L' idea di partenza era buona. Una serie di autoscatti, i cosiddetti “selfie”, perché adesso va tanto di moda usare termini di altre lingue, perché l' italiano a quanto pare ci fa schifo (se Dante vedesse che fine sta facendo la sua opera linguistica!) (ma questa era solo una piccola parentesi che non c' entra niente), insomma dicevo, una serie di autoscatti, e non selfie (Oh!), che i partecipanti a questa mostra fotograficahanno fatto durante le proprie 24 ore, per raccontare attraverso delle istantanee le fasi principali della loro quotidianità. Per l' appunto, a mio avviso, l' idea era molto buona, ma, sempre a mio avviso, il resto non lo è stato altrettanto. A cominciare dall'allestimento, ovvero dall' estetica, che è molto importante, perché il colpo d' occhio iniziale, l' impatto visivo, è quell' elemento che ci rimane impresso più a lungo, ed è quello che secondo me poi indirizza il nostro giudizio finale. Posizionare tre rulli di scatti su una parete, uno sopra l' altro, non è stata sicuramente la scelta migliore, esteticamente parlando, ed il colpo d' occhio qui c' è stato, ma in negativo. Un po' bruttino da vedere insomma.
Il numero dei partecipanti, in secondo luogo, era troppo esiguo. Soltanto tre. Sinceramente me ne aspettavo di più. E da come hanno pubblicizzato la mostra, insomma, io mi aspettavo qualcosa di un po' diverso. Questo ha infatti anche determinato l' allestimento tutto in una stanzetta piccola che ha contribuito a sminuire il tutto, a scapito del contenuto stesso dei singoli scatti. Infatti, secondo me, anche il contorno è fondamentale per poter giudicare in maniera completa poi quello che c' è dentro. La cornice non deve passare in secondo piano, perché fa parte del quadro, anzi, gli da proprio la forma, la quale rende poi meglio visibile il contenuto, e lo fa anche apprezzare di più. Se ad esempio, non lo so, avessero tipo installato la mostra in una grande sala, con tanto spazio a disposizione, avrebbero magari potuto mettere tipo dei pannelli al centro, ognuno dei quali con la serie di selfie di ogni utente, dandogli così più dinamicità, migliorando l' aspetto visivo. Parlo per ipotesi ovviamente, anche perché non conosco quel centro. Magari una grande sala a disposizione per questi scopi non ce l' hanno, bhò... Oppure allestirla in tre stanze diverse, così da poter giocare ancor di più sul movimento, sia degli scatti, sia degli osservatori, cioè, in questo caso, noi, che avrebbero dovuto muoversi per la stanza e spostare lo sguardo per raggiungere ogni singolo selfie, così da distinguerlo e separarlo dagli altri, riuscendo così a concentrarsi sullo stile specifico di ogni utente. Oppure, in ultimo, e poi la smetto di smontare tutto il lavoro che è stato fatto, perché comunque l' impegno che ci hanno messo, ne sono sicuro, è stato massimo; grandi ragazzi!, in ultimo avrebbero invece potuto sistemare i rulli, che sono delle strisce lunghe, lungo un corridoio, che ha una forma lo stesso allungata per natura, così da seguire e accompagnare la forma per lungo dei rulli stessi. Insomma, avrebbero potuto optare sicuramente per una scelta estetica migliore, visto anche lo scarso numero di partecipanti che magari, avendo poco materiale a disposizione, li ha portati ad optare per questo tipo di scelta. Ecco, a proposito di ciò, come mai hanno partecipato così poche persone, visto che comunque l' idea era molto carina?
Raccontarsi e raccontare la propria giornata, rendendo pubblici i propri momenti intimi (intimi fino ad un certo punto), è sicuramente un gesto che dimostra che, anche se magari possiamo vergognarci un po', siamo anche disposti, a volte, a mettere a nudo alcune parti di noi, e questi ragazzi lo hanno fatto. E questa è la cosa più importante.
Grandi ragazzi. Non vergognatevi mai di quello che siete, anzi andatene fieri, anche se, così facendo, potreste esporvi a giudizi molto critici e cattivi.
White Cosmos
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