venerdì 12 dicembre 2025

La iella continua...

 


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Non è finita qui! Dal 2011 non guido più la macchina!!! Ho avuto dei problemi che ho dovuto in parte risolvere da un meccanico che si trovava fuori Roma, ma per il resto ci volevano altri soldi che non avevo e nessuno me li poteva prestare. Per fortuna conosco una signora che ha dei terreni vicino Tivoli che, dopo qualche anno che la macchina me l'aveva tenuta gratis il meccanico, me la tiene fortunatamente anche lei gratuitamente. Essendo anche un'amica dei miei genitori che da lei acquistavano dei prodotti, per esempio l'olio. La macchina si trova tutt'ora da questa signora. Un giorno spero di recuperarla. A parte questa storia, ora, è dal 2011 che mi muovo con i mezzi pubblici ma non è troppo agevole. Ogni volta, o quasi, che devo prendere l'autobus, devo aspettare anche mezz'ora, mentre quello che passa nella direzione opposta passa sempre per primo. E non c'è verso. Anche se vado nell'altra direzione passa sempre prima quello della direzione opposta!!! E' uno sfacelo! E per la patente che ora non ho più, perché ritenuto inabile alla guida, ho seguito tutte le strade per avere il rinnovo. Ma niente da fare. Dopo diversi preparativi, spostandomi un po' per tutta Roma, e nonostante le rassicurazioni della psichiatra, mi arriva qualche mese dopo una lettera dal ministero dei trasporti che mi comunica la mia inabilità alla guida con conseguente revoca della patente. Dovrei ripetere lo stesso, spero di no, iter, che ho percorso per sperare che mi riabilitino e possa finalmente riavere la patente. Ecco altri fenomeni che mi contraddistinguono... è  così!

                                                                                                                                Lo iellato

Fantozzi ragionier Ugo e... Alice e il blu!

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Bentrovati e bentrovate a tutte e tutti dal vostro assurdo e imprevedibile Fantozzi ragionier Ugo! Oggi sono qui a raccontarvi di un incontro un po' particolare, avvenuto proprio tra ieri ed oggi, tra me e una grande vip della musica italiana! Non vi dico chi è, vi dico soltanto che lei è l'autrice della canzone "Alice e il blu", canzone un po' celestina dell'anno 2011 mi pare, una canzone che mi piacque molto, e attualmente è autrice della famosa canzone "Esibizionista", una canzone che, giustamente, a mio avviso, descrive la triste realtà degli uomini narcisisti, ed è proprio grazie a questa canzone che ci siamo conosciuti io e lei, perché io sono andato a scrivere un commento più volte sotto i suoi video tik tok di "Esibizionista" e le ho fatto notare che le ragazze perbene non vanno coi narcisisti, un commento che molto probabilmente l'ha colpita, tanto che è andata a vedere il mio profilo tik tok, e lì deve aver letto il mio nome "Giulio l'eretico" e soprattutto la descrizione che è "musica operaia celeste e blu". Dopodiché abbiamo iniziato a chattare su tik tok e dopo un po' lei mi ha chiesto se potevamo chattare in modo più sicuro e privato con l'app Zangi, perché io le avevo dato il mio numero di telefono ma lei non poteva darmi il suo per ragioni di privacy, così siamo passati a chattare su Zangi, io le ho chiesto se per caso lei voleva parlare con me di musica celeste e blu, e mi sono offerto anche di mandarle i miei libri elettronici, "Il movimento della musica blu" e "Pianoforte celeste", e le ho chiesto se voleva darmi l'email, ma lei non me l'ha data e quindi io non ho insistito. Lei mi ha chiesto più volte se io sono un suo fan e io non ho risposto direttamente, perché la vera risposta sarebbe stata no, visto che dopo la canzone "Alice e il blu" lei è tornata a fare musica commerciale, il solito rock insomma. Però le ho detto che a me interessano tutti i vip della musica che hanno il coraggio di fare anche la musica celeste, e le ho detto che ascolto spesso Morgan, Arisa, Danilo Rea al piano con Fiorella Mannoia alla voce, e altri vip che continuano a fare musica celeste (e Morgan anche musica blu). Poi siamo finiti a parlare della nostra situazione sentimentale, e io ho raccontato soprattutto della mia, i miei 20 anni di solitudine insomma. Le ho chiesto se per caso lei ha avuto brutte esperienze coi narcisisti, ma lì ho notato un po' di tensione, e le ho detto che mi sembrava che la canzone "Esibizionista" li descrivesse proprio bene i narcisisti. Per adesso la conversazione è terminata con lei che mi vuole offrire un biglietto gratis quando viene a Roma, e mi vuole pure invitare a cena!

Fantozzi ragionier Ugo

Carlo inganna Simmaco




https://www.google.com/url?sa=i&url=http%3A%2F%2Fwww.cittadiluce.it%2Fcornacchia-t2797.html&psig=AOvVaw3DyKUsDs1g5nAzQWUlDQi1&ust=1765637770594000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBIQjRxqFwoTCOCRxrOnuJEDFQAAAAAdAAAAABAL



Carlo il Magnate era un aristocratico noto per il suo amore per le belle donne.

Un giorno, vedendo la nobile di nome Luisa se ne invaghì e la desiderò per sé, ma la donna era sposata ed aveva dei figli che le erano molto affezionati.
Così, Carlo decise di pregare ardentemente il Dio Simmaco per separare la coppia.


Simmaco si presentò per rispondere alle sue preghiere e disse: "non pregarmi di rovinare una coppia felice, non puoi chiedermi di far soffrire dei bambini per un tuo capriccio".
Simmaco scomparve e Carlo escogitò un piano per far cadere Simmaco nella sua trappola.

Pregò Simmaco di nuovo con lodi ed inni di venerazione e, quando Simmaco si manifestò per la seconda volta, Carlo scagliò una freccia alla caviglia del Dio che urlò mentre rivoli di sangue fuoriuscivano dalla carne dilaniata. Nella confusione e nel dolore, Simmaco si distrasse e Carlo lo legò con una corda resistente.

"Adesso esaudisci il mio desiderio e liberati di quell'uomo".
Simmaco disse che, legato in quel modo, gli risultava difficile usare le sue arti magiche per accontentarlo.
"Ma se ti slego" ragionò Carlo "tu non mi esaudirai. Allora ti terrò in ostaggio e chiamerò un altro Dio ad esaudirmi".
Simmaco assicurò: "sarebbe inutile, la tua voce non raggiungerebbe l'Olimpo a suon di cattiveria. Hai raggiunto me perché sono il protettore della fanciulla e ti stavo osservando. Ma non cadranno dal cielo per aiutarti. Tuttavia lascia che io chiami la mia cornacchia sacra. Lei porterà il messaggio agli Dèi. Apri la finestra".

Dopo qualche secondo di esitazione, Carlo aprì la finestra e fece entrare la cornacchia che si precipitò sul suo volto e gli beccò gli occhi accecandolo. Carlo cadde a terra straziato dal dolore mentre gli artigli erano sprofondati attraverso la pelle squartata. La cornacchia si mise così a divorargli il viso a morte. Poi l'uccello con il suo becco liberò Simmaco dalle corde.

L'anima di Carlo fu scagliata nel Tartaro per aver osato approfittarsi del Dio. Simmaco fece cadere la sua benedizione sulla famiglia di Luisa allora e ne protesse il matrimonio.


- SIMMACO

venerdì 5 dicembre 2025

Un giorno o il tempo...

https://hd2.tudocdn.net/994491?w=1920
Un giorno rimasi chiuso nella mia stanza senza uscire. Quel giorno è durato più di un anno. Un giorno uscii dalla mia stanza per chiedere aiuto. Quel giorno dura da quasi 9 anni. Un giorno mi misi a scrivere. Quel giorno dura da quasi 8 anni. Un giorno mi guardai intorno e vidi la mia dolce metà. Quel giorno dura da più di 5 anni. Un giorno cercai e trovai un'occupazione. Quel giorno dura da quasi 2 anni. Un giorno guarderò dietro di me per vedere il cammino che ho fatto, e dove sono arrivato. Quel giorno durerà per l'eternità. 

P.S. Un giorno Dio creò i pianeti, le stelle, i satelliti, e ogni altra meraviglia. Era incredibile!!! Era l'universo. Ma mancava qualcosa. Allora un angelo, anzi il più intelligente tra gli angeli, si avvicinò a Dio e gli sussurrò all' orecchio: Padre, manca qualcosa!! E un giorno Dio, nella sua infinita bontà, creò la musica per far danzare tutto l'universo. Un giorno... 

Nonno Elpho

Perché e senza o esortazione di Nonno Elpho


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Fin da bambino, come tanti altri bambini (fastidiosi), mi chiedevo e poi chiedevo a mio padre e a mia madre il perché delle cose. Perché la terra è tonda? perché 2+2 fa 4, perché... Adesso che sono più grandicello (un Nonnino) continuo a farmi delle domande. Delle domande forse stupide e sciocche, e che spesso riguardano "noi" e i luoghi in cui passiamo molto tempo, i luoghi preposti alla nostra cura. Per esempio mi chiedo: che fine hanno fatto tutti gli altri? Dove sono? Che stanno facendo? Ma soprattutto perché non sono qui con me, al "mio fianco"? Voi mi direte ma perché dobbiamo essere al "tuo fianco"? Perché dobbiamo prenderci cura dei luoghi di cura? Perché dobbiamo non arrenderci? Perché dobbiamo cercare e ricercare sempre nuove strade e nuovi percorsi per migliorare? Perché dobbiamo contrastare e combattere lo stigma? Perché dobbiamo impegnarci, soffrire, sudare, e lavorare? Perché dobbiamo unirci, stare insieme e associarci per far sentire la nostra voce? Perché...? Perché?!!!! Perché nessuno lo farà mai per noi. E non solo non lo farà, ma non potrà mai farlo. Perché nessuno è al nostro fianco, se noi non siamo in prima linea, perché nessuno può combattere le nostre battaglie e vincere le nostre guerre. Perché nessuno è mai riuscito a prendersi cura di sé e degli altri, da solo, chiuso in una stanza, senza parlare con nessuno, senza amici, senza colleghi, senza compagni, senza... Appunto!!! Senza!! 

P. S. La rama è larga e stretto è il vicoletto!! Questa è l'esortazione di Nonno Elpho, non di un Folletto!!! 

Nonno Elpho

La mia testa o il capoccione


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Mi ritrovai rimpicciolito, sulla mia testa!! Acciderbola!! Camminavo tra i miei capelli, ma il pavimento era scaglioso e biancastro. Era forfora!! Stavo camminando sulla mia forfora. Cammina, cammina, arrivo al centro della testa , mi inginocchio e cerco di togliere la forfora per vedere cosa c'è sotto. E già! Sto cercando qualcosa, e per la precisione una maniglia, la maniglia di una botola, una botola che aprendosi mi permetterà di entrare nel mio cervello. Sono entrato! urka che roba!! Un sacco di roba bianca molliccia e piena di liquido, la roba molliccia sembra galleggiare nel liquido e all' improvviso esce una TV (solo lo schermo) e dentro lo schermo scorre un'immagine. L' immagine di un bimbo felice che corre in un... Poi mi sposto un po' verso sinistra e sullo schermo scompare l' immagine del bimbo e compare un'altra immagine , un uomo di Quarant'anni che si ... Mi sposto ancora di più a sx e l'immagine sullo schermo cambia ancora Poi mi scoccio di guardare lo schermo e faccio una passeggiata tra le circonvoluzioni del mio cervello tra solchi e creste finché arrivo davanti ad una "mandorla" l' amigdala , allungo la mano e la tocco, e tac si accende come una lampadina, emana una luce verdina molto fioca, tolgo la mano e la luce si spegne , se io la ritocco si riaccende e così via. Dopo aver giocato un po' con l'amigdala mi sposto ancora un po' e arrivo all' ippocampo. Ma guarda che roba, mi piace e mi ispira e quasi, quasi... , ma si voglio cavalcare il mio ippocampo, cerco di montarci sopra a cavalcioni , come fosse un cavallo. Ci riesco!! Sto cavalcando il mio ippocampo, ma sono fermo , non mi muovo. Peccato. Allora smonto e torno indietro per uscire dal mio cervello, in fondo non è granché il mio cervello. Vabbè esco!! E mi ritrovo sul mio cuoio capelluto. e su un oceano di forfora. Forfora! Forfora! Forfora! 

Nonno Elpho

Niente Panico

Si. Oggi sono esattamente 16 giorni che non scrivo. Che mi tengo tutto dentro. Che non trovo le parole per tirare fuori tutto quello che sento. Neanche con i miei terapeuti. Neanche con gli amici. Cosa che con la scrittura in genere riuscivo a fare. Invece questa volta neanche con quella. I pensieri sono annebbiati, confusi, sento solo una voce nelle orecchie. Che mi sussurra che non ne può più. Si. Si è stancata. Di tutto. Della malattia, del non vedere una luce in fondo al tunnel, delle terapie. Di dover lottare ogni singolo cavolo di giorno per sopravvivere, o quanto meno per non deporre le armi. Poi in playlist parte una canzone. Di Ghali. "Niente panico". Me la fece conoscere mia sorella durante uno dei miei periodi più bui, più neri. E inizio a pensare...a tutto quello che ha fatto per me, a quanto mi è stata vicina, a quanto mi ha sostenuto, aiutato e supportato quando ero "dentro". Una lacrima scende. E per lei e mio fratello non devo deporle le armi. Si. Andrò in letargo, avrò i miei giorni bui, ok, magari neanche mi alzerò dal letto. Ma in un articolo scrissi una cosa di cui sono convinto. Prima o poi...tornerò di nuovo a respirare. 
Buio Totale



Ascoltami, o Morte!

https://www.mymovies.it/film/1957/ilsettimosigillo/

Prego la Morte di rivelarsi a me così che la possa interrogare. Dimmi, Signora della Mietitura, se sia più gradevole vivere sapendo che un giorno si verrà a fare la tua conoscenza o fuggire per l'eternità dal tuo sguardo. Perché io ho bisogno di sapere se la vita ha più valore quando sai che la perderai nell'immediato oppure quando sai che non finirà e potrai rendere ogni istante importante. Voglio sapere se l'uomo ha veramente bisogno di essere minacciato di morte per poter vivere o se la vita è un bene talmente prezioso che non si sottovaluterà a prescindere. Esistono davvero uomini saggi che comprendono la fortuna che hanno nell'essere vivi, in questo mondo di forme, colori e contatto fisico, aria che entra e che esce e sensazioni di pensiero e consapevolezza della tridimensionalità circostante? Dimmi, o Morte, se vuoi essere la mia Regina o se pensi che io abbia capito il tuo valore senza aver udito la tua parola. Dimmi se continuo a non temere di non essere vivo più di quanto temerei di essere morto, perché una vita non vissuta vale certo meno di una vita che è finita, e sciocco è l'uomo che trascura ciò che può fare con le possibilità di un corpo fisico ed una mente sana. Se solo tu potessi per un eterno secondo rivelarti a me ed avvolgermi nel tuo freddo abbraccio e poi lasciarmi subito dopo così da sperimentare cosa vuol dire la fine delle cose e poter tornare con questa consapevolezza ad apprezzarne una per una, io ne sarei grato, ma il tuo pregio sta proprio nel non lasciare abbandonati i tuoi seguaci, ed essi scappano nella vita consumati dalla tua paura per ritrovare vigore nel nostro mondo. Se non vuoi lasciare che io ti veda, te ne sarò grato, ma lascia almeno che io comprenda la tua natura, così da capire cosa sto perdendo rinunciando alla vita e cosa sto guadagnando scappando da te.

-SIMMACO

PIUMA



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Una piuma e una paperella, sono le immagini che caratterizzano questo film di Roan 
Johnson, ma perché? La spiegazione non è proprio delle più immediate ma ha una sua 
simpatica poesia in chiave tutta positiva. Ciò che caratterizza infatti Piuma è una visone 
profondamente ottimista della vita, una visione, appunto, leggera come una piuma e 
fluttuante come una paperella. 
Ferro e Cate sono due adolescenti come tanti che si preparano all’esame di maturità al 
termine del quale hanno programmato una favolosa vacanza all’estero con gli amici. Ma i 
loro piani improvvisamente vengono sconvolti a causa di un evento inatteso: Cate aspetta 
un bambino. Di qui cominciano a manifestarsi le varie reazioni di tutti i protagonisti della 
storia. Ferro accoglie la notizia con spirito ed entusiasmo e nonostante la sua giovane età 
trova la forza di sostenere e accompagnare Cate nella scelta di tenere il bambino, ma il 
resto del mondo intorno a loro, soprattutto i genitori dei due ragazzi non riescono subito a
prendere la notizia con lo stesso ottimismo. 
In Piuma colpisce soprattutto la spensierata leggerezza con cui i due protagonisti, Ferro in 
modo particolare, affrontano la vita e le difficoltà che questa gli pone. Di fronte ad una 
scelta difficile i ragazzi sembrano non avere dubbi e riescono a trovare l’uno nell’altra la 
forza e la determinazione per affrontare gli ostacoli e le prime rinunce anche quando 
queste si fanno via via sempre più grandi. Di contro ci sono gli adulti che già conoscono le 
fatiche e i sacrifici richiesti dalla vita. Le loro paure verso il futuro dei ragazzi sono 
certamente motivate dall’affetto e da valide considerazioni di carattere pratico. La storia di 
questo film, con le due immagini della piuma che si libra leggera nell’aria al di sopra di 
tutto e della paperella che solca gli oceani senza affondare, induce proprio ad una 
riflessione sulla necessità di riuscire a dosare con equilibrio questi due aspetti: da un lato 
quello più ottimista e fiducioso, dall’altro quello più razionale e prudente. 
Nonostante le buone intenzioni però Piuma resta pur sempre una commedia ed è chiaro 
che Roan Johnson, regista e sceneggiatore, non sembra essersi voluto lasciare sfuggire 
l’occasione di sfruttare al meglio anche i possibili risvolti più grotteschi e comici della 
vicenda. Le due famiglie dei ragazzi infatti nel corso dello sviluppo della storia si 
trasformano sempre più in un allegro circo, sicuramente spassoso, ma purtroppo poco 
credibile. La storia indugia a tal punto sulla comicità indotta dal mondo degli adulti da 
sfiorare il ridicolo. La teatralità farsesca di questa parte della storia finisce col far sembrare 
i ragazzi assai più maturi e coscienziosi dei loro genitori e spezza quell’interno equilibrio 
iniziale. Nel complesso il film è divertente, anche se la recitazione lascia in parte un pò a 
desiderare. 

Blue Jacket