venerdì 3 luglio 2020

I 400 colpi di François Truffaut



Questo film che ho visto al centro diurno di Antonino di Giorgio è stato per me un capolavoro. E' un lungometraggio che si inserisce nel movimento della Nouvelle Vague, e parla di un adolescente di dodici anni che cresce senza una famiglia costituita, senza 
l' affetto e l' attenzione che ci vorrebbero per uno della sua età. Commette dei piccoli atti delinquenziali che portano la famiglia e un commissario della polizia francese a mandarlo in riformatorio. Ha marinato la scuola e per giustificarsi al professore dice che è morta la madre, ma lo scoprono. Poi scappa di casa e insieme al suo più caro amico ruba una macchina da scrivere, ma siccome non riesce a farci niente, la riporta al suo posto. Allora la mentalità comune era che se un bambino era irrequieto voleva dire che aveva una predisposizione a diventare un delinquente e quindi andava "corretto". In riformatorio ha un colloquio con una psicologa e dice una cosa che mi ha colpito: "Quando dico la verità nessuno mi crede, allora dico le bugie". Alla fine scappa dal riformatorio e corre sulla spiaggia e il film finisce con una sua inquadratura che lascia lo spettatore a immaginare qualsiasi cosa.

Anna

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