INSIEME AL CASTELLO
Per la seconda volta nella mia vita, sono andato a visitare
il castello di Roma, Castel Sant' Angelo, che si trova al centro della città.
Un castello a pianta circolare, protetto da mura massicce, al cui interno si
può dire tranquillamente che si trovava una piccola città in miniatura,
racchiusa in un' altra città ben più grande, a sua protezione, Roma, quasi come
fosse un grembo materno, che ospita al sua interno un pargoletto, che cresce e
si sviluppa in ogni sua caratteristica, nutrendosi di ciò che la mamma gli fa
avere.
Questa è stata l' impressione che ho avuto subito, non appena
sono entrato. Il castello, infatti, con i suoi percorsi esterni circolari, con
i suoi passaggi da un ambiente all' altro, sia al chiuso che all' aperto, con
le sue scalinate che conducono il visitatore sempre più in alto (una in
particolare, che però in realtà non era proprio una scalinata, bensì una sorta
di percorso interno circolare che saliva e che dava l' impressione di non avere
un' uscita, e questo, ad un certo punto, ti metteva anche un po' di angoscia,
perché dici: “Mamma mia, qui non esco più! Rimarrò chiuso nel castello per
sempre...”, dove l' unica cosa confortante era la temperatura piacevolmente
fresca rispetto a quella esterna (vattene via brutto sole!)), ti conduce fino
alla cima, nel punto più alto, dove troneggia il padrone di casa: l' Angelo. E
poi ancora con i suoi passaggi e passaggi senza fine, da un luogo all' altro,
da una stanza all' altra, a volte con repentini nonché fastidiosi cambi di
temperatura, passando poi per antiche celle chiuse da pesanti porte di ferro
sbarrate da inquietanti serrature con lucchetto, e al loro interno... buio
totale. Questo non lascia spazio a dubbi, riportandoti, mentre le osservi,
indietro nel tempo, quando all' epoca in cui il castello era abitato,
probabilmente in quelle anguste celle, dove a malapena c' era lo spazio per
girarsi dall' altra parte, venivano rinchiusi i prigionieri. Poi provo anche ad
immaginare per quali tipi di reati... Probabilmente anche se solo sospettati di
aver fatto qualche cosa, magari senza alcun tipo di processo, e lasciati a
marcire lì dentro senza alcuna comodità (figuriamoci) per il resto della loro
vita.
E' stato molto bello, comunque, e anche emozionante, il fatto
di partire dal basso, e piano piano, seguendo un percorso, attraversando tutto
quello che ho descritto fin qui, e con un po' di fatica (una ragazza del nostro
gruppo stava quasi morendo sotto i colpi di quegli scalini infernali), siamo
arrivati fino in cima, dove dominava, con la sua spada, l' angelo protettore
del castello e di Roma.
P. s. Anche se devo dire che non proprio tutti siamo arrivati
fino in cima. Infatti un piccolo gruppetto ribelle, fatto di tre persone, due
uomini e una donna, si è staccato da noi, e per conto proprio, ed a nostra
insaputa, ha imboccato una scala che non si vedeva, ed è riuscito ad arrivare
in cima. E poi da lì, i componenti di questo gruppetto ci osservavano dall'
alto, impudenti e presuntuosi, sentendosi più bravi di noi che eravamo rimasti
sotto a guardarci intorno, facendosi “beffe” di noi, pensando: “Noi stiamo qua
su e voi noo. Noi stiamo qua su e voi noo”.
“Scendete subito! Capito?! Adesso veniamo lì e vi
acchiappiamo! Brutti...
White Cosmos
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