse degli zombies!


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Benzombati e benzombate a tutte e a tutti dal vostro redivivo Fantozzi ragionier Ugo! Oggi sono qui per raccontarvi di un altro viaggiatore del tempo che è recentemente comparso su tik tok. Voi credete ai viaggi del tempo? Immagino di no, ma in ogni caso io vi racconto lo stesso questa storia qua. Andrea Tabacco dice di venire dal futuro, non specifica l'anno, e dice che nel futuro tutto quello che poteva andare storto, è, per l'appunto, andato storto. Dice che nei prossimi anni l'umanità diventerà terribilmente dipendente dai sistemi di realtà virtuale e dall'intelligenza artificiale, dipendenza che un po' si vede già oggi, dato che non sappiamo stare senza gli smartphones nemmeno 5 minuti... Non è facile scrivere un articolo su questo ragazzo, me ne rendo conto proprio adesso, perché è un argomento ai confini della realtà, comunque lui dice che è tornato in questa epoca per avvertirci che in futuro ci sarà... l'apocalisse degli zombies! Poi però non è ben chiaro cosa lui intenda per zombies, accenna a persone che si risvegliano in massa, ma si risvegliano zombate; dice che gli zombies saranno anche la conseguenza della dipendenza di massa dai sistemi di realtà virtuale; le persone già adesso si stanno avviando a vivere delle vite virtuali e questo in futuro sarà un fenomeno molto più accentuato. Poi Andrea Tabacco dice anche che nel futuro i sistemi di realtà virtuale ad un certo punto collasseranno; dice che di fronte al fenomeno dello zombismo di massa le intelligenze artificiali sceglieranno di lasciare il pianeta, e che i computer verranno distrutti; la distruzione di tutti i computer causerà una sorta di nuovo medioevo, siccome nel frattempo tutti i libri saranno stati trasformati in libri elettronici, e l'umanità così sarà privata di ogni memoria storica, perché prima dell'apocalisse zombies tutti i documenti erano stati digitalizzati... Poi questo ragazzo parla anche di esperimenti genetici, di un certo "Dottor No", un esperto di bioingegneria che viene chiamato così perché ogni volta che ha un'idea a tutti viene da rispondere "dottore, no...". Questo Dottor No creerà nuove razze di animali e di piante, farà degli esperimenti al limite dell'etica, e insomma il mondo che ci descrive questo ragazzo è un po' strano, chi vuole ci può credere o non credere, e insomma questo è quanto...


Fantozzi ragionier Ugo

Letargo

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Il letargo è alle porte. E I malesseri, l'insonnia, l'irregolarità dell'appetito anche. Vi ricordate quel post sull'altalena? Ecco è scesa e per quanto io, le mie paure e le mie insicurezze stiamo spingendo forte, non ne vuole sapere di muoversi. Come fosse legata a un blocco di tristezza. Ma non sarò impreparato. Non mi coglierà di sorpresa. Ho già preso un giubbetto antiproiettile per le parole che faranno più male, un sacchetto di ossigeno per le mancanze d'aria, un blocchetto di giustificazioni per autoconvincermi che sono più forte e avvisato tuuuuuuuutti i miei lati terapeutici. Anche se poi le parole colpiranno nei punti scoperti i miei lati terapeutici mi diranno che non possono fare molto e....lascerò il blocchetto sopra un comodino che non guarderà nessuno. Dov'è andato il mio sacchetto d'ossigeno?Il blocco di tristezza si farà sempre più pesante ma...come dico sempre io....si risalirà nonostante tutto...e tornerò di nuovo a respirare......

Buio Totale

venerdì 8 agosto 2025

L'altalena




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Si. Un'altalena. Credo sia questo il termine adatto per definire l'esistenza di un essere umano. Tanto più la mia. È un salire e scendere di emozioni, gioia, tristezza, rabbia, paura....tutte logicamente a "cannone"....si....perché a me da piccolo sull'altalena mi piaceva andarci a "cannone"...quindi come poteva esser differente con le emozioni? Cosa vi aspettavate? Tutto troppo. Quando sono felice inizio a tremare, a fremere, come i tori davanti al lenzuolino rosso, con gli occhi dei bambini davanti a una manciata di goleador. Quando sono triste diventa un bel problema. I pensieri mi divorano e quella parte oscura di anima che ho riesce fuori. Sembra che non ci sia una fine in nulla e l'unico modo per porre fine.....beh l'ho citato su più pezzi. Ora....mi verrebbe una domanda spontanea. Perché quando sono arrabbiato invece di sfogare tutta la mia ira e incendiarmi come la torcia umana della Marvel (da notare...scritto con la M grande....come l'Altissimo) trasformo tutto ciò in un sentimento strano che si, è rabbia, ma non riesce a venire fuori. Sta lì come un vulcano in ebollizione che da lì a poco esploderà ma non esplode mai. 5 minuti. E poi l'altalena risale. E si torna a respirare. 1 ora, 1 giorno, 2....e poi riscende. E si ricomincia da capo. La tristezza è quella che la fa stare giù più a lungo. Certe volte anche per mesi interi. Ma a forza di spingere risale sempre. E si torna a respirare.
Inincendiabilmente vostro

Buio....nn saprei

Fantozzi ragionier Ugo... e le barbe profetiche, quasi spirituali!


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Benbarbuti e bensbarbate a tutte e tutti dal vostro pelosetto Fantozzi ragionier Ugo! Oggi avrei un argomento sul quale scrivere, ma non pretendo di cambiare gli equilibri mondiali con questo articolo, insomma non sarà un articolo di importanza cruciale per le sorti del pianeta Terra! Per iniziare vi vorrei confessare un mio "private moment", cioè quando mi faccio la barba. Da quando ero adolescente, come tutti i maschietti, mi cresce la barba e da giovane la portavo pure, mi piaceva fare il ragazzo alternativo di sinistra con barbetta e capello lungo. Il capello lungo poi l'ho pagato, con la perdita di un po' di capelli, anche se per fortuna non sono diventato come Claudio Bisio, che ha la riga in mezzo un po' larga (parole sue). Poi però, finito il mio periodo "alternativo", arrivato a 30 anni nel periodo in cui facevo attività per il partito socialista, ho iniziato a detestare barbe e baffi e così ho iniziato a farmi la barba regolarmente. Ho iniziato come tutti, con il due lame e il tre lame, adesso non mi ricordo bene le date, ma il rasoio a due lame sarebbe "democratico" e a tre lame sarebbe "socialista". Il rasoio monolama invece va bene per Rambo e anche per il film dei nazisti che si fanno la barba mentre ascoltano il Führer alla radio. Io il rasoio monolama l'ho comprato solo di recente, per curiosità. perché le avevo provate tutte per farmi la barba, ma non sono nemmeno riuscito ad usarlo, con grande difficoltà sono riuscito a caricare la lama, e poi mi sono pure tagliato! Il rasoio monolama decisamente non fa per me. Ma ultimamente, siccome da diversi anni ho superato il rasoio trilama per dedicarmi dapprima al rasoio a quattro lame, il rasoio comunista o operaio fate voi, ma anche questo periodo è durato poco, 4-5 anni, dopodiché sono passato stabilmente ad usare il rasoio a cinque lame, il rasoio dell'uomo delle stelle, e curiosamente da quando l'hanno introdotto sul mercato, insieme a quello a quattro lame, lo comprano in parecchi anche se c'è da dire che i ricambi costano un occhio della testa, e su questi rasoi, Gilette ci ha lucrato in modo indecente, ma a me da qualche mese il rasoio a cinque lame non basta più, a me piace avere la faccia "a sedere di bimbo" (come disse una mia ex fidanzata), ed, anche pulendo il cinque lame con gli stuzzicadenti, succede che mi faccio la barba ma poi mi restano addosso tutta una serie di peli! Allora proprio negli ultimi giorni con mia grande sorpresa sono apparse su tik tok le pubblicità di rasoi a 6 e anche a 7 lame, rasoi per barbe piene... d'amore e anche di spirito! E la cosa più bella è anche che i costi sono contenuti, per un rasoio a 6 lame con 48 lamette ti chiedono 30 euro, non come quei ladroni monopolisti della Gilette! Insomma se fossi nato nell'antichità e avessi avuto una barba ispida e dura come la mia ti attaccavi, te la potevi far crescere e basta! Oggi, invece, per chi come me detesta i peli, tutto sembra essere possibile!


Fantozzi ragionier Ugo

venerdì 1 agosto 2025

My First Love...

"Mi guardi, ti guardo non so che dire, una figura di m***a, non c'è che dire"... Eh si. È quella che ho fatto io, la prima volta che ci siamo visti, la prima volta che mi hai parlato, e io con quel sorriso stampato sulla faccia da ancor prima che tu mi guardassi. Ed è stato in quel momento...proprio quel momento che io ho deciso di restare al tuo fianco sempre. Qualsiasi cosa sarebbe successa. Qualsiasi difficoltà avessimo incontrato. Io ti ho "preso la mano" in quell'istante e non te l'ho più lasciata. Nonostante la lontananza, nonostante la vita ci abbia diviso per molto molto tempo, mi troverai qua. Ad aspettarti. Per tutto il tempo che rimane. Ora fai il tuo percorso gioia mia. Io ti aspetto. E ti amo. Si l'ho detto. Ti amo. Mi sono innamorato dal primo momento. (So che non lo sapevi). Da quando ti ho vista ridere perché ti ho detto che "m'avevano spedito là come un pacco di amazon. E da quel momento non c'è stato un istante in cui io abbia smesso di amarti, in cui io abbia smesso di cercare i tuoi occhi in altri occhi, abbia smesso di volerti accarezzare, o abbia dubitato dei miei sentimenti... Ripeto. Ora fai il tuo percorso gioia mia. E io sarò là fuori ad aspettarti. Per tutto il tempo che ci vuole....
Innamoratamente vostro

Buio Colorato