venerdì 1 ottobre 2021

"Percepire l'invisibile"

 


 

Mercoledì 15 settembre, noi del gruppo del cinema siamo andati a vedere la prima del nostro cortometraggio al cinema Farnese. Questo cortometraggio è il risultato di un progetto nato nel 2019 ed è stato realizzato con l’aiuto dell’associazione “Nel Blu Studios”. S’intitola “Percepire l’invisibile”, dura otto minuti e parla del tema dell’invisibilità quale metafora per indicare l’atteggiamento della società nei confronti di qualsiasi persona con un disagio. La prima mi è piaciuta molto. L’anno scorso, durante le riprese, stavamo nella stanza accanto a vedere tutto tramite un piccolo schermo. Guardandolo per la prima volta su uno schermo grande, con gli attori in primo piano e l’aggiunta degli sfondi, sono rimasta contenta sia del rendimento degli attori che del cortometraggio in generale. Inoltre mi è piaciuto il fatto che durante il cortometraggio apparivamo noi a commentare e raccontare la storia; un po’ mi ricordava gli audiolibri che ascoltavo da piccola. Ma cosa mi rimane di quest’esperienza? Che mi sono divertita molto. Che scrivere una sceneggiatura non è facile ma comporta molta passione. E poi le riprese, i costumi, gli attori, le luci, le videocamere, lo sfondo verde, il trucco, oggetti di scena... tutto un altro mondo fuori dalla realtà. Grazie quindi a Nel Blu Studios, in particolare a Matteo Martone e Tino Franco, per averci dato questa possibilità. (Una piccola curiosità: il cortometraggio nasce dalla fusione di due storie completamente diverse, anche se forse non si direbbe.) 

Lyf

 

Prima della visione del cortometraggio, di cui abbiamo scritto la sceneggiatura, ho provato varie emozioni. Non so se dire finalmente ci siamo arrivati, ma per me è stata più coinvolgente l’attesa (anche perché molto lunga e sofferta a causa della pandemia) che il risultato finale.

Quindi, anche se il cortometraggio è stato molto bello (ma breve) e simpatico, devo dire che io mi sono goduta più tutta la preparazione.

A partire dagli incontri con i Blue Studios, sino all’intervista, che a me è capitata dopo un periodo della mia vita molto particolare e che io mi sono riguardata molte volte per questo.

Poi è stato molto bello girare con una vera telecamera alcune scene, cosa che non mi era mai capitata prima, soprattutto a Campo de’ Fiori, zona tipica romana. Queste non vedo l’ora di rivederle, anche perché non abbiamo seguito un copione a parte l’ impostazione, ma abbiamo recitato  spontaneamente.

Fata Morgana

 

 

Per me il risultato finale del nostro cortometraggio è stato un risultato sufficiente. La mia impressione durante la proiezione è stata che gli effetti speciali erano più semplici di come me li aspettavo, ma poi mi hanno fatto notare che le riprese sono state fatte durante il lockdown e che quindi non è stato possibile fare riprese in esterna e che quindi tutto il cortometraggio si è svolto nel teatro di posa del Blu Studios. Mi è piaciuto anche l'inserimento di spezzoni delle interviste usate come voce narrante della storia. Il mio giudizio complessivo comunque resta nell'ambito della sufficienza. Mi sono chiesto a questo punto se potevamo fare di meglio, e mi sono tornate in mente le mie riserve sulla fase della sceneggiatura. Io non ero convinto della nostra sceneggiatura perché ad un certo punto avevo notato che avevamo mischiato due storie diverse che stavano su piani differenti di realtà e che il risultato finale veniva un po' pasticciato. Ero perplesso in modo particolare dal fatto che il personaggio principale, Francesco, appariva e scompariva di continuo. Questo può avere influito sul risultato finale, anche se non posso dirlo con certezza assoluta. Poi va anche detto che è proprio vero che tra sceneggiatura e regia c'è proprio una cesura, ossia il regista interpreta a suo modo la sceneggiatura ed è il vero capo dell'opera cinematografica, ha la parola definitiva sul lavoro che viene fatto e comunque devo dire che sono contento del lavoro registico. Le mie perplessità sul lavoro che abbiamo fatto in fase di sceneggiatura riguardano solo noi, ossia forse siamo stati un po' ingenui essendo la nostra prima esperienza nel mondo del cinema. Invece le lezioni di sceneggiatura di Martone sono state ottime, così come la regia di Tino Franco. Ho sentito dire che forse il corto girerà in qualche festival di corti, forse lo Spiraglio, e ne sono contento. Non mi è sfuggita anche la possibilità, buttata lì, di poter continuare a lavorare col Blu Studios in futuro. Sicuramente se ci sarà una prossima volta saremo forti dell'esperienza fatta, si spera, nella nostra prima volta.

Fantozzi ragionier Ugo

 

 

Scusatemi l’intrusione ma non potevo esimermi dallo scrivere un pezzo per l’uscita del nostro cortometraggio, anche se ho dovuto lottare come un leone per vincere la resistenza dei miei colleghi che non vedevano l’ora di scriverlo loro. Ma la mia perseveranza e insistenza l’ha spuntata, per mia fortuna. Innanzitutto grazie a tutti coloro che sono venuti al cinema Farnese a vedere la prima del corto “percepire l’invisibile” e fatemi anche ringraziare il centro diurno Antonino Di Giorgio, I Blu studios, gli attori e tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del cortometraggio. È avvenuto un piccolo-grande miracolo! Siamo riusciti a scrivere, realizzare e proiettare in una sala cinematografica un piccolo film di otto minuti. Sembra poca cosa ma di questi tempi è tanta roba come dico io. E ancora grazie per il secondo piccolo-grande miracolo perché alla proiezione erano presenti utenti del centro diurno e della comunità di Monte Santo e del centro diurno Antonino Di Giorgio e naturalmente il personale dei blu studios, insomma un sacco di bella gente e anche un sacco di gente bella. All’inizio di questa avventura circa tre anni fa scrissi un pezzo sul blog intitolato “l’evoluzione darwiniana” dove parlavo dell’evoluzione avvenuta nel nostro gruppo che era passato da homo passivus a homo postivus e poi a homo creativus e mi chiedevo se un giorno saremmo mai arrivati a essere homo sapiens-sapiens. E concludevo ironicamente A Neil Armstrong stamò ad arriva! Parafrasando la famosa battuta che l’astronauta disse quando calpestò il suolo lunare: ”un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità. Adesso lasciatemi dire:” Neil Armstrong semo arrivati”!

Inoltre spero che un giorno non troppo lontano di riuscire a fare una collaborazione tra il centro diurno Antonino Di Giorgio e Monte Santo, affinché possano nascere nuovi  progetti di collaborazione, condivisione e contaminazione tra i vari centri diurni. E così un giorno potrò scrivere finalmente “A Neil Armstrong t’avemo stracciato” e avremo raggiunto l’ambito traguardo dell’homo sapiens-sapiens. Mamma mia!! Cosa difficile, mi rendo conto, forse ancor di più dello sbarco sulla luna. Ma io sono un ottimista, e come diceva il saggio, l’ottimista è colui che crede, che ogni alba, ci regala un giorno in più per sperare, e ogni tramonto, un giorno in meno per soffrire.

Nonno Elpho

 

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