Sempre vostro
venerdì 14 febbraio 2025
Arriverà la fine....ma non sarà la fine
Sempre vostro
Corpo umano: uno sconosciuto a teatro
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Fa parte di noi. Siamo noi. Ce lo portiamo dietro tutti i giorni, costantemente. Ci fa compagnia sempre, 24 ore su 24 e non si stufa mai. Forse a volte siamo noi a stufarci di lui. Lo mal tolleriamo. Addirittura lo detestiamo, tutto o in parte. È uno strumento fantastico ma noi non lo sappiamo. È l'unico strumento che abbiamo sempre a portata di mano ma noi non lo sappiamo. O nel peggiore dei casi ci rifiutiamo di saperlo. Forse perché ci spaventa ciò che potrebbe essere in grado di fare, per sentito dire o per averlo verificato con i nostri occhi. Ed è così! È potenzialmente in grado di fare cose eccezionali, il corpo umano. Il nostro, il mio, il tuo... corpo.
Oggi voglio parlare di quanto di più incredibile è capace di fare il nostro corpo, una bio-macchina fatta di cellule, tendini, articolazioni, muscoli, ossa, pelle. Ma soprattutto di cervello, perché tutto comunque parte da lì. Da lì partono i pensieri e poi i comandi per dare origine alle meraviglie del corpo umano. E perché siamo alla ricerca di tutto ciò? Perché abbiamo il desiderio di raggiungere livelli elevati di bellezza? La risposta è semplice ma non scontata: Emozionarci!
L'emozione è ciò che segue i pensieri, quindi i desideri e ciò che precede le azioni. L'emozione è l'essenza del nostro essere umani. L'emozione è ciò che permette di sopravvivere e che mantiene alto il desiderio di ricerca come in un circolo infinito.
Sono due principalmente gli ambiti in cui e grazie ai quali ho avuto la possibilità di scoprire e sperimentare quanto siamo in grado di fare con il nostro strumento corporeo: il teatro e lo sport / attività fisica, entrambe mie grandi passioni. In questo articolo mi soffermerò sul primo. Sul palcoscenico, soprattutto negli ultimi tempi, grazie ad un lavoro proprio incentrato sull'espressività corporea, ho scoperto forse le cose più belle ed emozionanti che si possono fare per noi stessi ed offrire agli altri che ti guardano in un atto di generosità reciproca, creando una "bolla" di emozioni da cui è difficile uscire, se non solamente alla fine dell'esibizione quando, al momento del suo "scoppio" hai l'impressione di uscire improvvisamente da un sogno, di lasciare un mondo e di migrare in un altro, diverso, migliore o peggiore non lo so ma una cosa è certa: stai lasciando un mondo di libertà per tornare in uno di libertà condizionata e regolata dalla società. In questo secondo mondo, cioè quello reale, semmai ci venisse in mente, guai, di uscire fuori dalle "regole", di "trasgredire", verremmo subito sottoposti ad un giudizio sommario, verremmo considerati strani, diversi, matti, etichettati per sempre.
Perché? Perché ci permettiamo di essere liberi sfidando le regole? Ecco, nel teatro questo non succede. Il teatro è un mondo di libertà. Una volta sul palcoscenico infatti possiamo fare ed essere ciò che vogliamo, anche le cose più impensabili, le cose più strane, che non ci verrebbe mai in mente di fare nel quotidiano e soprattutto davanti agli altri, perché altrimenti...
Sul palcoscenico possiamo allungarci, restringerci, aprirci, chiuderci, contrarci, rilassarci, tutto questo occupando tutto lo spazio che siamo in grado di occupare nella nostra cinesfera ovvero lo spazio intorno a noi e che possediamo e che non vogliamo essere violato e di conseguenza noi non dobbiamo violare quello degli altri. Possiamo creare forme uno con l'altro, uno nell'altro, in qualcosa di meraviglioso. Forme immediatamente riconoscibili o meno riconoscibili, sconosciute, che magari proprio per questo ci incuriosiscono e ci lasciano esterrefatti per la loro bellezza. Forme dritte o contorte, rigide o morbide e sinuose, forme audaci o forme eleganti. Tutto ciò naturalmente può richiamare alla mente i pensiero più disparati e personali, anche i più spinti e "proibiti". Ma una cosa è importante: nessuno potrà mai proibirci di desiderare e di essere noi stessi.
White Cosmos
L'amore è...
L'amore che cos'è, secondo Fantozzi ragionier Ugo
Benraggiunti e benraggiunte a tutte e tutti dal vostro imprendibile Fantozzi ragionier Ugo! Oggi è san Valentino, e il vostro imperterrito ragioniere è solo da più di vent'anni, ma ugualmente desideroso di amore, di amore vero o quantomeno verosimile... Ma il compito mi viene facilitato dal fatto che il nostro inossidabile Nonno Elpho ha mandato un articolo dal titolo "L'amore è..." contenente diverse definizioni di amore. Per quanto riguarda l'amore vero io vorrei dire che qualche anno fa ho fantozzianamente trovato e tentato di applicare la definizione di amore vero. L'amore vero è la sesta dimensione! Ma io non pretendo di arrivare a tanto, e mi accontenterei anche di un quasi-amore, di un rapporto di coppia, lasciando stare i triangoli o cose complicate! Nonno Elpho cita la Filia, e per me questa è la definizione di amicizia, che è una forma minore di amore. L'agape o amore spirituale invece è proprio ciò che attualmente cerco e/o intendo per amore, in quanto il ragionier Fantozzi si ritrova bene a far parte di una ricerca spirituale. La definizione di amore di Schopenauer invece mi sembra vera per la maggior parte delle persone, l'unione di due infelicità che si uniscono per crearne una terza, ovvero la ruota del criceto, la schiavitù che attanaglia la stragrande maggioranza delle persone. Per me invece l'amore è anche e soprattutto la condivisione di un progetto, è uno stare al mondo per tentare di migliorare il mondo, è una ricerca della felicità condivisa. Per cui io in una donna osservo, oltre all'aspetto fisico, l'apertura mentale... È già qualcosa se una ragazza condivide con me la passione per il socialismo, anche se non è tutto... Poi c'è la faccenda della musica celeste, se riesco a trovare una ragazza che capisce la faccenda della musica celeste e tutto quello che c'è dietro, allora ancora meglio! Poi se riuscissi a trovare una donna che condivide entrambe le cose, ancora meglio ancora! Insomma in un mondo di schiavi che al 99% sono contenti delle proprie catene, anche l'amore può e deve essere un amore di lotta, una condivisione di un progetto per un mondo migliore!
Fantozzi ragionier Ugo
venerdì 7 febbraio 2025
Il bruco Filippo - 2° episodio
Trump e le sue insane idee sui palestinesi
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Benritrovate e benritrovati a tutti e tutte dal vostro incommentabile Fantozzi ragionier Ugo! Oggi vorrei commentare insieme a voi le peculiari idee di Trump, "codino biondo che fa impazzire il mondo" come lo chiama Diego Fusaro. Vorrei anche dire che il Trump 2.0 sarà inevitabilmente molto diverso dal primo Trump, perché la situazione del sistema è cambiata. Infatti siccome nella sua prima amministrazione Trump si è comportato abbastanza "bene" e non ha provocato guerre, molti, inclusi quelli che l'hanno votato, si aspettano lo stesso comportamento anche adesso. Invece io mi aspetto che non sarà così, e d'altronde, se il buon giorno si vede dal mattino, lo si può già intuire dalle sue dichiarazioni imperiali su Canada, Messico, Groenlandia, Panama, etc... Ma adesso l'uomo che da alcuni viene visto come quello che risolve i problemi del mondo (con una buona dose di ingenuità o di malafede, fate voi) dà la sua "soluzione" alla questione del popolo palestinese di Gaza, e dice che bisogna deportare i 2 milioni di palestinesi in Egitto o Giordania, spianare tutto e poi ricostruire. L'idea è un'idea anche propria di un "palazzinaro" di professione, e poi Giordania e Egitto non hanno alcuna intenzione di accogliere i palestinesi, anzi nessuna nazione araba vuole i palestinesi. Vi dirò a questo punto anche cosa penso dei palestinesi: i palestinesi non sono certamente dei santi perché sbagliano a farsi governare da Hamas e dovrebbero scegliersi un governo più moderato. Idem con patate anche gli ebrei. Comunque i palestinesi secondo me sono un popolo che ha commesso l'"eresia" di sventolare una bandiera a quattro colori al posto dei soliti tre, hanno una spiccata tendenza ad essere parte del popolo blu, tanto che Netanyahu li ha più volte definiti "animali", proprio anche perché sono un popolo che tende ad avere un'anima, oltre che ovviamente anche per disprezzarli. Io invece, a dispetto delle folli idee di Trump & co., spero ancora che la situazione si possa risolvere e i palestinesi di Gaza potrebbero anche "vincere" ottenendo la creazione di un piccolo stato palestinese proprio nella striscia di Gaza, anche per avere sbocco sul mare. I palestinesi rappresentano anche una questione di tipo sociale, e questa questione riguarda anche noi in occidente, perché se c'è una componente che può aiutarci ad uscire dai problemi e ad armonizzarci con l'oriente è proprio il popolo blu!
Fantozzi ragionier Ugo
Ciao Vale
Si...finalmente ce l'ho fatta. Eh...quante cose avrei da raccontarti, che non so neanche da dove cominciare. Avrei voluto che conoscessi un po' di persone che avevo intorno per darmi magari il consiglio giusto senza farmici sbattere così forte il muso. Sai fa male eh...avrei voluto farmi un altro milione di foto con te e il tuo bellissimo sorriso, la tua "spensieratezza" nonostante quello che ti si stava mangiando dentro....cercavi sempre il modo per strapparmelo un sorriso...e poi...da quell'abbraccio non ci siamo più staccati, mai più. Sempre l'uno accanto all'altra, se avessimo potuto avremmo anche dormito insieme. Avevamo persino gli stessi orari la notte. Avrei voluto così tante cose con te. Sinceramente vale? Io non lo so cos'è che ti ha strappato da me, da noi, da quella bella "comitiva" che eravamo, ma so che mi hai lasciato un segno dentro....la V incisa sul cuore....come Vale.
Ti amo, e ti porterò sempre al mio fianco come in quella foto.
Ora solo tuo
POMPEI
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Di recente ho rivisto in tv il film “Pompei” di Paul Wes Anderson. E’ una ricostruzione di una delle tragedie più sconvolgenti del mondo antico, Amore, avventura e un disastro naturale di proporzioni catastrofiche sono gli elementi strutturali del film. Ambientato nel 79 d.C., Pompei racconta la storia di Milo, uno schiavo diventato un gladiatore molto forte che si ritrova a lottare per salvare la donna che ama, Cassia, che però viene insidiata da uno spietato senatore romano di nome Quinto Attio Corvo e spera di farla sua moglie. Mentre quella che un tempo era la splendida città di Pompei gli crolla attorno, Milo metterà in campo tutto il suo coraggio per abbandonare l' arena e salvare la sua amata. Oltre a Milo, troviamo Attico, gladiatore africano , che lotta per conquistarsi la libertà, i genitori di Cassia, Marco Cassio Severo e la moglie Aurelia, una coppia ricca e ambiziosa. Catastrofico e spettacolare, più che storico il film diretto da Paul Wes Anderson punta sull'amore e sull'azione tra combattimenti, il disastro che incombe, con scene spettacolari, piogge di lapilli e rovesci di lava. Pompei non mi ha convinto, anche se Anderson punta tutto sui sentimenti: quelli che precedono l'eruzione del Vesuvio, interpretati da uno schiavo su una nave per Napoli che lotta per tornare a casa, salvare la donna che ama e il suo migliore amico, un gladiatore intrappolato all'interno dell'anfiteatro della città. Tra effetti speciali altamente spettacolari, rievoca quella terribile eruzione del Vesuvio che distrusse le città di Pompei ed Ercolano provocando la morte di circa 16.000 persone. Il Vesuvio e il suo fiume di lava incandescente seppelliranno persone e passioni. Tra i giovani protagonisti non scatta l'alchimia, mentre a colpire l'immaginazione sono le concitate scene dell'eruzione. Dalla prima all'ultima scena i romani sono più nazisti dei nazisti: eloquente è la scena delle frustate che il senatore romano fa infliggere a Milo. Un film adrenalinico, senza troppe pretese storiche. I nodi verranno al pettine nella famigerata giornata dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., quando il destino dei personaggi e di Pompei sarà chiaro. Inutile dire che i rimandi al "Gladiatore" sfiorano più volte il plagio deliberato, o che in generale ogni singola sequenza sa di già visto. Tra la devastazione il fuoco e la cenere Milo avrà la sua vendetta nei confronti del senatore romano che lo vuole morto, l’amore che durerà per sempre.
Blue Jacket
Fantozzi e... la teoria dell'amore stronzo!
Beninnamorati e beninnamorate a tutte e tutti dal vostro solitario Fantozzi ragionier Ugo! Oggi è un'altra di quelle giornate nelle quali non so che scrivere e allora mi torna in mente una cosa che diceva il mio ex psicoterapeuta: "Quando una donna dice stronzo ad un uomo, significa che è innamorata!" Mi è tornata in mente questa frase del mio ex terapeuta, che era un tipo particolare, aveva uno studio vicino corso Trieste ed era sempre pieno di pazienti, andava forte, faceva parecchi soldi e probabilmente diceva così perché aveva in cura coppie e un discreto campionario di pazienti di sesso femminile. Anni fa avevo anche io il "sogno" di diventare psicoterapeuta e di indagare la natura umana con la lente della psicologia... Però a distanza di anni questo "sogno" è scemato e non credo più di tanto a quel tipo di saggezza. Dire quello che diceva il mio ex terapeuta a proposito delle donne è un po' la teoria dell'amore stronzo, è un po' come dire che le donne, quasi tutte le donne, tra un ragazzo buono e un ragazzo stronzo, scelgono di stare con il ragazzo stronzo. Marco Ferradini nella sua canzone "Teorema" diceva: "Prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore" e anche "e stai sicuro che ti amerà, chi meno ama è più forte si sa". Una canzone con un testo così esplicito e così diretto oggi verrebbe molto probabilmente censurata e accusata di maschilismo o misoginia, in tempi di politicamente corretto. Poi mi viene in mente anche qualche discorso del maestro Piergiorgio Caria, che ogni tanto dice che noi andiamo incontro di continuo a infortuni sentimentali di ogni tipo. Allude probabilmente all'infortunio sentimentale più comune, ovvero le corna. Molte coppie si fidanzano, si sposano, poi sentono che qualcosa manca e allora iniziano a mettersi le corna, e poi finiscono a popolare gli studi degli psicologi e il confessionale dei preti. Probabilmente molte donne si sposano alla ricerca della mitica sicurezza, anche sicurezza di tipo economico, e poi una volta raggiunto questo obiettivo, si cercano un amante. D'altra parte a molti uomini sposati, arrivati sulla 50ina, viene voglia di "rottamare" la propria moglie e si vanno a cercare un'amante più giovane. Allora arrivati a questo punto vi enuncio in breve qual è la teoria fantozziana dell'amore, secondo me per minimizzare gli infortuni sentimentali bisognerebbe per prima cosa scoprire se stessi, arrivare alla propria natura umana buona prima di mettersi alla ricerca di un partner, altrimenti poi sono dolori!
Fantozzi ragionier Ugo