venerdì 7 febbraio 2025

Il bruco Filippo - 2° episodio

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Filippo, il piccolo bruco ormai diventato adulto e le sue antenne rosse e nere più belle che mai, crescendo aveva sviluppato una particolarità. Probabilmente era la prima volta che accadeva in tutta la storia dei bruchi del mondo. Un bel giorno, risvegliatosi dopo un lungo riposo durato tanti giorni e tante notti raggiunse piano piano, con il suo passo da bruco, un piccolo ristagno di acqua piovana a poca distanza dalla sua dimora.
Con un po' di timore arrivò al bordo di esso, fermandosi dove il terreno iniziava ad essere umido, catturato improvvisamente da un pensiero, un ricordo, che lo portò lontano nel tempo. Si ricordò di una volta, quando era ancora un bruchino di pochi giorni di vita e i suoi simili, che Filippo fino ad allora aveva ritenuto amici, lo trascinarono a forza sul bordo di un lago, lo fecero salire su una foglia ancora verde appena caduta dall'albero che si trovava proprio sopra di lui e lo spinsero in acqua, ridacchiando tra loro, mentre lo vedevano allontanarsi spinto dal vento ed in preda alla paura. Quei brucacci cattivi a quanto pare volevano liberarsi di Filippo, probabilmente schiacciati dall'invidia che provavano verso le sue antenne. Dal momento che si rendevano conto che non avrebbero mai potuto averle, decisero quindi di fargliela pagare. E decisero di farlo in quel modo tremendo, degno soltanto di bruchi cattivi e senza scrupoli. Ormai sicuri che Filippo non sarebbe mai più tornato, cominciarono a voltarsi e fecero per andarsene, ma proprio in quel momento, da un punto lontano del lago, la sagoma del bruco Filippo ricomparve ma loro non credevano e non volevano riconoscerla. Ma invece sì, era proprio lui, pian piano sempre più distinto e riconoscibile, guarda un po' proprio dalle antenne che gli altri bruchi tanto odiavano. Non potevano credere ai loro occhi! Filippo stava tornando indietro spinto dallo stesso vento che lo aveva portato alla deriva. Lui però era ancora terrorizzato dalla situazione che stava vivendo. Aggrappato con tutte le sue forze e tutte le sue zampe alla foglia su cui era, cercava in tutti i modi di rimanere su di essa e di non cadere in acqua, perché sapeva che in quel caso non se la sarebbe cavata. Ma grazie al cielo tornò a riva sano e salvo. Filippo era tornato! Aveva tenuto gli occhi incollati al centro di quella foglia per tutta quella terribile avventura. Soltanto una volta tornato a riva, mettendoci un po' di tempo, cominciò piano piano ad alzarli, ancora incredulo ma felice. La sua felicità però durò poco perché gli altri bruchi erano lì ad attenderlo e non ci vedevano più dalla rabbia. Come era potuto accadere che Filippo era riuscito a tornare? E per di più senza neanche un graffio, in perfetta forma! Non se lo spiegavano. Non sapevano cosa fare ma qualcosa, DOVEVANO fare. Era questione di orgoglio secondo loro. Così fecero la prima cosa che gli venne in mente: si diressero in fretta e furia verso Filippo, il quale ancora si trovava sulla riva del lago. Lo afferrarono per la testa, per il corpo e per le zampe e lo costrinsero a specchiarsi nell'acqua, sempre con occhio invidioso per le antenne, facendo però finta di non vederle. Ridacchiando come sapevano fare loro, lo presero in giro per il fatto che egli aveva assai poche zampe rispetto a loro. Lui poverino, costretto a guardarsi nello specchio d'acqua si accorse che in effetti ne aveva davvero poche. Ci soffrì molto. In quel momento si sentiva inferiore agli altri bruchi. E se ne convinse. Mentre loro continuavano a ridacchiare, Filippo si abbandonò ai bruchi cattivi, aspettando e sperando che la smettessero presto. Ad un tratto essi decisero di essersi divertiti a sufficienza, lo lasciarono cadere a terra e si allontanarono soddisfatti, come una vera gang. Filippo allora, rimase lì per diverso tempo sopraffatto da un'infinita tristezza.
Quel ricordo via via svanì, tornandosene da dove era venuto. Filippo si ridestò, uscendo dai meandri della sua mente e tornò al presente e al luogo in cui si trovava, ovvero sul bordo di un piccolo ristagno d'acqua vicino alla sua casa. 
Con un po' di riluttanza si avvicinò ad esso. Tante cose gli frullavano per la testa, rifletté ancora un attimo ma poi con decisione mise le prime due zampine nell'acqua, sporse la testa in avanti e scrutò la sua figura di bruco. Continuò a sporgersi sempre più. Rimase così per un po', pensieroso. Poi, spinto da qualche motivazione interiore, cominciò a contare. Una ad una, contò tutte le sue zampe. Qualcosa però non gli tornava. Ricominciò da capo, e lo fece diverse volte. Alla fine, dopo aver contato innumerevoli volte, non aveva più alcun dubbio. Aveva mille e uno zampe. Anzi, per meglio dire, mille e uno piedi, come un bruco che si rispetti. E lui ne aveva addirittura uno in più. Filippo era a tutti gli effetti un "mille e uno piedi". Incredibile ma vero! E adesso era lui che se la ridacchiava sotto i baffi. Anzi, sotto ai piedi... 

White Cosmos

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