Entrando nel Museo del Videogioco, sono entrato letteralmente nel mio passato. Quanti ricordi, troppi, girando per quelle stanze! Ognuna rappresentava una parte di me bambino, una fetta di un tempo che purtroppo non c'è più; un tempo in cui il mio unico pensiero era la scuola, nient'altro. Passavo intere giornate sui videogiochi, i quali attenuavano le mie preoccupazioni per i compiti che dovevo svolgere per il giorno successivo. Passare da una stanza all'altra, da un corridoio all'altro del museo, era come stare su una macchina del tempo ed essere trasportato direttamente nei vari momenti della mia infanzia, in cui mi trovavo a giocare a uno di quei videogiochi presenti lì. Non li conoscevo tutti, solo alcuni, i più importanti e famosi, ma comunque ognuno di essi parte importantissima di me dalla quale non mi separerò mai. Alla loro vista sono piombato immediatamente in una tristezza senza fondo, profonda e lacerante, al risveglio dei miei ricordi. Le lacrime tentavano invano di liberarsi dalle loro catene, e mostrarsi in tutto il loro essere malinconico. Alla fine i loro disperati e ripetuti tentativi sono andati persi, cosicchè hanno potuto dare libero sfogo alla loro violenza soltanto entro i confini della mia memoria, svanendo del tutto una volta tornato alla luce del sole.
White Cosmos
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