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Ho da poco visto il film “Captain America Brave New World” e ho pensato di fare una breve recensione. Captain America è un thriller politico scritto e diretto da Julius Onah. Basato sul personaggio di Sam Wilson di Marvel Comics, è l’ ultimo film della Marvel Cinematic Universe e la continuazione della serie televisiva “The Falcon Winter Soldier”. Si tratta della prima pellicola con protagonista Sam Wilson, interpretato dal nero Anthony Mackie. Nel corso delle due ore di proiezione, questo cocktail di spionaggio, adrenalina e tensione geopolitica riesce a sollevarsi oltre la sufficienza. Nonostante l’ammirevole impegno di Anthony Mackie, la sua interpretazione di Sam Wilson nelle vesti del nuovo Capitan America non riesce a dargli lo spessore necessario per considerarsi un protagonista di primo piano. La narrazione si svolge in un’ America contemporanea lacerata da profonde fratture ideologiche e sociali, dove Thaddeus “Thunderbolt” Ross, intepretato da Harrison Ford e generale ha sorprendentemente conquistato la presidenza degli Stati Uniti. Dopo gli eventi di “The Falcon and the Winter Soldier” , Sam Wilson incontra il neoeletto presidente degli Stati Uniti Thaddeus “Thunderbolt” Ross, e si ritrova nel bel mezzo di un incidente internazionale. Il presidente vuole lavorare con Captain America e ricostruire gli Avengers e Anthony Mackie dovrà scoprire le ragioni di un efferato complotto globale. La vicenda ruota attorno alla scoperta dell’ adamantio, considerata una risorsa strategica ambita da numerose potenze globali tra cui Stati Uniti e Giappone. Il protagonista si trova impegnato a sventare potenziali attacchi terroristici, ignaro che la minaccia più insidiosa si trova nel passato tormentato del presidente Ross: un nemico nell’ombra determinato a innescare una catena di conflitti internazionali attraverso una sofisticata strategia di attentati, disinformazione e manipolazione psicologica delle masse. La pellicola lascia trasparire una certa stanchezza nella costruzione dell’universo narrativo Marvel, con riferimenti e collegamenti che appaiono sempre più forzati e meno organici rispetto al passato. Le sottotrame politiche e spionistiche, pur rappresentando un tentativo interessante di evoluzione del genere, non riescono a decollare completamente, rimanendo intrappolate in una sceneggiatura che non riesce a bilanciare bene azione, introspezione e sviluppo della trama. Il film in conclusione offre una sensazione di frammentarietà e confusione che pervade l’ intera opera e impedisce di trovare una coerenza interna.
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