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Una piuma e una paperella, sono le immagini che caratterizzano questo film di Roan
Johnson, ma perché? La spiegazione non è proprio delle più immediate ma ha una sua
simpatica poesia in chiave tutta positiva. Ciò che caratterizza infatti Piuma è una visone
profondamente ottimista della vita, una visione, appunto, leggera come una piuma e
fluttuante come una paperella.
Ferro e Cate sono due adolescenti come tanti che si preparano all’esame di maturità al
termine del quale hanno programmato una favolosa vacanza all’estero con gli amici. Ma i
loro piani improvvisamente vengono sconvolti a causa di un evento inatteso: Cate aspetta
un bambino. Di qui cominciano a manifestarsi le varie reazioni di tutti i protagonisti della
storia. Ferro accoglie la notizia con spirito ed entusiasmo e nonostante la sua giovane età
trova la forza di sostenere e accompagnare Cate nella scelta di tenere il bambino, ma il
resto del mondo intorno a loro, soprattutto i genitori dei due ragazzi non riescono subito a
prendere la notizia con lo stesso ottimismo.
In Piuma colpisce soprattutto la spensierata leggerezza con cui i due protagonisti, Ferro in
modo particolare, affrontano la vita e le difficoltà che questa gli pone. Di fronte ad una
scelta difficile i ragazzi sembrano non avere dubbi e riescono a trovare l’uno nell’altra la
forza e la determinazione per affrontare gli ostacoli e le prime rinunce anche quando
queste si fanno via via sempre più grandi. Di contro ci sono gli adulti che già conoscono le
fatiche e i sacrifici richiesti dalla vita. Le loro paure verso il futuro dei ragazzi sono
certamente motivate dall’affetto e da valide considerazioni di carattere pratico. La storia di
questo film, con le due immagini della piuma che si libra leggera nell’aria al di sopra di
tutto e della paperella che solca gli oceani senza affondare, induce proprio ad una
riflessione sulla necessità di riuscire a dosare con equilibrio questi due aspetti: da un lato
quello più ottimista e fiducioso, dall’altro quello più razionale e prudente.
Nonostante le buone intenzioni però Piuma resta pur sempre una commedia ed è chiaro
che Roan Johnson, regista e sceneggiatore, non sembra essersi voluto lasciare sfuggire
l’occasione di sfruttare al meglio anche i possibili risvolti più grotteschi e comici della
vicenda. Le due famiglie dei ragazzi infatti nel corso dello sviluppo della storia si
trasformano sempre più in un allegro circo, sicuramente spassoso, ma purtroppo poco
credibile. La storia indugia a tal punto sulla comicità indotta dal mondo degli adulti da
sfiorare il ridicolo. La teatralità farsesca di questa parte della storia finisce col far sembrare
i ragazzi assai più maturi e coscienziosi dei loro genitori e spezza quell’interno equilibrio
iniziale. Nel complesso il film è divertente, anche se la recitazione lascia in parte un pò a
desiderare.
Blue Jacket

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