Fantozzi ragionier Ugo
venerdì 21 luglio 2023
Il poker operaio, ovvero Ocean's Eleven
Salve a tutti e a tutte dal vostro imperturbabile Fantozzi ragionier Ugo! Oggi intendo parlarvi di un argomento forse un po' controverso per alcuni, ma per me invece non lo è, e adesso proverò a spiegarmi... Da pochi mesi ho scoperto, anzi riscoperto, la mia passione per il poker Texas Holdem online. Vi premetto che per adesso si tratta di un poker con soldi virtuali, fiches insomma, non gioco per adesso a soldi veri. Vi dico che ho riscoperto questa passione per il poker perché già 10 anni fa giocavo a Texas Holdem online dentro Facebook, e giocavo a un gioco che si chiama (dovrebbe esistere ancora) Zynga poker. Già 10 anni fa succedeva un fatto piuttosto interessante, cioè che riuscivo, a partire da zero, con poche fiches iniziali, a ottenere molti raddoppi delle mie fiches e insomma riuscivo a incrementare le mie fiches in modo indefinito. In quel periodo ero riuscito ad arrivare ad accumulare 60 milioni di fiches. Poi però la mia carriera di giocatore di poker dilettante si interruppe bruscamente, perché conobbi una top model arabo-austriaca, e come un cretino le regalai tutte le mie fiches che erano state il frutto di una lunga scalata verso l'alto. Questa top model la riconobbi in copertina su Cosmopolitan, e lei si sentì un po' in colpa perché lei come tanti altri si comprava le fiches coi soldi veri, e poi nel giro di poco tempo perdeva tutto, e le ricomprava, etc etc. Da un paio di mesi circa ho ricominciato ad interessarmi del poker online, perché esistono app per giocare online con lo smartphone. Io gioco con Texas Poker. E anche qui succede lo stesso fenomeno di 10 anni fa, cioè che a partire da zero riesco a incrementare le mie fiches in modo infinito! Per adesso comunque ancora non ho raggiunto il livello della volta precedente (60 milioni) ma mi sto avvicinando. Come la volta precedente, mi siedo ad un tavolo giocando solo il 5% delle mie fiches. La mia ipotesi che a poker bisogna giocare il 5% delle proprie fiches totali proviene dall'esame di statistica che feci alla facoltà di Psicologia diversi anni fa. Quando uno scienziato mette su un esperimento per vedere se due fenomeni sono correlati, usa proprio il 5% come convenzione, cioè due variabili sono correlate se i dati casuali della misurazione cadono nel 5% percentile. Insomma ho esteso al poker qualcosa che ho imparato studiando statistica, e questo è uno dei due aspetti principali di questa faccenda. L'altro aspetto fondamentale di un vero giocatore di poker è l'impassibilità, ovvero la capacità di limitare il più possibile le emozioni. Insomma io non ho emozioni, e le grosse cifre non mi smuovono nulla. Invece il giocatore medio si emoziona, e magari anche prima di fare la sua giocata ci pensa e ci ripensa, e alla fine io puntualmente lo punisco, perché sono spietato e implacabile! Insomma l'altra fondamentale caratteristica del vero giocatore di poker è la completa assenza di emozioni. E forse anche il totale disinteresse verso il denaro, fino ad arrivare a non esultare quando si vince e a non arrabbiarsi quando si perde. Poi io vado in all in quando ho come minimo A7, K8, Q9, J10, etc oppure A5, K6, Q7, J8 dello stesso seme, e questo modo di giocare assomiglia alla tabella di Sklansky. Sklansky era un matematico che aveva teorizzato 8 categorie di mani iniziali del Texas Holdem Poker. Poi c'è anche una tabella con tutte le probabilità di tutte le mani iniziali del poker, una tabella 13 x 13, e il mio modo di giocare sembra un'approssimazione di questa tabella.
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