Nel 2020 sono morti molti personaggi famosi: uno di questi è juliette Greco.
Nata il 7/2/1927 in Francia e morta nel 2020 sempre in Francia. Cantante e attrice era legata alla corrente dell’esistenzialismo. La sua vita fu fuori del comune.
Nella sua lunga carriera è stata la musa ispiratrice di molti artisti da Miles Davis a jean Paul Sartre, da Jaques Prevert a Serge Gainsbourg e altri.
Ha fatto settant’anni di musica, una giovinezza segnata dall’impegno politico fin da quando giovanissima viene arrestata dalla Gestapo nella Francia occupata dai nazisti, mentre insieme alla sorella cercavano la madre deportata. Aveva solo 15 anni, per 10 giorni fu tenuta prigioniera dai nazisti prima di essere liberata perché poco più che una bambina. A vent’anni si trasferisce a Parigi dove frequenta poeti, pittori, musicisti. Juliette poi interpreta una canzone scritta da Sartre e nasce il suo primo successo. In realtà lei avrebbe voluto fare l’attrice ma il suo destino era un altro. Nel ‘47 in uno stabilimento di Rue Dauphine Juliette scopre per caso, grazie al cappotto poggiato su una ringhiera e caduto da una scala, un’ ampia cantina a volta inutilizzata che il proprietario chiamava “il tunnel”. Juliette e le sue amiche lo trasformano nel posto perfetto per fare musica e ballare mentre discutono di filosofia. Ci vuole solo una settimana perché i curiosi vengano in gran numero a osservare questa nuova umanità chiamata esistenzialisti. Nel ‘49 a 22 anni Juliette canta in un ristorante-cabaret alla moda: Le boeuf su le tout (il bue sul tetto) nel quartiere degli artisti e dei poeti. La notano in molti per la sua voce così particolare ma anche per la sua figura esile, il piglio passionale.
Diventa in breve tempo un’icona imitata e ammirata dalle altre ragazze, come si pettina, come si trucca, gli abiti attillati neri.
A Saint Germain ha una stanza all’hotel La Louisiana, è stato Sartre a permetterle di ottenere l’unica camera con l’acqua calda, la numero 10, al 76 risiede un trombettista che si farà strada, è Miles Davis. È il 1949 : Greco e Davis si ameranno per qualche settimana, poi lui tornerà a New York senza neanche salutare. La consacrazione arriva nel 1954, con il primo concerto della Jolie nome (bel ragazzo), il celebre Music-Hall parigino da cui passano tutti i grandi artisti. Femminista ante litteram, archetipo della donna moderna, di se diceva: “Ero molto più avanti dei miei tempi ero anche oggetto di scandalo assoluto, non cerco mai questo genere di cose, sono così, non posso farci niente”.
Dopo Miles arriva il primo marito, l’attore Philippe Lemaire, padre dell’ unica figlia, nata nel ‘54 (e morta nel 2016 per tumore); vivrà poi una passione con il fondatore della 20th Century Fox, il magnate Darryl Zanuck, 25 anni più vecchio di lei. Le aprirà le porte di Hollywood dove gira tra gli altri, “Le radici del cielo” di John Huston, “Il dramma nello specchio” di Richard Fleischer.
Ma il successo sarà televisivo, nel ‘65, nella serie “Belfagor ovvero il fantasma del Louvre” nel quale è la sensuale e ambigua Luciana Borel, che si scoprirà essere il fantasma, una storia a cui rimase sempre legata. Il secondo marito è Michel Piccoli che lei lascia per “noia”. Il terzo marito, con il quale è rimasta fino alla fine e per più di trent’anni, è Gerard Jouannest, compositore e pianista di Jaques Brel e Barbara uomo elegante e non mondano.
Insieme si erano ritirati in una bella casa a Ramatuelle, nel sud della Francia, dove è morta. Le canzoni che la rendono immortale sono “Si tu t’imagines(1950), poesia di Raymond Queneau, musica di Joseph Kosme, “Lea Feuilles mortes” (1951), parole di Jaques Prevert e musica di Kosma; “Sous le ciel de Paris”(1951), parole di Jean Drejac, musica di Hubert Giraud, “Je hais les dimanches” (1951), parole di Charles Aznavour e musica di Florence Veran; “Il n’y a plus d’apres “(1960), parole e musica di Guy Beart, Jolie Mome (1961), parole e musica di Leo Ferre’; La javanaise (1963), parole e musica di Serge Gainsbourg.
Fata Morgana
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