Ogni giorno lasciamo senza saperlo un’ infinità di tracce digitali che rivelano le nostre abitudini, preferenze, interessi, emozioni, calcoli, interazioni sociali. Di solito non sappiamo chi può farne uso e a quali fini. Il cellulare indica dove sono ogni momento, registra quali tasti sto premendo, con chi parlo, per quanto tempo, a chi invio messaggi e da chi li ricevo, cosa dicono, quali foto e video condivido con altri, chi mi sta accanto; se è smart indica anche ogni pagina web che visito, quante email invio a chi e quante ne ricevo da chi ed esattamente a che ora. Spostandomi con l’ auto, il navigatore indica ogni metro della strada che percorro, in quale direzione, quanto mi fermo a un’ area di servizio e da che ora a che ora. I lettori ottici in autostrada rilevano la mia targa e calcolano la mia velocità media. Altri dati vengono registrati e trasmessi dagli strumenti digitali di sicurezza incorporati nella mia auto e altri ancora iniziano a diffondersi da automobili senza guidatore. Presto e già ora avviene tramite scatole nere installate sui veicoli, il mio assicuratore riceverà informazioni mentre guido dai sensori della mia auto, per sapere ad esempio se viaggio di notte o se faccio frenate brusche, dalle quali calcolerà il premio che gli devo; il mio frigorifero leggerà e diffonderà la scadenza degli alimenti, insieme alla loro quantità, marca, permanenza. Accendendo la TV, se è smart, lascio traccia di ogni mia azione sul telecomando, cosa vedo istante per istante, da che ora a che ora, ed è possibile che la telecamera incorporata nell’ apparecchio legga le mie espressioni facciali a seconda di ciò che vedo e la marca di biscotti che ho in mano. Potrebbe anche venire accesa da un hacker senza che me ne accorga. Lavorando a casa con il computer o il tablet in wifi segnalo i miei acquisti online, le pagine web che più mi interessano. Cercando un prodotto o una notizia in un motore di ricerca esprimo un interesse per ciò che ricerco. Entrando, poi, nel mondo dei social network devo fare conto con il fatto che ogni mia parola, foto, video postata online è a disposizione di chi ne ricava altri miei dati che non ho rivelato. Si dirà: dov’ è il problema ? Dai dati di massa traggo sicuri benefici, non ho nulla da nascondere poiché di solito non commetto illeciti, anzi è bene che la polizia e i servizi segreti possano accedere ai dati di delinquenti o terroristi ed evitare la commissione di gravi reati e in ogni caso il processo di digitalizzazione e la diffusione delle informazioni è irrefrenabile e irreversibile. In queste righe è stato dimostrato che mantenere la vera privacy è molto difficile e non sempre gli si dà il giusto peso, ma è fondamentale, perché si tratta di un mio diritto ed è tutelato dalle leggi sia italiane sia europee.
BlueJacket
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