La Flaminia Militare è un affascinante percorso tra storia e bellezze naturali che non
richiede abilità particolari se non la passione di camminare in montagna in un ambiente
ancora unico e incontaminato e pieno di valori storici. E’ stata aperta nel 187 a.C. e
dimenticata per secoli, ma di recente è stata riscoperta. Fino a non molti anni fa ben pochi
avevano sentito parlare della Flaminia Militaris. La cosa non deve sorprendere, soprattutto
chi non è pratico dell’ Appennino tosco-emiliano: il nome stesso della strada è
convenzionale, perché nessuno ha mai conosciuto quello vero. Neppure gli storici romani
ne fanno cenno, a eccezione di un vago riferimento di Tito Livio, che annota come nel 187
a.C. il console Flaminio abbia fatto costruire una strada tra Bologna e Arezzo per tenere
impegnati i legionari. La ragione, in realtà, doveva essere ben diversa: terminata da poco
la seconda guerra punica, la Repubblica fu costretta a lottare a lungo per pacificare aree
che non erano ancora sotto il suo pieno controllo. La strada dovette cadere in disuso assai
presto, sia per motivi geopolitici sia per ragioni pratiche: la via Flaminia più nota, che univa
Roma a Rimini per raggiungere la Pianura Padana, era assai più agevole e sicura, ma
soprattutto restava aperta per quasi tutto l’ anno grazie a un valico appenninico ad appena
600 m di quota. Il disuso e la mancata manutenzione di un’ opera pubblica conducono
presto alla sua scomparsa. Così il tracciato della Flaminia Militaris venne usato solo per i
traffici locali, lasciando poche tracce in età medievale e cadendo del tutto in disuso nei
secoli successivi. Nel 1977 Franco Santi, un artigiano di Castel dell’ Alpi, nel comune di
San Benedetto Val di Sambro, trovò una moneta romana di età repubblicana in una cava
alle pendici del monte Bastione e la mostrò all’ avvocato Cesare Agostini. Memori dei
racconti dei loro nonni, che parlavano di un’ antica strada romana dimenticata in alta
quota, i due iniziarono una ricerca storica e archeologica dell’ ipotetico tracciato, finché
nel 1979, a dispetto dello scetticismo accademico, riuscirono a riportare alla luce un primo
tratto di basolato proprio a Monte Bastione. Negli anni successivi, Santi e Agostini
riportarono alla luce molti altri tratti di basolato, lungo la direttrice di quella che appariva
sempre come una strada molto antica, praticata già dagli Etruschi e dalle popolazioni
liguri. Grazie a loro oggi abbiamo un’ idea chiara dell’ importanza di questa via, riportata
alla luce dopo secoli di oblio. Poichè attraversava territori pressochè disabitati, la strada è
sfuggita alla depredazione dei materiali lapidei da impiegare nella realizzazione di altre
costruzioni, come avvenuto spesso altrove, conservando così tratti di suggestiva bellezza.
Proprio dalla passione di Santi e Agostini è nata l’ idea di ripercorrere la Flaminia Militaris
per intero, da Bologna a Fiesole, dando finalmente alla strada la dignità che merita e
aprendo un tracciato di sicuro interesse anche dal punto di vista escursionistico.
Blue Jacket
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