venerdì 4 dicembre 2020

Cucina e bevande nell'antica Roma. PARTE II

 

Ancor prima del pane, il cibo del popolo era la polenta, preparata con farine varie e condita in modi semplici ma gustosi. Non solo di pane viveva l'uomo, ma anche di puls, l'antica polenta dei primi abitanti dell'Urbe. Si trattava di un composto semplicissimo da cucinare, ottenuto originariamente mescolando acqua e semi di miglio o di orzo, tostati e macinati. In seguito si cominciarono ad usare i semi di farro, "di tutti i cereali"il più duro e il più resistente", come ricorda Plinio nella sua Naturalis historia, "che sopporta tere freddissime e poco lavorate, ma anche terre caldissime e prive d'acqua". Sempre secondo Plinio è noto che èper un lungo periodo i Romani si cibarono di puls e non di pane. Il grande naturalista porta come prova il fatto che molti cibi vengono chiamati pulmentaria, perchè fanno da contorno alla puls. Di fatto, la puls era il vero cibo nazionale romano. Tipico dei vari popolo italici, l'alimento è così antico che è difficile stabilirne la ricetta originale, mentre è certo che veniva usata al posto del pane. Esistono vari tipi di puls, quella del legionario, quella della punica etc... La puls non fu mai abbandonata dagli Etruschi, dai Romani, la sua tradizione arrivò fino ai nostri contadini che la insaporirono anche con  fave. Marco Porcio Catone,  soprannominato il censore nel suo "liber de agri cultura" ci ha tramandato una ricetta per cucinare la cosiddetta puls punica, ossia la polenta fatta con la maniera dei Cartaginesi.

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