Tale era la curiosità che suscitava in lui quella luccicante coltre bianca che, senza pensarci troppo, egli prese la rincorsa, e che rincorsa..., con tutte le sue mille ed uno zampe eeee... via a tutta velocità fino a che, quando giunse il momento, con tutta la forza che aveva nei suoi minuscoli piedini, fece un balzo per atterrare nella neve bianchissima, brillante come il sole e dura come... oooohhhhhhh... splash!
"Ma che è successo?! Dove sono finito?" - penso tra sé e sé Filippo "che freddo che fa qui!".
Si guardò attorno spaesato e molto confuso per cercare di capire cosa caspita fosse successo, ma, con ennesimo stupore, non vide altro che bianco. Tutto attorno a lui era bianco! Un unico colore lo circondava da tutte le parti: davanti, dietro, a destra, a sinistra e pure in alto ed in basso.
"Dove mi trovo? Che cos'è questo posto? Perché qui tutto è bianco? E perché fa questo freddo? Aiutooo!"
E sì! Era finito esattamente dentro la neve. Essa infatti non era dura come lui aveva pensato prima di tuffarsi. Dura del resto come la superficie dove lui aveva sempre camminato. Scoprì quel giorno che la neve era bianca, fredda, ma anche morbida, perciò bisognava imparare a conoscerla ed a come camminarci sopra per non sprofondarci dentro come era successo esattamente a lui, il povero Filippo, al quale ne capitava sempre una.
Dopo essersi schiarito le idee ed essere tornato in sé, in quello strano luogo in cui era, si mise a gridare con il suo linguaggio da bruco ma ben presto si rese conto che nessuno lo aveva sentito o poteva sentire la sua voce in quel luogo così nascosto e ovattato. (Ah, una cosa bimbi: il bruco Filippo ci tiene a dirvi che la parola "ovattato", che è una parola molto strana, significa che non ti fa sentire niente, cioè che la tua voce, anche se gridi forte forte, non si sente. Vi faccio un esempio. Il luogo ovattato è come se ci fosse una parete invisibile tutta intorno a te che impedisce alla tua voca di attraversarla, quindi chi si trova al di là non può sentirla).
A quel punto Filippo, bruco giovane ma molto audace ed intelligente, pensò che per uscire da lì sotto doveva fare qualcosa con le sue uniche forze. Così cominciò a muovere tutte le sue zampine per cercare di trovare la via della salvezza. Inizialmente, non sapendo bene cosa fare, pur muovendosi velocemente, in preda al panico, non fece altro che rimanere fermo esattamente nel punto in cui si trovava. Ma lui era un bruco davvero ostinato e non si faceva affatto fermare dalla prima difficoltà. Ben presto infatti Filippo, con pazienza e grande sforzo, riuscì a spostarsi prima in avanti, poi verso l'alto. In quegli istanti, immerso nella neve, muovendosi, gli sembrò quasi di volare. Essa era così soffice che ben presto il nostro amico bruco si rese conto che riusciva a spostarsi e capì con intelligenza come farlo nel modo giusto per non sprofondare di nuovo giù. Continuando così la sua risalita verso la superficie e verso la salvezza, nonostante il freddo che continuava ad attanagliarlo (Ehi! Sono sempre io, Filippo! Devo dirti un segreto. "Attanagliare" vuol dire che c'è qualcosa che ti sta procurando una sensazione molto molto forte, di solito brutta, spiacevole e che non ha nessuna intenzione di lasciarti stare. Esempio: se il freddo ti attanaglia, significa che lui, il signor freddo, non ha nessunissima intenzione di andarsene e vuole rimanere insieme a te più tempo possibile).
Scusami, continuo subito con il racconto. Stavo dicendo che Filippo, nonostante il grande freddo che continuava ad attanagliarlo, con sua grande sorpresa, scoprì che si stava divertendo. Dentro la neve gli sembrava proprio di volare e ben presto ci prese gusto.
Finalmente arrivò in superficie, mettendo fuori pian piano la sua testolina preceduta dalle antenne, quelle bellissime antenne rosse e nere, le quali iniziarono a brillare alla luce del sole, riflettendosi sulla neve. In quel momento subito si ricordò di quanta invidia esse facessero agli altri bruchi. soprattutto quelli cattivi e dispettosi. Pensò: "Guardate qua che belle antenne che ho! Guardate come luccicano! Vi piacciono? Beh, non le avrete! Sono soltanto mie!"
Con questo fugace pensiero, si prese una breve rivincita su tutte le volte che i brucacci cattivi lo avevano trattato male.
Insomma, dal momento in cui scoprì inaspettatamente, a differenza dei primi istanti di paura, quanto gli piacesse stare nella neve, passò ben poco tempo fino a che Filippo, il bruco dalla mille risorse, pensò ad alta voce: "Quasi quasi mi rituffo!"
E fu così che egli si tuffò di nuovo, senza più paura, nel fantastico mondo di neve per divertirsi come mai aveva fatto prima...
White Cosmos
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