venerdì 19 agosto 2022

Arte borghese in salsa francese

Mercoledì scorso non potevamo andare in piscina e allora ci siamo guardati in giro e c'era la mostra all'Ara Pacis di un famoso fotografo francese, tale Robert Doisneau. E dunque siamo andati a vedere questa mostra, l'ennesima mostra d'arte di una lunga serie. Mah! Come ho già scritto nel titolo vagamente si intuisce che anche questa mostra non mi è piaciuta granché. Anzi una noia, ma una noia mortale dalla prima foto fino all'ultima, che @@! Insomma che bisogna fare per diventare un fotografo famoso? Proprio niente di che, basta avere una faccia piena di rughe, una sigaretta sempre pronta all'accensione e darsi un tono di un vago impegno sociale. Nel caso specifico l'impegno sarebbe quello di essere un "fotografo di strada". Ma io mi chiedo una cosa... Dopo aver passato una vita intera con la macchina fotografica in mano, un tizio può diventare famoso solo per aver fotografato un altro tizio che stava di spalle con un cane che invece si accorge della presenza del fotografo? Oppure si può diventare famosi per aver fotografato una coppia che si bacia con uno stile vagamente cinematografico? Impegno sociale? Ma quale impegno sociale! Eppure il signor Doisneau di occasioni ne ha avute. È stato per diversi anni il fotografo ufficiale della Renault, e c'erano alcune foto fatte dentro la fabbrica ma l'intento delle foto non era certamente quello di raccontare le storie della classe operaia... Insomma per diventare famosi non bisogna impegnarsi troppo! Se invece lui fosse stato un vero fotografo impegnato, un vero intellettuale della fotografia, in tal caso suppongo che non sarebbe mai diventato famoso! 

Fantozzi ragionier Ugo

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