venerdì 27 dicembre 2024

Fuga di pensieri

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 Rieccomi. Sembro tornato dal fronte.

Devastato. Ma vivo. Vivo e un po' più forte di prima. Un po' più abituato, più capace di gestire certe situazioni. Le voci sembrano essersi placate. Sento giusto qualche pensiero ogni tanto ma ci sta. Deve essere la terapia nuova che mi fa dormire meglio, meno agitato. Questo Natale lo passerò con la mia famiglia e con Nadia. Ma soprattutto un po' più tranquillo e fuori da quello stanzino in coppia con chissà chi dove fino a qualche giorno fa mi volevo rinchiudere e far gettare nel Tevere la chiave. Sono più o meno soddisfatto. I rapporti con i miei sembrano leggermente cambiati a parte con mia nonna che già lo sapete. Lo so. Sto scrivendo a caso, senza un filo logico ma alla fine penso che è quello che ho sempre fatto...e che il filo logico volendo si trova...leggete bene tra una riga e l'altra...non le parole...gli spazi.

Inguaribilmente vostro

Buio Totale

Ufo a Natale!

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Benrapiti e benrapite a tutte e tutti dal vostro vittima di abduction Fantozzi ragionier Ugo! Oggi ho una sola pallida idea, ebbene sì intendo parlarvi di ufo, e nello specifico di ufo a Natale, perché pare che proprio a ridosso delle festività natalizie si siano moltiplicati gli avvistamenti ufo in America e anche in Europa. Alcune televisioni americane ne hanno parlato, ma le tv italiane hanno preferito ignorare l'argomento, come al solito. Invece sui social, in particolare su tik tok, gli avvistamenti hanno imperversato per alcuni giorni e in particolare mi ha colpito un video che riprendeva il cielo notturno sopra Napoli, in questo video si vedevano abbastanza bene delle navicelle di medie dimensioni con visibile un sistema di propulsione dal quale usciva una luce bluastra. Ah già, non vi ho fatto la solita premessa, anzi la solita domanda che si fa in questi casi, credete agli ufo? Perché di solito c'è chi non ci crede a priori, e c'è anche però chi ci crede in senso religioso. Io posso ripetere che pensare di essere il solo pianeta abitato in tutto l'universo, è un'idea davvero triste triste. Anzi vi direi che in realtà l'universo pullula di vita, con stelle e pianeti abitati, per ogni puntino luminoso chissà quanti pianeti ci possono essere, che stanno in situazioni simili alla nostra... Per tornare al problema dei sistemi di propulsione degli ufo, perché la domanda più frequente è come fanno a volare, vi dico che di sicuro civiltà più avanzate della nostra conoscono bene i segreti dell'energia, hanno insomma a disposizione una vera e propria scienza dell'energia, che vuol dire avere energia illimitata e gratuita per tutti! Io a questo proposito avrei qualcosa da dire, perché ad un certo punto, nelle mie ricerche sulla musica, mi sono imbattuto in una serie di accordi a quattro note (18 accordi per la precisione), che differiscono l'uno dall'altro per 2 note su 4, e questi accordi si trovano mettendo a paragone il sistema delle 16 note con quello delle 12 note, in particolare la scala delle 9 note si ripercuote sulla scala delle 7 note... Ho suonato questi accordi una sola volta per soli 20 minuti, e mi sono così riempito di energia che non sono riuscito a dormire per una settimana!

Fantozzi ragionier Ugo

Cuori natalizi


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L'ultima volta il vostro nonnino ha scritto della morte di
Babbo Natale. 
Babbo Natale non c'è più (consoliamoci con la Babba).
Ma lo spirito del Natale e soprattutto il bisogno del Natale
è più vivo che mai. Forse perché siamo uomini pieni di 
bisogni da soddisfare, o meglio che credono di avere chi più,
chi meno, una marea(sfilza) di bisogni che cerchiamo di 
soddisfare, ma con scarso appagamento.
Spesso ci scordiamo che abbiamo un cuore oltre lo stomaco e 
la pancia.
Sembra incredibile ma è così!!! E il Natale serve a 
ricordarci anche e soprattutto questo. Il Natale non è solo 
una festa Cristiana, la nascita di Gesù, ma è la festa del 
nostro cuore dove tutti noi ci ricordiamo di essere persone,
umani tra gli umani, in cui condividiamo la compagnia 
dell'Altro e degli altri (Lacan esci da questo Corpo! 
vade retro). E questo per il Natale, che ormai è passato, 
ma siccome non ci siamo fatti gli auguri ne approfitto per 
farveli oggi; auguri di Buon Natale e di Buon Anno Nuovo.

P.S. E se questo non basta a convincervi, fatelo perché ve 
lo chiede il vostro nonnino. perché come diceva un folle 
(e si sa i folli hanno sempre ragione) :
un uomo è felice quando scopre dentro di sé nel profondo 
della sua anima, l'Altro se stesso, e trova accanto a se, 
gli altri. Finalmente non sei più solo. 


nonno Elpho

Analisi del gioco del calcio

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Il gioco del calcio, il gioco con la palla, con la pelota direbbero gli Ispanici. E' uno degli sport più popolari, spettacolari ed affascinanti.  E' uno sport collettivo e contestualmente individuale. Nacque in Inghilterra, per poi diffondersi in tutto il mondo. Sono coinvolte molte facoltà intellettive. Il ragionamento, la concentrazione, l'astuzia, l'istinto, la creatività, la velocità di trasmissione degli impulsi dal cervello ai movimenti del corpo, la capacità di capire in una frazione di secondo i movimenti del pallone: quando, come e dove toccarlo, il tempismo, il gioco di prima, di seconda, il tocco di piatto, di interno, di esterno, di punta, con il collo del piede, di testa, quando, come e dove indirizzare il pallone, quanta energia imprimergli ed infine la capacità di valutazione dei movimenti e delle distanze del pallone, dei giocatori della propria squadra, dei giocatori avversari. 


C'è tutto: la tecnica, la tattica, le abilità fisiche, la spettacolarità, la deontologia sportiva, il coraggio. 

C'è la tecnica: lo stop, il palleggio, il passaggio, il fraseggio, il dribbling, il tunnel, il colpo di testa, il colpo di tacco, il tackle, la scivolata, il tiro in porta rasoterra, al volo, in diagonale, il pallonetto, il cucchiaio, la rovesciata, i calci piazzati su rigore, su punizione, dal calcio d'angolo, il tocco di eleganza, padronanza, esperienza.

C'è la tattica: i ruoli con la loro interscambiabilità, i moduli, gli schemi, gli automatismi, il pressing, le ripartenze, il contropiede, i movimenti senza palla, le sovrapposizioni.

Ci sono le abilità fisiche: la forza, la velocità, la resistenza, la grinta, l'imponenza, l'agilità, la coordinazione, la decisione, la determinazione.

C'è la spettacolarità: quell 'esultanza dopo il gol o dopo una prodezza: quell'evasione, quello scarico dall' alta tensione, quella gioia incontenibile che esplode ne più disparati modi: si corre, si grida, ci si toglie la maglietta, si balla, ci si abbraccia, si va a salutare il pubblico. Inoltre, la spettacolarità e' percepibile non solo in campo ma anche sugli spalti: il colore, la coreografia, la vivacità del pubblico, della tifoseria. 

C'è  la deontologia sportiva: la correttezza, la lealtà, lo spirito di squadra, le strette di mano, lo scambio di maglia, gli applausi.

C'è però, infine, anche l'aspetto del coraggio connesso all' alto rischio cui si va incontro. Il rischio di infortuni, gli scontri fisici, il rischio di grave affaticamento, la sfida alle intemperie ambientali come il freddo gelido, il caldo torrido, la pioggia, la neve; ed infine la difficoltà di essere personaggi pubblici, famosi, noti, conosciuti.

Il movimento di denaro, affari e pubblicità secondo me e' giustificato.


Nel gioco del calcio c'è tutto .
Ma ora usciamo da quel combattimento intelligente, dalla rete che si gonfia, dal profumo dell'erba, per tornare a un gioco diverso, più difficile, più importante: il gioco della vita .

Tigrotto 75

CARAVAGGIO


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Il 18 dicembre 2024 sono stato a vedere un quadro inedito di Caravaggio a palazzo barberini con il centro diurno e devo dire che è valsa la pena vedere le sale del palazzo. Palazzo Barberini, un esempio straordinario di architettura barocca, fu commissionato da Papa Urbano VIII della famiglia Barberini nel XVII secolo. Il palazzo fu progettato da tre degli architetti più rinomati dell’epoca: Carlo Maderno, Francesco Borromini e Gian Lorenzo Bernini. Ognuno ha contribuito in modo unico alla struttura, risultando in una fusione armoniosa di brillantezza architettonica. Camminando per i suoi corridoi, si incontrano capolavori di Caravaggio, Raffaello e molti altri. Si possono ammirare grandi capolavori, come la Fornarina di Raffaello, La Giuditta che taglia la testa ad Oloferne e il Narciso di Caravaggio, il ritratto di Beatrice Cenci di Guido Reni, il Bronzino che ha fatto il ritratto al condottiero Stefano IV Colonna, luogotenente di casa Medici che si distinse per la difesa di papa Clemente VII durante il Sacco di Roma del 1527. Sono rimasto colpito dal soffitto del salone di Pietro da Cortona. L’affresco fu realizzato in sette anni da Pietro da Cortona e allievi tra il 1632 e il 1639. L’immensa composizione celebra il potere spirituale e politico dei Barberini, attraverso una miriade di personaggi, più di cento, inseriti in uno spazio aperto, dilatato all’infinito, che supera i limiti imposti dall’architettura. Al centro siede, su un trono di nubi, la Divina Provvidenza che impugnando lo scettro comanda alla Fama di incoronare lo stemma della famiglia Barberini. Nei riquadri laterali, si affrontano volta a volta due principi contrapposti, i vizi e le virtù, il bene e il male: Minerva atterra i giganti, la Teologia e la Religione tengono lontane la lascivia e la dissolutezza, Ercole scaccia le avide Arpie, il Buongoverno bandisce la guerra e garantisce la pace. L’affresco è uno dei più precoci e compiuti esempi della pittura barocca. Per la prima volta, viene esposto al pubblico il Ritratto di monsignor Maffeo Barberini, attribuito a Caravaggio, che, dopo secoli trascorsi in collezioni private, sarà visibile nella suggestiva Sala Paesaggi del museo. Maffeo Barberini , futuro papa Urbano VIII, fu uno dei cardinali più influenti del XVII secolo. Figura affascinante, destinato a essere ricordato come un grande sostenitore delle arti e della cultura durante il suo pontificato. Caravaggio raffigura il monsignore nei suoi trent’anni, indossa una beretta e un abito scuro. La scena infatti, priva di elementi decorativi si concentra sulla personalità del soggetto amplificata dal gioco di luci e ombre tipico del pittore. Un ritratto parlante, in grado di creare intimità con lo spettatore. Un’opera fondamentale per la produzione del maestro, che si contraddistingue per la sua intensità psicologica e la raffinatezza tecnica.


Blue jacket

venerdì 13 dicembre 2024

Nullandia oppure ...




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In una città fredda e piovosa del paese di Nullandia, si trovava un grande casato con un portone verde. In questo edificio abitava il protagonista della nostra storia, un uomo molto anziano dai capelli radi , color sale e pepe, più sale che pepe. Il viso era lungo e la mascella prominente. Gli occhi erano chiari, un celeste sbiadito, e le orecchie grandi. Era un uomo alto, allampanato, magro e un pochino gobbo. Aveva piedi e mani grandi e forti e le unghie lunghe e curate. Era sempre vestito con abiti fatti su misura e indossava un orologio d'oro e vari anelli anch'essi d'oro, ma solo sulla mano sinistra . Era, eh si, perché il protagonista di questa storia non c'è più è stato colto da infarto mentre si trovava in bagno, sopra la tazza del wc . Una morte improvvisa e inaspettata. Sbrigate le formalità di rito e fatto il funerale, tutti i parenti si erano ritrovati dall' avvocato, un vecchio amico di famiglia, che aveva redatto le ultime volontà del defunto. Arrivati tutti, l'avvocato iniziò a leggere:" io sottoscritto, etc, etc , ho disposto che tutti i miei beni siano venduti, e tutto il mio denaro venga seppellito insieme a me. Perché non voglio separarmi da ciò che amo di più. In fede... Babbo Natale".


P. S. Aimé, cari lettori, come avrete già capito Babbo Natale non c'è più!!! E non avremmo più neanche i regali! Comunque cari lettori Gesù bambino nascerà come sempre la notte del 24 dicembre.
Nonno Elpho

Il bruco Filippo - Episodio 1

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Filippo è un bruchino solitario. Il corpo di colore verde, ma un verde chiaro, un po' sbiadito, ma con due lunghissime antenne rosse e nere. Non ama per niente stare con altri bruchi della sua specie. E nemmeno con bruchi di altre specie. Nelle poche volte che gli capita, in occasioni speciali, lui preferisce però frequentare altre specie di insetti, meno simili a lui. Questo perché, quando era molto piccolo, un piccolo bruchino lungo solamente un paio di centimetri e viveva ancora con la sua famiglia, aveva avuto delle brutte esperienze con i suoi simili. Infatti alcuni bruchi più grandi e più forti di lui, lo prendevano sempre di mira, facendogli tanti dispetti ogni volta che lo incontravano nei campi dove Filippo era solito andare a giocare e a cercare qualche fogliolina verde e saporita da sgranocchiare. Gliene combinavano di tutti i colori. Si divertivano a stuzzicarlo, a provocarlo e anche a punzecchiarlo con gli aghi di pino. Insomma, non avevano nessun rispetto per lui. Egli infatti temeva sempre di ritrovarseli davanti ogni volta che usciva di casa. C'era una cosa che però gli altri bruchi, grandi e grossi, invidiavano molto al loro simile, il piccolo e fragile bruco Filippo. Invidiavano molto le sue lunghissime antenne rosse e nere, le quali, alla luce del sole, quando esso si faceva largo tra le nuvole, con i suoi caldi raggi dorati, risplendevano di due colori sgargianti, come delle magnifiche perle, che soltanto pochissimi bruchi al mondo possedevano. E Filippo era uno dei pochi fortunati. Ed è proprio per questo che loro lo invidiavano. Un'invidia che li corrodeva da dentro e li portava anche, a volte, a compiere brutte azioni nei confronti di Filippo. Infatti, quando lo incontravano nei campi, il dispetto che amavano di più fargli, era quello di tirargli le antenne. Guarda un po'! E cercando di fargli anche male. Filippo allora cercava subito di scappar via, il più lontano possibile, e di non farsi più trovare. Ma gli altri bruchi, guidati dal bruco "Masso", il bruco più grosso di tutti, lo riacchiappavano sempre, perché, oltre a essere più grandi di lui, erano anche più veloci, e Filippo così era sempre costretto a subire le loro angherie. Ed erano loro anche a decidere quando e se lasciarlo andar via. Queste vicende, che Filippo odiava anche solo ricordare, lo avevano segnato profondamente, e le conseguenze di ciò se le portava dietro ancora oggi, che è un bruco cresciuto, ormai adulto, e che ha mantenuto quelle due magnifiche antenne che madre natura gli ha regalato, belle e splendenti come una volta.


White Cosmos

Franco Spina e l'alimentazione naturale / spirituale

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Buonmangiati e buonmangiate a tutte e tutti dal vostro indigeribile Fantozzi ragionier Ugo! Oggi vorrei parlarvi di un argomento un po' controverso ma interessante, un argomento che riguarda le nostre abitudini alimentari... Da qualche mese ho notato un signore che parla su tik tok che si chiama Franco Spina, che dice che le nostre abitudini alimentari sono pessime e sono praticamente tutte sbagliate, dice che la nostra convinzione di dover mangiare per forza tre volte al giorno è un'abitudine assurda e che in pratica noi non facciamo altro che autoavvelenarci da soli fin dalla nascita, che il cibo che mangiamo è pessimo, e che mangiare tre volte al giorno ci causa una continua produzione di feci, che incrostano le pareti del colon, e che invece ci sarebbe la possibilità di pulire il colon liberandolo da tutta questa cacca! Io per la verità da alcuni anni sono già avviato su un percorso di alimentazione alternativa, siccome mangio solo a cena, non faccio colazione e pranzo, eccezion fatta per caffè e cappuccino. La sera inoltre per cercare di non mangiare troppo bevo un litro di latte o aranciata. Tendo a non mangiare la carne, sono quasi vegetariano, e il quasi significa che ogni tanto faccio qualche strappo. In effetti esistono varie scuole di pensiero sull'alimentazione, ci sono i vegetariani, i vegani, e anche i fruttariani, quelli che mangiano solo frutta, e un po' Franco Spina ne parla, quando dice che la frutta viene digerita direttamente nell'intestino tenue, se lo stomaco è libero. Ovviamente mi aspetto che le mie parole e soprattutto quelle di Franco Spina facciano saltare il cappello ai sostenitori della medicina ufficiale. Io per esempio sono stato definito come uno che pratica il digiuno intermittente, ma io da un po' di tempo sto bene così, non sono sottopeso, peso attualmente 75 kg, e rispetto a un paio di anni fa quando ero salito a 86 kg, mi sento molto più leggero, e anche un po' felice!


Fantozzi ragionier Ugo

LE ORIGINI DI BABBO NATALE




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Quando pensiamo al Natale, qual’è la prima cosa che viene in mente? Ovviamente, Babbo  Natale con il suo pancione, l’ abito rosso, e il sacco pieno di regali, che sulla slitta trainata dalle renne si cala dal camino, e entra nelle case per lasciare i doni sotto l’ albero. Il Santa Claus che tutti i bambini aspettano nella notte tra il 24 e il 25 dicembre. Le prime tracce di Babbo Natale risalgono ai tempi degli antichi greci: il primo portatore di doni sarebbe Poseidone, il dio dei mari. Sono, però, millenarie anche le leggende legate a Odino. I bambini ponevano i loro stivali vicino al caminetto, dopo averli riempiti di carote, paglia o zucchero da regalare al cavallo volante di Odino. Come ringraziamento, il dio riempiva gli stivaletti con regali o dolciumi. Questa tradizione attraversò l’oceano pacifico e arrivò nelle colonie olandesi degli Stati Uniti:è all’origine di quella che sussiste ancora oggi di appendere delle calze al caminetto nella notte di Natale, molto simile a quella in Italia per la notte dell’Epifania. Invece, le prime tracce cristiane, coincidono con San Nicola, considerato il protettore dei bambini. Era di origini germaniche, aveva una lunga barba, e indossava una tunica rossa. Fino a pochi decenni fa nei Paesi del Nord Europa, cioè Belgio, Olanda, Germania e Austria, Santa Claus indossava ancora la divisa da vescovo. L’origine del nome sarebbe olandese: “Santa Claus” da “Sinterklass” , ovvero San Nicola. Nel X secolo, il vescovo Nicola esortò i preti della sua diocesi a diffondere il cristianesimo anche nei luoghi in cui i bambini non avevano la possibilità di recarsi in chiesa. Suggerì di andare nelle case dei fedeli portando un regalo ai bambini. I sacerdoti, quindi, indossando un pesante soprabito rosso scuro e portando un sacco pieno di regali si incamminarono anche nelle terre più fredde e isolate, grazie ad alcune slitte trainate da cani. Babbo Natale come lo conosciamo oggi è una versione addolcita del santo, che in realtà era brusco e severo. La devozione per San Nicola è molto diffusa in 2 città italiane: Bari e Venezia. Il Babbo Natale come lo conosciamo oggi è molto più recente. Infatti, fino al XIX secolo era nella cultura anglosassone un omone anziano con una lunga barba bianca. Un ruolo fondamentale nella trasformazione di San Nicola in Babbo Natale spetta, però, a Clement Clarke Moore che nella famosa poesia dal titolo “A Visit from Saint Nicholas” rappresentò Santa Claus come grassoccio, con la barba bianca e vestito con abiti rossi ornati di pelliccia bianca. Nel testo Babbo Natale arriva su una slitta trainata da renne e porta un sacco pieno di doni sulle spalle.


Blue Jacket

venerdì 6 dicembre 2024

ARRIVEDERCI FRANCESCA




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Ieri è stata una giornata molto triste perché ho, abbiamo partecipato per l' ultima volta ad un laboratorio guidato da Francesca. Esattamente! Guidato! Perché lei per me è stata una guida. Una fantastica guida e una fantastica insegnante in un percorso lungo sei anni, iniziato con il laboratorio di "abilità sociali", in inglese "social skill training" nel lontano, ma non troppo, 2018.  Da allora io, in preda ad una forte ansia e a tante altre cose, che forse neanche io ho mai compreso a fondo, grazie a lei e con lei ho intrapreso un percorso di consapevolezza e di crescita incredibili, difficile anche da descrivere a parole, che mi ha permesso di arrivare fino ad oggi, a fare quello che faccio e ad essere ciò che sono oggi: un uomo consapevole e coraggioso; un uomo che non molla, che non si lascia spaventare e scoraggiare dalle insidie degli eventi e anzi, le utilizza come punto di partenza e stimolo per affrontarle e superarle, con tutti i mezzi che ha a disposizione, parte dei quali forniti e fatti scoprire da lei. Dovevo solo trovarli. Si erano nascosti bene ma io alla fine li ho scovati. E non erano neanche pochi; un uomo che piano piano, dopo un lungo periodo, passando attraverso terapie farmacologiche, sedute psicologiche (anche se mi piace di più chiamarle confronti), attività di laboratorio al centro diurno, attività esterne, corsi, e tanto tanto sport, mia personale passione, sta riuscendo a ricrearsi una vita, nel bene e nel male. E' importante per l' appunto che si accetti così come accade. Perché non si può fare altro. Non si possono controllare gli eventi e plasmarli come li vorremmo noi. A noi sta solamente prepararci ed organizzarci per affrontarli al meglio. Ma accettandoli ed accettando ciò che non va e ciò che riteniamo essere sbagliato, così come accade, perché la vita comunque non può fermarsi e finire soltanto perché succede qualcosa di brutto e che ci fa magari star male ma deve andare avanti. Anche le cose che vanno per il verso storto, quelle spiacevoli, comunque sono temporanee. Prima o poi hanno un termine naturale e noi, di nostro, con il nostro impegno e pazienza, possiamo accelerare questo processo. Sono un uomo che quindi dal buio, con infinita pazienza e dopo tanta sofferenza è stato capace di risollevarsi e di rinascere. 

Ecco, Francesca è dietro a tutto questo, lei mi ha guidato e accompagnato. Lei è stata sempre lì, accanto a me.

Per me, dopo tutto questo tempo, non è più una dottoressa. E' Francesca!!!

Arrivederci Francesca! Ti voglio bene! 

                                                                                                                                              White Cosmos

Fantasmi

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Quell'ombra sempre dietro di te, quel velo nero sulla tua testa che ti copre gli occhi...neri anch'essi ormai...spenti, cupi, bui, incapaci di vedere il bello anche nelle cose più colorate. Le ansie la notte, l'insonnia, il rifiuto per il cibo (o anche l'opposto) ma più di tutto quei dolori in mezzo al petto e quella voce in testa che ti urla di non farcela più, di farla finita. Ma la vergogna sarebbe troppo grande da sostenere e quindi tiri avanti, dolorante, senza neanche la forza per camminare, con quella voce martellante e i pensieri sempre più autodistruttivi che ti sommergono come sabbie mobili. PIACERE, IO MI CHIAMO DEPRESSIONE e sarò con te per sempre...anche se col tempo pian piano impareremo a convivere...

Indeprimibilmente vostro
BuioTotale

Le urla di un laziale nella notte a Grottarossa

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Bentifati e bentifate a tutte e tutti dal vostro tifosissimo (della Roma) Fantozzi ragionier Ugo! Oggi non ho uno straccio di idea, e allora vi voglio parlare di un curioso personaggio, un laziale che abita a Grottarossa, eh sì abita proprio a Grottarossa, non a "grottaceleste", e in effetti non è nemmeno "grottagiallorossa", e allora sono ammessi anche i lazialotti e quelli che tifano per altre squadre. Io tifo la Roma, ma sono poco rumoroso, quando la Roma segna un gol al massimo dico "Goool", e lo scrivo pure nella nostra chat di soli utenti, e la mia esultanza finisce lì, non è una gran cosa. Invece questo laziale, puntuale come il Big Ben, a ogni gol della Lazio lancia urla belluine che risuonano per tutto il quartiere, suscitando, immagino, l'ilarità generale degli abitanti. Queste urla le sente anche M. B. che abita di fronte a me, e ci ridiamo su nella chat insieme con White Cosmos e gli altri. Ma questo lazialotto mi sa tanto che è un urlatore solitario, perché il quartiere propende più per la Roma che per la Lazio. Infatti qualche anno fa, quando la Roma vinse la finale di Conference League, mi ricordo un urlo "Goool" collettivo al gol di Zaniolo... Io comunque tifo anche la nazionale, e anni fa quando ancora abitavo nella mia vecchia casa, mi sono lasciato andare pure io a urla di tifo, durante una combattutissima Italia-Olanda, una partita assurda, durante la quale l'Olanda aveva sempre il possesso del pallone e l'Italia si difendeva, ma alla fine vinse lo stesso. In quel frangente mi ricordo che Barbara D. che abitava al piano terra, rideva nel sentire le mie urla, così insomma un po' lo capisco questo lazialotto urlatore solitario nella notte. Anche io sono profondamente ammalato di tifo, e il brutto è che non cerco una cura, ma mi vado bene così, tifo giallorosso da una parte e azzurro per quanto riguarda la nazionale, ma in finale sogno il tiki taka, il calcio fantastico che mi piacerebbe veder realizzato, e forse prima o poi ci riuscirò!


Fantozzi ragionier Ugo

Pianerottolo, amico mio



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Qualcuno disse: "la vita è fatta a scale, chi le scende e chi le sale". Sarà pure vero, ma io ho sempre pensato che esiste pure chi sta sul pianerottolo. Anche il pianerottolo fa parte delle scale, anche se spesso viene ignorato o ci si scorda di lui. Quindi ho deciso di scrivere un pezzo dove si parla del pianerottolo. Eh già! D' altronde se non ne parlo io, chi mai ne parlerà? Il povero bistrattato pianerottolo, che viene calpestato continuamente da tutti coloro che salgono e scendono le scale, ma anche da chi usa l' ascensore. Il pianerottolo nonostante ciò, è sempre lì, lì nel mezzo, e non si lamenta mai. Viene spesso usato per appoggiarvi buste, prodotti, piante, mobili, e tutte quelle cose che dobbiamo portare su oppure giù. E lui sopporta tutti questi pesi senza fiatare, e nessuno lo ringrazia mai. Grazie pianerottolo, grazie per tutto!! Finalmente!! Era ora che qualcuno si accorgesse di lui, e desse al pianerottolo il giusto riconoscimento che gli spetta. Evviva il pianerottolo!! Evviva le scale! Ma sì, Evviva anche l' ascensore! Esageriamo!! Vabbè!!???

P.S. 
Se ci si applica, se non si demorde, se ci si prende cura degli altri, se si ama i nostri prossimi, prima o poi si trova sempre qualcuno, magari un folle, che ci ringrazia e che riconosce i nostri sforzi, il nostro amore e la nostra buona volontà. E finalmente si perde... l' invisibilità!!!!
Anche se si è solamente un pianerottolo.

Nonno Elpho