Una giornata di ordinaria follia sui mezzi pubblici a Roma
Una bella giornata di inizio luglio a Roma il sole splende, gli uccellini cinguettano e il Tevere scorre placido e biondo. Esco di casa di buon ora per recarmi presso un ospedale della Capitale a fare una visita medica. Ottimista e speranzoso mi dirigo alla stazione degli autobus a prendere il mezzo pubblico che mi porterà a destinazione. Dopo aver aspettato la canonica mezz'ora arriva l'autobus, vi salgo sopra oblitero il biglietto e finalmente l'autobus parte, per nuove e avvincenti avventure. Ma quando mai! Arrivato alla prima fermata, purtroppo, succede il patatrac, l'autobus si ferma si aprono le porte e poi più niente: buio, guasto, tragedia e disperazione. Dopo un minuto di silenzio per onorare un valoroso caduto nell'atto delle sue funzioni, decido di fare un percorso alternativo. Mi reco alla stazione dei treni e dopo aver aspettato solo quindici minuti riesco a prendere il treno. Arrivato alla stazione degli autobus, ahimè il bus dei miei sogni non c'è, il capolinea è vuoto. Aspetto la solita canonica mezz'ora e arrivano ben tre autobus, il primo riparte subito per recarsi al deposito.
Il secondo apre le porte e fa entrare i viaggiatori e dopo solo un quarto d'ora il bus parte pieno all'inverosimile per gettarsi nel traffico romano.
Ed il terzo? Non so perché ho preso il secondo mica scemo?!
Finalmente arrivo a destinazione circa un 'ora e mezza dopo il guasto e due ore e mezza dall'uscita da casa. E tutto questo per percorrere meno di dieci chilometri di strada.
La domanda sorge spontanea: come mai i romani e gli italiani in genere usano la macchina privata invece dei mezzi pubblici? Sarà perché si divertono a guidare ore e ore nel traffico? Oppure perché amano girare per ore e ore prima di trovare un parcheggio? Forse perché sono tutti superstiziosi e credono che i mezzi pubblici e non solo, si guastino in alcuni particolari giorni, ad esempio venerdì 17 o ci sia sempre in agguato uno sciopero...
Ai posteri l'ardua sentenza.
Nel frattempo l'assessore alla mobilità e i dirigenti ATAC (agenzia per " l'immobilità", anzi chiedo scusa per la mobilità del trasporto autoferrotramviario del comune di Roma) lavorano per noi.
Elpho
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