martedì 2 marzo 2021

Parco degli acquedotti. II Parte

 La necessità di evitare bruschi dislivelli di pendenza portò alla creazione dell'acquedotto sopraelevato e quindi a una nuovas applicazione dell'arco da ponte fluviale, le cui lunghe teorie costituiranno la caratteristica topologica dell'acquedotto romano. Solitamente a un solo ordine di arcate, tra i più noti l'acquedotto Claudio del secolo D.C. , specie nelle province, essi si assumevano forme più imponenti con vari ordini sovrapposti, inserendosi nell'architettuta cittadina. Il più antico acquedotto romano è quello dell'acqua Appia, che risale al 312 A.C ed è completamente interrato; il primo esempio di acquedotto sostenuto da arcate è quello costituito dall'Anio Vetus che veniva alimentato dalle acque dell'Aniene.Per comprendere il grande lavoro fatto dai romani basti pensare al fatto che nel corso del Medioevo la tecnica di costruzione degli acquedotti non subì praticamente alcuno sviluppo, per di più la mancata manutenzione degli acquedotti esistenti portò alla loro progressiva distribuzione, tanto che già nel VII secolo d.C la rete idrica dei romani era in gran parte inutilizzabile. Spero con questo articolo di avervi incuriosito perchè ne vale la pena andare a visitare il parco degli acquedotti.


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